Al G7 una fumata nera sui cambi di Stefano Lepri

Al G7 una fumata nera sui cambi Non ci saranno interventi concordati. Gli Usa a Tokyo e Bruxelles: fate crescere di più le vostre economie Al G7 una fumata nera sui cambi Fazio e Amato ottimisti: l'Europa va bene Stefano Lepri POMA L'Europa e il Giappone devonc far crescere di più lo loro econo�mie, hanno chiesto gli america ni. Stiamo andando più forte del previsto, hanno risposto gli eu�ropei. Più di tanto non possiamo faro, hanno dello da parlo loro i giapponesi. Nel complesso, «le prospettive migliorano». A strin�gere, è questo in termini diplo�matici il succo della riunione invernalo del G-7, in cui a Tokyo si sono confrontati ministri del Tesoro e banchieri centrali dei paesi economicamente più forti del mondo. Dietro ai termini diplomatici e al generalo ottimi�smo rimano nascosta l'ansia che un eventuale crollo dolio quota�zioni a Wall Street possa risullare disastroso. Le buone notizie dal nostro continente non sono bastalo a disperderla. Benché la differenza di velo�cità fra gli Usa e gli altri paesi diminuisca, il disavanzo atherìcano noi commercio con l'este�ro continua ad allargarsi. Al�l'uscita dalla riunione il gover�natore della Banca d'Italia An�tonio Fazio ó sombralo ottimi�sta. Quale «atterraggio» Icosi si è preso a chiamare la fine del boom di oltreatlantico, in corso da 8 anni)? «Veramente non si prevede nemmeno un atterrag�gio. Questi continuano a vola�re! Si può al limile discutere sulla velocità della crescila». Ma ò proprio qui il problema: più la «locomotiva» americana si spinge avanti isolata, più si accumulano squilibri disavan�zo osterò, ingente indebitamen�to di famiglie e imprese chi! possono rendere un oventuale ridimonsionainenlo della Bor�sa drastico nei numeri e posan�te per tutta l'economia del paese. «L'economia europea andrà bone nel 2000 assicura il ministro del Tesoro italiano Giu�liano Amalo, cosi corno hanno fallo i suoi colleghi francese e tedesco anzi le attese sono superiori rispetto allo attuali proiezioni». Bruxelles probabil�mente ritoccherà verso l'alio la sua provisiono del 2,9nZt) medio per l'area dell'euro; l'Italia, che è in coda con il suo 2,2nZ(i, sogna di salire ma «non è ancora il momento di quantificare» dice Amalo, mentre Fazio conforma che la produzione industrialo, secondo lo primo indicazioni, ha continualo a salire in dicembre e in gennaio. Basta questo? No, non basta, riconosce lo slesso Amalo; «In Europa andremo meglio di uno o due anni fa, ma c'è una rigidità strutturale che rimane e che dobbiamo rimuovere. E qui natu�ralmente l'esempio americano ó mollo utile. Nel comunicalo fina�le, i paesi del G-7 (ovvero Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada) concordano che «nell'area euro la riprosa è ben avviata»; però aggiungono che «continuano a restare importanti appropriate politlcho macroeconomiche e strutturali mirate a rafforzare la crescita, ad accrescere l'occupa�zione o a espandere le opportuni�tà di investimento». «Abbiamo tulli concordato sull'importanza di operare per realizzare una crescita più bilan�ciata nelle nostro economie» riassumo dopo la riunione il segretario al Tesoro americano Larry Summers, Ma da una faticosa discussione su alcune frasi del comunicato finale, i padroni di casa giapponesi non sono usciti mollo bene. Si sottoli�nea l'importanza che il governo di Tokyo prenda «misure por rafforzare ulteriormonle il siste�ma finanziario» e attui «riforme di struttura» proprio nel mo�mento in cui questo impegno sembra affievolirsi in vista delle •lezioni politiche che si terranio in autunno. Summers ha chiesto ai giap�ponesi, con una certa durezza, di realizzare un tasso di crescita tra il 20Zo e il 30A nel prossimo anno fiscale, che per loro va da aprile 2000 a marzo 2001. «Sara difficile», ha risposto il ministro delle Finanze giapponese Kiichi Miyazawa. L'impressione degli europei è stala che Tokyo abbia cercato di scaricare sui partner l'irrisolto dissidio interno tra il governo, a cui la banca centrale rimprovera di non riuscire a fare riforme, e la banca centrale a cui il governo rimprovera di non fare abbastanza per espan�dere la liquidità. La richiesta di Tokyo perché il G-7 esprimesse preoccupazio�ne por lo yen troppo forte si è tradotta in una frase assurda�mente contorta da cui si evince che il livello di cambio dello yen è soprattutto un affare dei giapponesi: «Abbiano accolto con piacere la riaffermazione da parte delle autorità moneta�rie giapponesi della loro inten�zione di condurre politiche ap�propriate alla loro preoccupa�zione, che condividiamo, sul possibile impatto di un apprez�zamento dello yen sull'econo�mia giapponese e sull'econo�mia mondiale». L'unica cosa chiara è che non ci saranno interventi concordati sui mer�cati dei cambi. Gli europei sono riusciti a non far menzionare l'euro, per timore che parlarne risultasse controproducente. L'euforia degli Stati Uniti minacciata dal timore di uno scivolone a Wall Street Il ministro Giuliano Amato con il collega giapponese Kichi Miyazawa

Persone citate: Giuliano Amato, Kichi, Kiichi Miyazawa, Larry Summers, Miyazawa, Summers