La via europea del risparmio di Glauco Maggi

La via europea del risparmio L'integrazione nel convegno delle testate di «Euro fonds» La via europea del risparmio Glauco Maggi inviato a PARIGI LJ EUROPA della moneta è fatta, ora bisogna fare i risparmiatori europei. Che possano, cioè, sfruttare meglio le virtù di un'integrazione che si dà troppo spesso per acquisita. Un anno dopo l'avvio dell euro, è ciò che è emerso ieri a Parigi, per un giorno capitale continentale del Fondo Comune. L'occasione è sta�to il convegno «Euro fonds», dal nome dell'iniziativa che un consor�zio di otto importanti testate euro�pee ha promosso dodici mesi fa, alla nascita della moneta unica, decidendo di pubblicare ogni tri�mestre, contemporaneamente nei rispettivi Paesi, le performances di 5000 fondi comuni. Con La Stampa, il pool compren�de: Le Monde di Parigi, Le Soir di Bruxelles, Le Temps di Ginevra, Money Observer di Londra, El Paìs di Madrid, la Sùddeutsche Zeitung di Monaco, e Tageblatt del Lussem�burgo. Scopo dello sforzo editoria�le è anche approfondire l'informa�zione di cui avrà sempre più biso�gno un investitore esposto alla crescente complessità dell'offerta di servizi finanziari. Per questo, i risultati dei fondi sono riclassifica�ti con un metodo analitico, svilup�pato da una società indipendente l'americana Apt), che evidenzia il rischio in rapporto al rendimento. Attorno all'assunzione del rischio, del resto, ruota ormai il concetto stesso di consulenza finanziaria: se un bancario o un promotore non lo pone alla base del rapporto con il cliente fa un pessimo servizio. Lo ha ben ricordato Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato intemo, che ha chiuso i lavori con un significativo «proteg�gere i risparmiatori è nostro obiet�tivo, ma ciò non deve voler dire deresponsabilizzarli». Per parlare la stessa lingua europea, poi, occorre che si comple�ti un processo di omogeneizzazio�ne che ha ancora molti ostacoli. Culturali, per le differenti espe�rienze da cui provengono i rispar�miatori (l'Italia e la Spagna storica�mente orientati ai titoli di Stato, per esempio, e l'Inghilterra alle azioni). Ma anche fiscali, normati�vi, commerciali. Una ricerca della Price Waterhousecoopers ha mes�so in luce un deficit di trasparenza (prospetti «informativi» illeggibili) e una alta insoddisfazione per il peso delle commissioni, per altro oscure. I rappresentanti del mercato hanno preso atto delle critiche, non rinunciando alle loro ragioni. Per Alain Leclair, presidente della Federazione europea dei gestori, il ritardo nell'integrazione europea dell'industria del risparmio è im�putabile anche allo scarso dialogo tra gli operatori e le istituzioni comunitarie. E ha lanciato l'allar�me: la concorrenza degli america�ni, invadenti e «globali a senso unico», non rischia di colonizzare la nuova Europa del risparmio? E su questo scenario dagli esiti incer�ti che ruolo giocherà Internet, l'ultimo stadio di quella «rivolu�zione in corso nel mondo finanzia�rio e sociale», per citare il diretto�re di Le Monde, Jean-Marie Colombani?

Persone citate: Alain Leclair, Frits Bolke, Jean-marie Co, Money Observer, Price