Il musical all'Alfieri di Sergio Trombetta

Il musical all'AlfieriIl musical all'Alfieri 1952: «Cantando sotto la pioggia», 1953: «The Band Wagon», 1954: «Sette spo�se per sette fratelli». Erano ancora anni d'oro, quelli, per il musical della MGM a Hollywo�od. Gene Kelly, Stanley Donen, Fred Astaire, Ginger Rogers, Howard Keel. E proprio a Stan�ley Donen, che aveva partecipa�to alla regia di «Cantando sotto la pioggia» (dove aveva anche recitato, cantato e ballato) fu affidata, due anni dopo, la regia di «Sette spose per sette fratel�li». Niente ambienti glamour e rilucenti, niente ballerine in costumi luccicanti, ma una sto�ria di boscaioli sofferenti di solitudine nell'Oregon del 1850: montagne innevate, capanne col comignolo fumante, camicie a scacchi, belle danze e un po' di nostalgia. Fu la ricetta vincente di uno dei musical di maggior successo degli Anni 50. E alzi la mano chi non l'ha visto almeno una volta al mare d'estate in un cinemino all'aperto, o all'orato�rio negli Anni 60 e 70, o, più recentemente, in tv. Tutto questo per dire che ha fatto bene la compagnia della Rancia di Saverio Marconi a trarre da quel film uno spettaco�lo teatrale che dal 21 gennaio al 6 febbraio sarà al Teatro Alfieri per la rassegna «Il fiore all'oc�chiello;) (ore 20,45, Piazza Solfe�rino 2, tei 011/562.38.00). Ci sono due nomi di sicuro richiamo: Raffaele Paganini nel�la parte di Adam Pontipee che fu di Howard Keel e Tosca in quella della sua sposa Milly che sullo schermo aveva il volto di Jane Powell. E' affidato a questi due beniamini del pubblico il compito di accompagnare gli spettatori nel cuore della storia dei sette fratelli Pontipee che, per porre fine alla propria soli�tudine nell'isolata capanna in mezzo ai monti in cui vivono, decidono di fare «come i romani con le Sabine» e rapiscono in paese sette ragazze per fame le proprie spose. La versione cine�matografica ebbe uno straordi�nario successo grazie alla magi�ca fusione fra una sceneggiatu�ra divertente, (basata sul rac�conto «Donne in lacrime» di Stephen Benet), belle musiche e travolgenti scene di danza coreografate da Michael Kidd. Sce�ne talmente importanti che per completare la squadra dei sette fratelli al cinema furono ingag�giati grandi ballerini, un nome per tutti Jacques d'Amboise. E proprio per questo, per sottoli�neare l'aspetto danzerino, che Saverio Marconi ha voluto una stella della danza italiana come Raffaele Paganini per protagoni�sta. Un Paganini che ha dichia�ralo di non sentirsi esattamente a proprio agio nella pelle del burbero boscaiolo Adam Ponti�pee, ma che si scatena in diver�tentissimi numeri di danza. Nato nel 1998 al festival dell'operetta di Trieste, «Sette spose per sette fratelli» arriva all'Alfieri con due anni di trionfi alle spalle, ulteriore riprova della validità dell'operazione. Le coreografie sono di Fabrizio Angelini, le scene di Aldo De Lorenzo e i costumi di Zaira De Vincentiis. Lo spettacolo va in scena in versione italiana, la traduzione è di Michele Renzullo, l'adattamento e la regia di Saverio Marconi. Sergio Trombetta Il musical all'Alfieri Paganini (primo a sinistra) in scena inette 13

Luoghi citati: Oregon, Trieste