Marinaio si spara all'Altare della Patria

Marinaio si spara all'Altare della Patria Roma, il fratello accusa: «Era orgoglioso e non si sarebbe mai ucciso, potrebbe essere successo qualcosa in caserma» Marinaio si spara all'Altare della Patria Dramma durante la guardia, forse una delusione d'amore ROMA Ore 2,57 della notte, in una piazza Venezia squassata da una tramontana gelida si sente un colpo secco. Una fucilata. Il rumore viene dalla scalinata dell'Altare della Patria. Uno dei due marinai di guardia si accascia, l'altro si butta a terra convinto di essere nel mirino di un terrorista. Invece no. E' un suicidio. Il marinaio Nicola Farfaglia, 22 anni, 12 minuti dopo aver preso posizione accanto al braciere e alla corona di bronzo che segnano il sacello del Milite Ignoto, ha imbracciato il fucile e si è sparalo un colpo alla lesta. Il compagno di turno non aveva capilo nulla. Non ha visto i preparativi di morte Farfaglia ha tirato fuori dalla gibema il caricatore pieno, l'ha inserito nel fucile e quindi ha sparalo perché guardava di fronte. Ha sentito solo il bollo e ha visto la scia luminosa di un proiettile tracciante che si schiantava contro una colonna in allo. Cosi ha pensalo ad un attentato, ha chiamalo con il citofono il corpo di guardia e s'è buttato in terra. Quando il sottufficiale e due marinai sono giunti hanno trovato il corpo esanime di Farfa�glia. Il marinaio aveva una ferita d'arma da fuoco sotto il memo e la pallottola era uscita dal cranio. Anche il cappello era bucalo. Farfaglia è deceduto immediatamente dopo il ricovero all'ospedale San Giovanni. I fami�gliari stentano ad accet�tare una tragedia cos�immensa e non sanno darsi spiegazione. Ma i carabinieri sono con�vinti che il ragazzo l'ab�bia fatto per amore. Un amore finito. Il tabulalo del cellulare testimonia di una lunghissima conversazione, falla a più riprese, con Nicolet�ta, la ragazza greca che studia a Roma, ma vive a Pescara e con la quale era fidanzato da un anno e mezzo. Il rapporto tra i due si era incrinalo solo negli ultimi tempi. Gli ufficiali di Marina che comandano il reparto in cui era Farfaglia sono sbigottiti. Dice l'ammiraglio Mario Host: «Nessuno di noi poteva aspettarselo. Fare la guardia all'Altare della Patria è una routine non particolarmente stressante. E' mollo più impegnativa per i nostri fucilieri sulle navi, che fanno 12 ore di guardia e 12 di riposo». 11 lenente di vascello Paolo Falchi, che comanda la compagnia d'onore della Mari�na, sente sulle spalle il peso della tragedia: «Era un mio fuciliere, un bravissimo ragazzo, pieno L'associazione«Sono troppmuoiono in te degli obiettori i militari che mpo di pace» di vita, contento di fare il suo lavóro. E' un'im�mane tragedia. Ora do�vrò stare vicino ai suoi compagni». E' stalo Falchi il pri�mo a incontrare i famijliari di Nicola. Ha par�ato con il fratello in un corridoio dell'ospeda�le. Ma Giovanni Farfaglia, che studia a Roma ingegneria aeronautica, non riesce a credere al tragico epilogo di una storia d'amore. «Mio fratello dice era troppo orgoglioso per togliersi la viia per una piccola scaramuccia con la ragazza. Nicola era felice di essere marinaio e aveva una gran voglia di vivere. Non credo che si sarebbe mai tolto la vita per un piccolo litigio, una discussione come tante e come capitano a tulli. Forse qualcosa della vita della caserma lo può aver sconvolto, ho dei dubbi sui motivi della sua morte e li ho rappresentati al cappellano militare e all'aiuianle di campo della casemia Paolucci» Farfaglia era un calabrese di Vibo Valentia, ma si sentiva di casa a Roma. Aveva da poco terminato gli studi di architettura, conclusi con una laurea breve. Si dedicava ora al servizio di leva. Quando poteva, scappava dal fratello. Dormiva pochissimo incasenna. I vicini raccon�tano di un ragazzo lacilumo, ma appareniemenle sereno. Era rientralo a Roma il 18 dicembre dopo due mesi di addestramento fra Taranto e Brindisi. Si era anche un po' pavoneggialo nel quartiere con la divisa nuova. Nei giorni di Natale era andato a trovare mamma e papà a Vibo. Ma di quello che fermentava nel suo animo, pochi avevano tolto la gravità. Quello della notte scorsa era il terzo servizio di guardia al Vittoriano per Nicola. Li, al sacrario, proprio ieri manina era in programma una visita del neoministro della Difesa, Sergio Mattarella. Annullala. E' andato invece Valdo Spini, presidente della commissione Difesa: «Ho dello che chi può dare un contributo all'accertamenio della verità lo dia». L'associazione obiet�tori nonviolenli polemizza: «Sono troppi, e troppo spesso ignorati, i militari che muoiono in tempo di pace». «Questa tragedia non deve essere assoluiamenle sollovalulala», dichiara il sottosegretario alla Difesa Paolo Guerrini. «Ma il malessere giovanile non riguarda solo le Forze armate, è un fenomeno più ampio che trova spazio anche fuori dalle casenne», sembra replicare a distanza l'altro sottosegretario alla Difesa, Gianni Rivera. [fra. gri.l L'associazione degli obiettori «Sono troppi i militari che muoiono in tempo di pace»

Luoghi citati: Brindisi, Pescara, Roma, Taranto, Vibo Valentia