RAFFAELE SABBADINI

RAFFAELE SABBADINI RAFFAELE SABBADINI Un lottatore estroso e imprevedibile troppo esuberante per le Olimpiadi N! EL 1936 a Berlino scrive Francesco Brunetti si svolsero le Olimpiadi. An�che l'Italia partecipò e, fra i molti atleti, fa inviata anche una squa�dra di lotta greco-romana. Venti�cinque anni dopo conobbi, a Bolo�gna, il sig. Borgna il quale mi confidò che in quella occasione aveva portato a casa la medagha di bronzo nella specialità ma, con rimpianto, affermò: «Se ci fosse stato anche Sabbadini avremmo portato in patria anche la meda�glia d'oro». Chi era Raffaele Sab�badini? Era un torinese a tutti gli effetti, anche se nato a Brescia, perché trascorse tutta la sua vita nella nostra città. Cominciò da giovane a praticare la boxe e poi continuò con la lotta greco-roma�na raggiungendo un livello tale per cui fu convocato a Roma al ritiro preparatorio per le Olimpia�di. Troppa clausura non si addice�va al suo carattere focoso di ex bersagliere; una sera, con un lenzuolo, si calò dalla finestra e andò in una osteria di Trastevere a far baldoria; fu espulso e la bandiera italiana, quella volta, non sal�sul più alto pennone. Lo vidi per la prima volta nell'immediato dopoguerra. Mi appassionava la lotta libera che era definita con il termine di «catch» e gli incontri si svolgeva�no in un teatro situato nel Parco Michelotti ove ora rimangono i ruderi dello zoo. Lo vidi apparire sul ring mentre i suoi fans urlava�no ritmicamente «Rafa! Rafa!». Era elastico e rapido nei movi�menti e geniale nei colpi che portava. Negli intervalli esibiva la sua muscolatura, per esibizio�nismo innato e per sollecitare gli applausi che non mancavano mai. Dopo aver raggiunto il mas�simo livello in Italia era divenuto campione europeo dei medio�massimi, combattendo a Manche�ster. Senza alcun supporto tecni�co, senza conoscere una parola di inglese, era partito per l'Inghilter�ra assieme al suo amico Fusero, peso massimo, e nelle rispettive categorie avevano sbaragliato gli avversari. Poi, con le sterline guadagnate nascoste nelle scar�pe, erano rientrati in Italia ed avevano ricominciato le esibizio�ni. Rividi Raffaele Sabbadini ove non era assolutamente prevedibi�le e cioè in uno schermo televisi�vo. In via Roma, nei primi Anni Cinquanta, nelle vetrine aveva�no esposto diversi apparecchi tv per confrontare i sistemi di tra�smissione. Pai e Secam. Per otte�nere riprese dal vivo di scene in movimento avevano pensato di presentare incontri di lotta e. naturalmente, Sabbadini non po�teva mancare. Soltanto quaranta anni dopo, in televisione, si sareb�bero visti gli incontri americani di «wrestling». In un'altra occa�sione il nostro fu un antesignano. Alla Fert, gli ultimi stabilimenti cinematografici di Torino, furo�no girati alcuni film con Macario e, per le scene pericolose o violen�te, anticipando i moderni stuntmen, intervenne Sabbadini. In questo modo realizzò il massimo dei suoi desideri perché potè emulare il suo idolo, il mitico Douglas Fairbanks, al quale cer�cava di assomigliare, con succes�so, esibendo anche i tipici baffetti. Tutta questa attività sportiva non bastava per risolvere i pro�blemi di ogni giorno e, quindi, il nostro atleta aveva un suo lavoro di tornitore in lamiera in una piccola boita di via Serrano in Borgo S.Paolo vicino all'osteria del Gatto Arrostito. Anche nel lavoro, però, non poteva soppor�tare la mediocrità: in luogo di tornire i solili e redditizi vasetti per i fiori del cimitero, lavorava dischi di alluminio di due metri di diametro per fare le carenatu�re dei motori stellari degli aerei. Vederlo lavorare, legato al tornio con un cinturone e due catene per poter effettuare il massimo sforzo, era uno spettacolo impres�sionante per forza e destrezza. La sua abilità era ben nota ai carrozzieri torinesi che gli affida�vano la costruzione dei particola�ri per i prototipi. Anche il giova�ne Sergio Pininfarina lo conobbe e lo frequentò per seguire i lavo�ri. A Sabbadini teneva compa�gnia durante il lavoro, in luogo del solito cagnolino troppo comu�ne, una capretta tibetana che lui portava al guinzaglio nelle sue passeggiate. La bestiola mor�nel'officina a causa delle esalazioni di una stufa ma con la sua morte salvò la vita al suo padrone. Per qualche anno non ebbi più l'occa�sione di vedere Raffaele. Il mio destino aveva, però, in serbo una curiosa sorpresa. Alla Scuola Radio Elettra, ove svolgevo un lavoro di consulen�za, avevo conosciuto la signorina che sarebbe poi diventata mia moglie. Un giorno mi diede ap�puntamento in un luogo piutto�sto strano e cioè davanti alle Carceri di Torino. Con la mia GOO mi recai incuriosito sul posto e poco dopo giunse una 1100 dalla quale discese, imponente e mas�siccio, Sabbadini avvolto in una di quelle vestaglie con le quali appariva sul ring. Era lo zio della mia futura moglie ed aveva volu�to accompagnarla per conoscer�mi, con il dichiarato scopo di «impastarmi» se, per caso, com�mettevo qualche sgarbo alla nipotina. Penso che non avrebbe avu�to alcuna difficoltà ad alzare da terra i miei poveri sessanta chili con una sola mano cos�come aveva fatto in precedenza con altri die lo avevano incautamen�te irritalo. Devo dire, però, che non fu il terrore a farmi sposare ma ben altri sentimenti. Frequentai più volte la sua casa e scoprii che era un uomo estroso, originale, imprevedibile ma buono e tutta la cattiveria che sembrava esibire sul ring era una sceneggiata per il pubblico. Lui ed i suoi avversari, dopo l'incontro, sovente si ritrovava�no a casa sua per una cena amichevole. Con il passare degli anni tutte le sue vecchie ferite ed i colpi subiti nei combattimenti cominciarono a farsi sentire ed infine, dopo pochi giorni di ospe�dale, abbandonò il ring della vita. A me è rimasta come ultimo ricordo una scolorita fascia trico�lore sulla quale, ricamata, vi è la frase «Sabbadini Raffaele, Cam�pione italiano professionisti, an�no 1942^43». Guardo questo pove�ro premio e penso agli ottanta miliardi pagati per un giocatore di calcio. Nellafoto Raffaele Saooadiru netpieno (iella fornta Jìsiai.Oltreché lottatore, era un abilissimo tornitori' di lamiera nella sua baita di ria Serrano

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