Le bandiere rosse negli archivi della storia di Angelo D'orsi

Le bandiere rosse negli archivi della storia Le bandiere rosse negli archivi della storia RECENSIONE Angelo d'Orsi A dispetto di chi lo dà per morto, dofinitivamente, a partire dal 1989, il comunismo odilorialmenle «tirai). Fra i titoli piii recenti ne segnaliamo qui tre carallerizzati da ire di�verse posizioni ideologiche e storio�grafiche. Si comincia da un lavoro divulgativo (nel senso migliore, os�sia scientificamente serio ma rivol�to a un pubblico di non specialisti: ma perché, di grazia, omellero gli editori nella pur ricca Bihliografìaì) di uno studioso che se ne intende, il torinese Aldo Agosti. Il suo libro Bandiere rosse si propone di offrire un «profilo storico dei comunismi europei»: in pratica una storia del secolo breve mai come in questo caso la formula di Hobsbawm è opportuna nell'ottica delia vicen�da dei diversi movimenti e partiti che in Europa al comunismo si sono ispirati, dalla Prima Guerra Mondia�le Idi cui quei movimenti sono (iglil alla dissoluzione dell'Urss, Agosti ripercorre, in stile piano, i momenti cruciali del comunismo, come ideologia e movimento inter�nazionale e, specialmente davanti al fallire deU'ùntemazionalismo prolelario», le vicende dei diversi comunismi nazionali. Dalla vittorio�sa Rivoluzione dei Bolscevichi na�sceranno, l'un dopo l'altro, i «partili fratelli», sotto l'egida della Terza Internazionale: il settarismo del�l'una e degli altri è nei primi tempi quasi necessitalo dalle circostanze o dall'assedio che al comunismo ora posto dalla potenza politica, ideoloRECENAnd' IONE lo si gica, economica e mili�tare delle borghesie na�zionali. L'emeigere del�l'astro Stalin provoche�rà uno scombussola�mento generale nella vita del comunismo su scala mondiale. Le de�cisioni del vertice del l'eus, ossia del Cominlem, ossia di Stalin stesso, fanno e disfano la linea politila dei partili che. più che fratelli saranno a lutti gli effetti sudditi di Mosca e della sua leader�ship. La difesa dell'Urss (cioè del gruppo dirigente del panini) iliventa l'impegno primo di ugni militan�te comunista a qualunque latitudi�ne, e in qualsivoglia situazione. Le cose non cambieranno con la lunga e difficile destalinizzazione. Il '56 ungherese, il 'GB cecoslovacco saranno punte di un iceberg che mostra da una parte il volto di un potere che non può «mollare», e dall'altra di una società civile e politica in cui istanze di democrazia autenticamente socialista si mesco�lano con vecchie e nuove forme di conservatorismo, d�oltranzistica di�fesa di privilegi ovvero di esacerba�li desideri di révanche sociale. La rottura del monolitismo del resto ad Ovest gli Anni Sessanta-Settanta sono analogamente anni di «conte�stazione globale» produce risultati benefici ma mette noi contempo in molo meccanismi di destabilizzazio�ne. Anche questo è una sorta di domino, i cui efletti finali sono sotto gli occhi di tutti, .Agosti, che perso�nalmente fa parto di quella storia, non appartiene al novero di colmo che con furia sospetta vogliono but�tarla a mare in blocco, pur non iscrivendosi certo tra le file di quei pochi che vogliono «provarci anco�ra», credendo, brechtianamente, che «il comunismo è giusto, il comu�nismo è intelligente». Dunque espri�me giudizi equilibrali e soprattutto fornisce molli elementi informativi airintorno ili uno schema narrativo (forse un po' rigido! che ci consente di seguire la dolorosa e insieme esaltante storia ili quella che per molti è un'illusione, por altri una follia criminale, por altri ancora una esigenza insopprimibile dell'es�sere umano, Chi voglia invece rileggere in chiavo criminologica questa stessa vicenda, limitatamente al partitoguida, quello bolscevico, allora e presto accontentalo: il robusto to�mo del polacco-americano Pipes II regime bolscevico» . non privo di utilità e fornito di ottimi argomenti, e nondimeno un eccellente esempio di quella che Benedetto Croce chia�mava storia retorica. All'autore, più che una puntuale ricostruzione dei l'atti, delle idee e delle vicende biografiche, interessa convincere il suo pubblico (probabilmente già convinto in partenza) di una sempli�ce «verità»: quella della rivoluzione russa è una storia «ignobile'". Per�ché, in buona sostanza, è andata conno la morale più importarne che Pipes si sente di raccontare ai politici di ogni tempo e Paese: «La�sciate in pace la geni e». Forse un po' sbrigativa, anche se non si può non riconoscere a una siffatta parola d'ordine, specie in tempi di esalta�zione metafisica e quasi palingenelica del mercato, e delle sue «libertà», una sua pregnanza che sembra fal�la apposta per piacere appunto alla «gente». Il terzo punto di vista, quello di un irriducibile loudotor del comuni�smo, è espresso da Luigi Cortesi, nel volume Le origini del Pei, riedizio�ne, aggiornata bibliograficamente o arricchita ili alcuni saggi, di un vecchio libro di trenl'anni fa. Corte�si, sKirico di grande mestiere e di forte passiono, afferma che questo t.Miipo non ha reso obsoleto il suo lavoro, perché non ha cancellato le ragioni del comunismo; anzi, decisa�mente controcorrente, egli sostiene che gli avvenimenti straordinari di cui siamo stati testimoni negli ulti�mi anni, con i traumi incisi nella storia comunista istituzionale, non hanno reciso la pianta del comuni�smo «critico», le cui ragioni gli sembrano unt'altro che ignobili e tutt'altro che da far cadere nell'oblio. Cortesi si conferma eccentrico rispetto alla linea «ufficiale» della Storiografia ili derivazione ed osser�vanza Pei (o post-Pei), all'asse La�briola-Gramsci; attento conoscito�re della galassia socialista, si confer�ma eslimalore tanto di Turali il giovane Turati a cui dedico un memorabile libro pionieristico quanto di Bordiga , sul quale è recentemente ritornato curando un volume collettaneo [Amedeo Bordi ga nella stona del comunismo, Esi, pp.XI 415,L39.000). In particolare Coitesi è critico verso il «gramscismo», che significa essere fuori e contro la linea della indefettibile continuità gramscìotoglialtiana, nella quale, con le suc�cessive modificazioni dettate dai cambiamenti di linea del Pei, si sono iscritti praticamente tutti gli storici comunisti italiani, compreso Paolo Spriano, al quale l'autore, con una coerenza pollala ai limiti estre�mi, pur non disconoscendo l'amici�zia antica, continua a non perdona�re nulla in termini storiografici. Il che significa, per un convinto propugnatore della pregnanza [Kililica della ricorca storica, continua�re a rivendicare, contro quelle che a Spriano ieri come ad Agosti oggi (Pipesè SU un altro pianeta! sembra�no necessarie prese d'alto di una sconfitta senza appello, l'attualità del comunismo. Agosti, Cortesi, Pipes, tre interpretazioni del comunismo, dalle origini alI'SQ: a una lettura solo «criminale» della rivoluzione bolscevica si oppongono due percorsi critici, dentro e fuori la linea Labriola Gramsci Spriano s o; ''-■,. Aldo Agosti Bandiere rosse Editori Riuniti, pp 367. L 35 000 Richard Pipes II regime bolscevico Mondadori, pp VIII-657, L. 55.000 Luigi Cortesi Le origini del Pei franco Ange//, pp, 439, L. 42.000 STORIA

Luoghi citati: Europa, Mosca, Urss