Nostra Signora del Medioevo: castellana, fata, donna gelosa di Lorenzo Mondo
Nostra Signora del Medioevo: castellana, fata, donna gelosa Nostra Signora del Medioevo: castellana, fata, donna gelosa RECENSIONE Lorenzo Mondo PENSATE a una successione di sale e corridoi, di chiostri conventuali colmi di ex volo a gloria della Madonna, Sono quadretti, e pareli affrescate, che incantano e muovono al sorriso per il candore delle «gesta» maria�ne, ma sorprendono in particolare per l'ordine in cui sono disposti e per la raffinatezza dell'esecuzio�ne. Onesta l'idea complessiva che si ricava da una copiosa raccolta medievale di «Miracoli della Vergi�ne», tramandali in poesia e in lingua volgari:. Tre gli amori dei testi: Gautier de Cornei, Gonzalo de Berceo e Alfonso il Savio, Un monaco, un prete e un re, che scrivono rispettivamente in fran�cese, in spagnolo e in gallego-por�toghese (la lingua che nella peniso�la iberica è destinata per eccellen�za alla lirica, nella quale si prova�no appunto le «Canligas» di Alfon�so). Appartengono a uno stesso secolo, il Duecento, a una ecume�ne europea e cristiana in cui, per influsso del monachesimo di Cluny, in consonanza con la cele�brazione della donna nella lettera�tura cortese, prende inusitato vi�gore il cullo della Vergine, Cesare Segre, introducendo ai «Miracoli» con doviziosa dottri�na, ritiene improprio assumere, come ai tempi della scuola positi�vista, un atteggiamento di supe�riorità davanti a queste manifesta�zioni ili devozione popolare: «,,.ba�sta osservare che li! forme e l'ethos della pratica religiosa pili diffusa non sono Min�iali nemmeno oggi: comesi può constala re, ad esempio, osser�vando gli ex volo di una qualunque chie�setta». Vale sicuraniente per l'impreve�dibilità degli interven�ti salvifici della Ma�donna; non altrettanto, mi pare, per le occasioni, legale alle circo�stanze storiche e a un mutato sentire. La Vergine assume nei nostri autori i tratti di una castel�lana o di una fata, a volle di una qualsiasi donna gelosa. Si prodiga nel salvataggio dei peccatori più incalliti, sottraendoli al diavolo, l'antico avversario, purché non si siano dimenticali di renderli,' il dovuto omaggio. Cosi, un monaco ubriacone viene difeso dall'assal�to di tre fiere e messo a letto con le RECENLorMo cure riservale abitualmente a un bambino, Un pellegrino, prima di avviarsi a Santiago di Composte�la, giace con l'amante, e il diavolo, che gli appare nelle sembianze di San Giacomo, lo persuade a evirar�si e sgozzarsi in segno di penti�mento: tornalo in vita per inerito di Maria, conserva sul collo la cicatrice senza recuperare gli at�tributi virili. Il dettaglio da barzel�letta irriverente sembra una ulteSIONE nzo do rìore garanzia, richie�sta dalla pur onnipo�tente Madonna, con�tro le inclinazioni vi�ziose del graziato. Te�ofilo stipula un patio con il diavolo che, da buon «loico», si pro�munisce estorcendo�gli una dichiarazione scrina. Ma la Vergine, che infran�ge le stesse barriere della morte, non si cura di norme giuridiche. Non rispetta neanche il senso delle proporzioni, indulgente con i capricci nobiliari, fa tornare dal signore un falco che gli era sfuggi�lo, evita che una donnola venga calpestala da un cavallo. Tanto pietosa con i suoi devoti, tanto indifferente e crudele con i loro nemici o gli emissari del demonio, spesso identifìcati con pagani, saraceni esopraltiillogiudei. A un ebreo cocciuto viene dato un figlio con la lesta rivolta all'indietro. Un moro che si pre�sta, per intimazione della padro�na, a compromettere una nuora illibata, viene lasciato tranquilla�mente al rogo, ad onta dell'assolu�zione generale. La «dolce dama cortese" è indaffarata più che altro a beneficio dei suoi: «Basta che uno l'accia un po' di inchino davanti alla sua immagine, per�ché lei si metta subito in lesta di aiutarlo», li' il diavolo che parla, e aggiunge che perfino Dio fatica a resistere alle; preghiere ili una Madre faccendone: «Gli fa erode�re tulio ciò che vuole». La vis comica, che coesiste nel Medioe�vo con la pronuncia più severa e scarnila, non e prerogativa del diavolo. Cristo slacca il braccio dalla croce por schiaffeggiare una monaca infedele... Questi miracoli si ripetono in buona parte da un autore all'altro senza inlaccarne l'originalità, Gautier è invasalo dalla volontà ili dire le virtù di Nostra Signora (ha bisogno addirittura di trenta�mila versi), riesce talvolta stuc�chevole nelle «code» predicatorie, ma seduce con la sua sapienza relorica (ò capace di sviluppare per un centinaio di versi una metaforica gara di scacchi che ha per posta la salvezza). Gonzalo si segnala invece per la robusta sobrietà («Dio di solito è contento della preghiera breve»). Alfonso, un personaggio ili assoluto rilievo nella Spagna del tempo, si fa apprezzare per il suo straordina�rio repertorio metrico e un senso della realtà che ricorda in qualche misura il «comico e il granguigno�lesco» del Decameron (cosi Segre). li' il caso ili dire che sono proprio i colori della vila, siglati dalla forza dello stile, a rendere amabili que�sti scrini? A riscattare leggende ormai religiosamente inerti e inac�cettabili? Ci si chiede semmai fino a che punto i nostri autori ne fossero prigionieri, se non cercas�sero, inconsapevolmente, di redimorie con la parola lavorata e ornala. I MIRACOLI DELLA VERGINE TRAMANDATI IN POESIA E IN LINGUA VOLGARE: EX VOTO, QUADRETTI, PARETI AFFRESCATE CON CANDORE E SUPREMA RAFFINATEZZA Tanto pietosa con i suoi devoti, tanto indifferente e crudele con i loro nemici o gli emissari del demonio, spesso identificati con pagani, saraceni e soprattutto giudei "Madonna» di Anonimo fiorentino, XV secolo (Firenze, Chiesa di Santo Spirito) e «Allattamento di San Bernardo» (Anonimo del Trecento, chiesa di Santa Maria, Rivalla Scrivia). Carlo Beretta (a cura di) Miracoli della Vergine, Testi volgari medievali Introduzionedil esare Segre, Einaudi, pp 1205. i. l'M 000 POESIA E PROSA
Persone citate: Carlo Beretta, Cesare Segre, Cornei, Einaudi, Gautier, Pareti, Segre
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