Bassolino si arrabbia e se ne va

Bassolino si arrabbia e se ne va Il sindaco di Napoli accusa l'organizzazione che voleva farlo intervenire troppo tardi, dopo Violante Bassolino si arrabbia e se ne va Mussi, Angius e Salvi: il Cavaliere nel mirino TORINO In una cena al Cambio con un gruppo di deputati napoletani, gio�ved�sera, Antonio Bassolino aveva promesso scintille dalla platea del Lingotto: «Walter ha sottovalutato il Sud, domani vado a ricordarglie�lo». E cosi il sindaco di Napoli se n'era stato seduto nelle prime file ad aspettare il suo turno, chieden�do alla presidenza di poter parlare alle 17, considerato uno dei mo�menti clou dei congressi (come il mezzogiorno!. Ma a quell'ora era già fissato l'intervento di Violante. Cos�i minuli passavano, le ore pure e alla fine l'ex ministro del Lavoro ha deciso di tornarsene a Napoli, sbat�tendo la porla. Uno schiaffo al congresso da parte del leader del «partito dei sindaci», uno degli esponenti più amali nella Quercia, al quale ieri in tarda serata D'Ale�ma in persona ha cercato di rime�diare con un'opera di mediazione, telefonandogli e promettendogli uno spazio per domani mattina, prima della chiusura. In un clima un po' sbracato, tra l'andirivieni di troupes televisivo e lo struscio di militanti a braccetto, i leader diesse intervenuti ieri al Lingotto hanno incominciato ad affrontare i nodi del diballilo: la questione dei referendum, la fede�razione del centro sinistra, e so�prallullo lui, il nemico indicalo dal segretario, l'Uomo Nero di Arcore. E cosi, il popolo del budge rosso si è infiammalo a senso unico, quando ha sentito «qualco�sa di sinistra» dal palco, come quando ha parlalo parlalo Fulvia Bandoli, componente della mino�ranza in segreteria. In mattinata ha aporto la carrel�lata dei big il ministro del Lavoro, Cesare Salvi: «Il no chiaro e nollo che Veltroni ha espresso sui refe�rendum sociali rappresenta un con�tributo all'identità dei Democrati�ci di Sinistra che conterà inpilo più di tanti nostri discorsi, quei quesiti ci riportano indietro di mezzo seco�lo». Dunque no alla deregolamenlazione e si a uno Stato sociale più moderno e più inclusivo. Risalo e applausi per Fabio Mus�si, che non ha rinunciato alla polomica con il leader di Forza Italia. «Noi "congrosso comunista" e "Veltroni come Vishinski": credo che Berlusconi conosca solo quel�lo, la prima e l'ultima pagina del libro nero del comunismo», ha pennellato il capogruppo alla Ca�mera di fede veltroniana, e lo ha clofinilo «un magnate dagli effetti psichedelici». Lui continua a chia�marci pci-pds-ds, ha tuonalo, «allo�ra anche noi potremmo dire del suo partilo "P2-Fininvest-Fi", ma mi fermo qui, altrimenti dice che sono un persecutore». Anche Vin�cenzo Vita, sottosegretario allo Po�ste intervenuto nel pomeriggio, non ha risparmialo gli attacchi al leader del Polo, sostenendo che por Silvio Berlusconi «non ci sono dirit�ti speciali o divini», e ha chiesto il completamento della riforma del sistema radiotelevisivo, insieme al�la risoluzione del problema princi�pale: il conflitto di interessi e la concentrazione dello tv. Più istituzionale il capogruppo del Senato, Gavino Angius, che ha rilanciato l'idea di un Ulivo più unito dando vita a coordinamenti parlamentari del controsinitra a Palazzo Madama e a Montecitorio, ma ha respinto con nettezza la proposta di Arturo Parisi, cooi dinatore dei Democratici, di sciogliere il partito: «In questa bizzarra idea c'è qualcosa di distruttivo e di negativo. Poteva davvero pensare Parisi che in base ad intervista rilasciata 24 ore prima noi, un parlilo di 7000 mila iscritti e otto milioni di voli, avremmo deciso di scioglierci? Evidente che no. E allora, Arturo, perché l'hai fallo?». E l'ala governativa della Quercia ha portalo al dibattito temi concre�ti: Paolo De Castro, ministro del�l'Agricoltura, Pieio Fassino mini�stro del Commercio estero (che ha ricordato Seattle alla plaleal, Mar�co Minniti, soltosogrelario alla Pre�sidenza del Consiglio, fino a Gian Giacomo Migone. presidente della commissione Esteri (con un forte accenno all'intervento in Kosovole a Franco Debenedetli, che ha avu�to il coraggio di affrontare il «tabù dei licenziamenti» senza ricevere neppure un fischio. lg. pa.] MaAn è d'accordo sui giudici che entrano in politica «Lascino la toga» Qui accanto il leader del Polo Silvio Berlusconi. alla sua destra il sindaco di Napoli Antonio Sassolino

Luoghi citati: Arcore, Napoli, Seattle, Torino