Made in Italy
Made in Italy Made in Italy 15 fotografi raccontano il Bel Paese L portiere sta li fermo, oltre la sua area di rigore. L'azione sarà dal�l'altra parte del cam�po, ma noi intuiamo tutta la sua handkiana solitudine. Intor�no a lui le prime ombre del pomeriggio, raccatta�palle e poliziotti, reporter di�stratti, gli striscioni delle «Briga�te Ovunque», la pubblicità delle arance rosse di Sicilia e, incom�benti, i dirupi che circondano lo Stadio: ci sono il tempo sospeso e mille storie nell'immagine che Olivo Barbieri dà della Favorita di Palermo, nell'Ex Chiesa del Carmino di Taormina, per la mostra «Da Guarene all'Etna, via mare via terra». Curata da Filippo Maggia per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la mostra riannoda proprio con Barbieri il filo di quel «Viaggio in Italia» che quin�dici anni fa vide la generazione LA MODSETTRocco M dei Ghirri, dei Basilico, degli Jodice perlustrare la penisola, lasciane o «da parte il mito dei viaggi esotici, del reportage sen�sazionale, dell'analisi formalisti�ca, e della creatività presunta e forzata» por rivolgere lo sguardo «sulla realtà e sul paesaggio che ci sta intomo». Oggi sono 15 fotografi, «figli» (nel caso di Francesco Jodice, letteralmente) o quasi, di quella generazione, a raccontare, con altri stili e linguaggi, il Bel Pae�se. A ciascuno è stato affidato un tema e ciascuno ha risposto secondo la propria sensibilità, Si va cosi dalle foto in «nero e bianco» di Antonio Biasiucci, «Intossicazioni», in cui si intravvedono corpi martoriali o lamie�re fumanti, in una luce che fa pensare all'espressionismo tede�sco. Razionaliste sembrano inveSTRA LLA ANA oliterni ce le immagini della serie «Metamorfico» di Pino Musi. Galle�rie, sotterranei, ser�batoi alla ricerca di geometrie e di luce. Ci sono, in bianco e nero, le rovine del�la Roma Imperiale, nelle immagini classiche e not�turne di Luca Campìgotto (ma il pericolo di morte incombe dai cartelli dell'alta tensione). I din�torni acquatici di Roma affiora�no nella serie «Tevere» di Danie�le De Lonti: ponti, moli, approdi e barche annegate nel «biondo» verdognolo del fiume. Altre ac�que e altri colori, negli «Accosta�menti: il mare» di Andrea Abati, in cui spiagge, dighe foranee e rive sembrano paesaggi lunari da prima alba del mondo. La Sicilia ritorna nella serie «Aet�na» di Tangredi Mangano, nelle immagini delle «Isole» di Carme�lo Nicosia (chi si sia trovalo mai in un'alba di pioggia su una «carretta del mare» verso Lipari o Pantelleria non potrà non pro�vare un groppo alla gola di fronte alla foto scattata dietro i vetri di un vecchio traghetto) e in quello di EnzoObiso; cassette di anguille, binari storti, reti da pesca. Più «concettuali» ma a volte non meno emozionanti i percor�si di artisti come Natale Zoppis o Alessandra Spranzi. Zoppis pro�pone una serie di «santini» o dissacranti ex-voto, in cui la fotografia non è che un elemen�to di una micro-installazione con candele, crocifissi, bracciali da prima comunione, siringhe da fleboclisi. La Spranzi espone invece una serie di fotografie sgranate di case in vendita, tipo (lucile che si trovano sui de�pliant dello agenzie immobiliari. Di fronte a ([nelle abitazioni si è posta una serie di curiosità «esistonziali»! «Una casa in vendila cerca di svegliare la passione che non è controllabile», scrive) e si chiede se gli abitanti di quella certa casa siano stati felici o infelici e quali guai o preoccupazioni e nuove scelte di vita li abbiano indotti ad abban�donare e a cedere ad altri quel luogo. Altre case, questa volta le villette tipiche nelle periferie di borghi e paesi della pianura padana o dell'hinterland milane�se si trovano nella «Tracce» di Luca Andreoni e Antonio Fortugno. Serialità quasi warholiana: le case sono tutte uguali ma c'è chi ha messo una tenda diversa, chi ha colorato magari la persia�na o ha scelto un legno d'un altro colore per la porta o una piccola pianta per il giardino. Ad abitarle magari, chissà, saranno fra un po' quegli immi�grati, fotografati a grandezza naturale da Francesco Jodice o quelli di cui immaginiamo la presenza nell'opera di Paolo Bernabini, In «900 km» ha contrap�posto (rischiando l'arresto per farlo) un sito archeologico in Puglia dove sbarcano gli scafisi i, con solo un paio di jeans lasciati da qualcuno che è fuggito, a corpi, volti, sudori, catenine e costumi da bagno della folla di un parco acquatico sulla riviera adriatica. Dopo Taormina (dove ò stata in parte sacrificata dalle dimen�sioni delle'Ex Chiesa del Carmi�ne) la mostra intraprenderà un lungo viaggio che la porterà di volta in volta a Modena, a Napo�li, a Milano e a New York (e nel 2001 anche Guarene, sode della Fondazione). Il pur bel catalogo odilo da Baldini e Castoldi non rende (come ([nasi tutti i cataloghi) l'impatto della mostra: si perdo�no i formati, gli accostamenti e anche il numero dello opere esposte. DA GUARENE ALL'ETNA, VIA MARE VIA TERRA PROPONE ISOLE, VULCANI, STADI, CASETTE A SCHIERA IN UN VARIEGATO PANORAMA DI STILI E LINGUAGGI Un'immagine dalla serie «Intossicazioni» di Antonio Biasiucci in mostra a Taormina LA MOSTRA DELLA SETTIMANA Rocco Moliterni Da Guarene all'Etna Taormina. Ex Chiesa del Carmine Orario; tutti i giorni 10,30-12,30/16-21 Fmoal 23 gennaio
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