LA RICETTA DI VIRGINIA

LA RICETTA DI VIRGINIA LA RICETTA DI VIRGINIA consigli della Woolf a un giovane poeta ANTEPRIMA Virginia Woolf CARO JOHN, prima di comin�ciare, devo confessarti che possiedo quei difetti, naturali e acquisiti, che, come scopri�rai, dislorcono e invalidano tulio ciò che ho da dire sull'argomento. La mancanza di una solida istruzio�ne universitaria mi ha sempre impe�dito di distinguere tra un giambo e un dattilo, e se questo non bastasse per condannarmi una volta per tutte, la pratica della prosa ha fatto crescere in me, come in molti prosa�tori, una stupida gelosia, una giusta indignazione comunque, un senti�mento di cui il critico dovrebbe essere privo. Infatti, quando noi prosatori disprezzali ci riuniamo, ci domandiamo come si faccia a dire quello che si vuole dire osservando le regole della poesia. Immagina di andare a pescare «ratto» perché si è menzionato «fatto»; e di abbinare «tristezza» con «fortezza». La rima non è solo infantile, è disonesta, diciamo noi prosatori. Quindi conti�nuiamo: E poi guarda che regole! Facile essere un poeta! Guarda co�me è costretto il loro cammino, e come è rigido! Questo puoi farlo; questo no. Preferirei essere uno scolaretto e camminare in fila per due per un vialetto di periferia che scrivere poesia, ho sentito che dice�vano degli scrittori di prosa. Osser�vare i riti e i rigori del metro, deve essere come prendere il velo ed entrare in un ordine religioso. Il che spiega perché i poeti ripetono mille volte le slesse cose. Laddove, noi scrittori di prosa (sto solo raccontan�doli il genere di sciocchezze che i prosatori dicono quando sono soli) siamo i padroni della lingua, non i suoi schiavi. Nessuno ci può dare lezioni; nessuno può costringerci; diciamo quello che vogliamo dire; la nostra sfera d'azione è la vita nel suo insieme. |...l Adesso che ho fatto ampia confes�sione di queste mancanze, andiamo avanti. Da certe frasi della tua lettera, mi pare di capire che pensi che la poesia stia attraversando un momento critico, e che il tuo caso come poeta in questo autunno 1931 è molto più duro di quello di Shake�speare, Dr/den, Pope, o Tennyson. In realtà, è il caso più duro che s�sia mai conosciuto. Qui mi dai l'oppor�tunità, che afferro prontamente, di un piccolo predicozzo. Non pensare mai di essere unico, non pensare mai che il tuo caso sia più duro di quello di altri. Ammetto che è diffici�le data l'epoca in cui viviamo. Per la prima volta nella storia ci sono dei lettori una grande massa di gente, che si occupa di affari, di sport, di badare ai nonni, di confezionare pacchi dietro i banconi oggi leggo�no lutti; e vogliono che si dica loro come leggere e cosa leggere; e i loro maestri i critici, i conferenzieri, gli annunciatori radiofonici per ragio�ni umanitarie devono facilitare loro la lettura; rassicurarli che la lettera�tura è violenta e eccitante, piena di eroi e di canaglie; di forze ostili perpetuamente in conflitto; di cam�pi disseminali di ossa; di vincitori solitari avvolti in mantelli neri che si allontanano in sella a cavalli bianchi per incontrare la morte dietro l'angolo. Echeggia un colpo di pistola. «L'età del romantico era conclusa. Iniziava l'età del reali�smo...» conosci quel genere di cose. Oggi naturalmente gli scrittori san�no molto bene che non c'è una parola di verità in tutto ciò non ci sono battaglie, né omicidi, né scon�fitte, né vittorie. Ma dato che è di somma importanza che il lettore si diverta, gli scrittori acconsentono. Si mascherano. Recitano la loro parte. Uno apre la strada; l'altro segue. Uno è romantico, l'altro reali�sta. Uno è all'avanguardia; l'altro è superato. Non c'è niente di male in tutto ciò, finché lo si prende come uno scherzo, ma non appena ci si crede, non appena si comincia a considerarsi seriamente un capofila o un seguace, un moderno o un conservatore, allora si diventa degli animaletti presuntuosi, pungenti e grafiianli, le cui opere non sono di alcun valore o importanza per alcu�no. Pensa piuttosto a te come a un essere mollo più modesto e meno spettaco�lare, ma a mio pare�re molto più interessante un poe ta in cui vivono tutti i poeti del passato e da cui nasceranno lutti i poeti delle epoche a venire. La scienza, dicono, ha reso im�possibile la poesia; non c'è poesia nelle automobili, nelle radio. Né abbiamo la religione. Tutto è tumul�tuoso e transitorio. Pertanto, cosi dice la gente, non ci può essere rapporto tra il poeta e l'epoca attua�le. Questa è di certo un'assurdità. Sono incidenti superficiali; non van�no neanche lontanamente abbastan�za in profondità da distruggere i più radicalo e primitivo degli istin�ti, l'istinto del ritmo. Tutto quello che devi fare adesso è stare alla finestra e lasciare che il tuo senso ritmico si apra e si chiuda, si apra e si chiuda, in modo audace e libero finché una cosa non si fonde in un'altra, finché i tassi non si metto�no a ballare con i narcisi, finché da tutti questi frammenti separati non gsi viene formando un insieme 1...]. Scrivi dunque, ora che sei giova�ne, assurdità a mola libera. Sii sciocco, sentimentale, imita Shel�ley, imita Samuel Smiies; dai corda a ogni impulso; fai ogni possibile errore di stile, grammatica, gusto e sintassi; riversati; inciampa; libera la rabbia; l'amore, la satira con qualsiasi parola tu riesca ad afferrare, costringere o creare, in qualsiasi metro, prosa, poesia, o borbottio che li capili sotto mano. Impiumerai a scrive�re. Ma se pubblichi, la tua libertà verrà incrinala; pen�serai a quello che dirà la gente; scriverai per gli al�tri mentre dovresti scrive�re soltanto per te 1 Ma ora basta. Io, comunque sia, mi rifiuto di essere necrofila. Finché tu e tu e tu, venerabili e antichi rap�presentanti di Saffo, Shake�speare e Shelley, avrete precisamen�te ventitré anni e sarete decisi oh destino invidiabile! a trascorrere i prossimi cinquant'anni della vostra vita componendo poesia, mi rifiuto di pensare che l'arte è moria. «La gente dice che non ci può essere rapporto tra la poesia e l'epoca attuale, l'epoca della scienza e delle automobili E' un'assurdità Pensa a scrivere d'impulso, libera rabbia e amore» ALL'INTERNO «f^^^do dei Pylon Poets, non nascondendo le sue perples�e una sorta di shock di fronte al poeta che sta ndo di introdurre «la donna delle pulizie», a ima ia incrinata nel mezzo... mi si spacca in mano: da arte c'è la realtà, dall'altra la bellezza». n po' disperata. Ma da grande artista qual è mentre , molto seriamente, di «spiegare» (come il brano qui teprima dimostra) l'arte dello scrivere, si «salva» andosi a un ammonimento che sa molto di beffa (per entirsi quasi subito: ««Mi piacerebbe riscriverla, è pessima forma critica, poiché predispone alla veria e alla vivacità»): giovani poeti, soprattutto non licate prima dei 30 anni. Regola, ribatterà Lehn, che «se fosse stata applicata non avremmo ure un verso di Keals e di Shelley». Magari Virginia aveva tutti i torti: di Lehmann ce ne sono sempre i, anche oggi. Keals è Keats. MANGIAR BENE di Raspelli e Petrini DI VIRGINIA f a un giovane poeta Agnolotti del plin in una Torino sempre più da riscoprire e i prodotti naturali del contadino di Internet REPORTAGE di Scagliola e Teslo e un capofila derno o un iventa degli pungenti e non sono di za per alcu�e come a un esto e meno poeti sceranno he a venire. ha reso im�n c'è poesia e radio. Né utto è tumul�ertanto, cosi può essere epoca attua�un'assurdità. ali; non van�te abbastan�istruggere i o degli istin�Tutto quello è stare alla il tuo senso uda, si apra e dace e libero si fonde in non si metto�isi, finché da separati non si viene formando un insieme 1...]. Scrivi dunque, ora che sei giova�ne, assurdità a mola libera. Sii sciocco, sentimentale, imita Shel�ley, imita Samuel Smiies; dai corda a ogni impulso; fai ogni possibile errore di stile, grammatica, gusto e sintassi; riversati; inciampa; libera la rabbia; l'amore, la satira con qualsiasi parola tu riesca ad afferrare, costringere o creare, in qualsiasi metro, prosa, poesia, o borbottio che li capili sotto mano. Impiumerai a scrive�re. Ma se pubblichi, la tua libertà verrà incrinala; pen�serai a quello che dirà la gente; scriverai per gli al�tri mentre dovresti scrive�re soltanto per te 1 Ma ora basta. Io, comunque sia, mi rifiuto di essere necrofila. Finché tu e tu e tu, venerabili e antichi rap�presentanti di Saffo, Shake�speare e Shelley, avrete precisamen�te ventitré anni e sarete decisi oh destino invidiabile! a trascorrere i prossimi cinquant'anni della vostra vita componendo poesia, mi rifiuto di pensare che l'arte è moria. I labirinti di roccia e sabbia nel deserto diGheddafi ed il Medioevo fermo ai piedi della Maiella ld o mcran c'è Virginia Woolf in un disegno di Loredano La sua lettera al poeta John Lehmann, scritta nel 1931, esce ora per le edizioni di Rosellina Archinto Virginia Woolf in un disegno di Loredano La sua lettera al poeta John Lehmann, scritta nel 1931, esce ora per le edizioni di Rosellina Archinto

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