Dalle donne-prete ai divorziati gli strappi del cardinale tedesco di Emanuele Novazio

Dalle donne-prete ai divorziati gli strappi del cardinale tedesco LE SFIDE DI UN PRELATO SCOMODO Dalle donne-prete ai divorziati gli strappi del cardinale tedesco personaggio Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO DALL'ULTIMA e più contro�versa sfida a Roma, quella per la sopravvivenza dei consultori cattolici sull'aborto, monsignor Karl Lehmann è usci�to sconfitto, l'anno scors.j, e chi 10 conosce confida che si è tratta�lo per lui di una «sconfitta ama�ra» soprattutto perchè conse�guenza di un'incomprensione eti�ca: l'impossibilità di fare accetta�re il compromesso che avrebbe garantito al sacerdote un «potere d'intervento» e la capacità di «consigliare», di aiutare la donna a vincere la sfida della vita. Per (inolia sconfitta, Lehmann ha ri�cevuto una sanzione paradossale soltanto in apparenza: mentre il «no definitivo» di Giovanni Paolo 11 gli veniva comunicato per iscritto, la Conferenza episcopale lo rieleggeva per la terza volta dal 1987 alla sua guida. Conse�gnandogli implicitamente un mandato sofferto ma vitale, per la maggior parte delle 27 diocesi di un Paese biconfessionale e di trincea, la «patria di Lutero»; continuare a «forzare» la via di Roma, continuare a provocare senza mai sfiorare la rottura ma con un obiettivo soprattutto. Dre�nare le forme più radicali del dissenso, espresse dai 450 «grup�pi di sostegno» al «referendum del popolo di Dio» che 5 anni fa raccolse un milione e mezzo di firme contro la «Chiesa di Wojty�la». E bloccare l'abbandono di decine d�migliaia di fedeli: un'emoraggia che i sondaggi di opinione addebitano a un Papa reo di «atteggiamenti illiberali», di «comportamenti durissimi e inflessibili». Di queste «forzature» che d�volta in volta segnano uno strap�po mai ricucilo fino in fondo, anche se appannalo con sapienti sforzi di diplomazia, Lehmann ha dimostrato di essere maestro, nei 13 anni di responsabilità alla guida della Conferenza episcopa�le. Dando il benvenuto a una delegazione del Consiglio Ecume�nico di Ginevra, 8 ospiti arrivati da tutti i continenti, qualche anno fa, il vescovo di Magonza ha definito una forma di «violen�za alle donne» il rifiuto del sacer�dozio femminile. Insistendo, se qualcuno avesse frainteso, che «i problemi della struttura ecclesia�stica e dell'ufficio religioso sono spesso collegati al problema del�la violenza contro le donne». Roma lo ha richiamato all'ordi�ne, lo strappo è rientrato soltanto in apparenza. Era già accaduto: quando Leh�mann, in una lettera pastorale, sugger�di «riaprire la strada dei sacramenti» ai divorziati che si sono risposali. Insistendo ancora una volta sulla particolarità tede�sca: più che in Italia, dove il cattolicesimo è tanto condiviso quanto disatteso, nel Paese bicon�fessionale dove ogni anno falli�scono trecentomila matrimoni i cattolici che divorziano si sento�no discriminali. La Chiosa ha il dovere di impedirne l'emargina�zione, era il messaggio inascolta�to di Lehmann che indicava, fra le righe, la strada della Chiesa d'Oriente: fra gli ortodossi la disciplina dei sacramenti è ugua�le a quella cattolica, ma dopo im certo periodo di ammenda e di attesa i divorziati hanno la possi�bilità di risposarsi, e chi lo fa viene riammesso all'eucarestia. Un pericoloso azzardo, denun�ciano i critici. Una saggia pressio�ne, ribattono i sostenitori della «diplomazia dello strappo» che por la prima volta con l'accenno alla possibilità che il Papa si dimetta ha mostrato le sue vere potenzialità. Una via obbligala, forse, por i cattolici della patria di Lutero? Quando arrivò per la prima volta in Germania, nel 1980, il Papa era stato festeggia�lo da un milione e mezzo di persone. Allo Stadio Olimpico di Berlino, 4 anni fa, è stato accolto da 150 mila fedeli: so l'immagini! del Papa risulta oggi «irrigidita ed esaurita» sottolinea la rivista cattolica Herder Korrospondonza la ragione va corcala in una comunità cattolica percorsa da inquietudini profonde e attraver�sata da una frattura dolorosa, come un sondaggio Enmid ha illustrato nel dollaglio. Soltanto 35 cattolici su 100 ritengono che Giovanni Paolo li «sia una buona guida della Chiosa», (30 su 100 sono convinti che al coni rario «la danneggi». Un'altra indagine conferma: il 260[i dei (piasi 28 milioni di catto�lici tedeschi ha già pensato «soriamente almeno una volta» all'usci�ta ufficiale della Chiesa. Noll'ultimo decennio la fuga si e impenna�ta, procedendo a un ritmo annuo del o 0,5 "/u: anche se un altro apparenti; paradosso soltanto il 270o dei tot eschi si professa ateo, e un terzo di chi non appartiene a nessuna Chiosa prega regolar�mente, ogni giorno. «A mono di una profonda revisioni; a Roma, fra 10 anni la Chiosa cattolica agonizzerà in Germania», ammo�nisce il teologo del dissenso Olimar Fuchs. Karl Lehmann non osa tanto: il suo allarmo sono gli strappi. E' impegnato in una difficile battaglia per fermare la emorragia dei fedeli che accusano Roma di «autoritarismo» Il presidente della Conferenza episcopale tedesca Karl Lehmann