Dall'ultima frontiera una sfida ai governi

Dall'ultima frontiera una sfida ai governi Davanti alla trasformazione in atto le funzioni tradizionali dello Stato entrano in crisi ma diventa prioritario mtelare democrazie e libertà Dall'ultima frontiera una sfida ai governi Carlo Bastasin UN'EPIDEMIA di profezie accompagna la nascita della nuova economia, non più centrata sulla produzio�ne industriale di beni, ma sulla fornitura di servizi basati sulla conoscenza. Utopisti e apocalitti�ci sono però concordi: si tratta di una di quelle svolte epocali che intervengono ogni 50-70 anni nell'economia, come l'uso della locomotiva a vapore o la diffusio�ne dell'elettricità e che fanno crescere di colpo il benessere della società. Quando l'industria passò a produzioni di massa, cambiò l'intera società. Nacque�ro organizzazioni dei lavoratori e partiti di massa, le basi della democrazia attuale. Oggi non esiste un Max Weber in grado di spiegare come la nuova econo�mia influenzerà la società e la stessa democrazia. Si sa sola�mente che domani entrambe sa�ranno diverse da oggi. L'opinione più diffusa è che la rivoluzione tecnologica stia spo�stando il pendolo della politica dai doveri collettivi alle libertà individuali. Il passaggio dalle raflinerie al software, dal capita�le fisico a quello intellettuale, favorisce il decentramento e il ruolo degli individui La nuova economia sposta l'equilibrio dei poteri dalle organizzazioni ai singoli, spinge al decentramento dei controlli e delle autorità e accelera il ricambio delle élites attraverso un processo di «di�struzione creativa». Non solo le imprese non innovative o i sindacali sono minacciati, ma anche i grandi poteri degli Stati. Opinioni speculari vedono nel�la rivoluzione della nuova econo�mia invece nuove opportunità politiche. La scelta pubblica di�venta decisiva nel provvedere all'istruzione necessaria allo svi�luppo e all'uso della tecnologia (Chicago investe 4mila miliardi nelle scuole), i governi diventa�no garanti di infrastrutture ca�pillari e il loro ruolo è più urgente nel ridurre la distanza tra nuovi ricchi tecnologici e vecchi e nuovi poveri. Secondo Andy Grove, numero uno di Intel, «i politici devono comincia�re a muoversi alla velocità di Internet per evitare un disastro sociale simile a quello avvenuto con la meccanizzazione dell'agri�coltura». Il dibattito politico, pur ai suoi albori, sta orientandosi ne�gli Usa tra due poli: chi ritiene che i governi nazionali diverran�no irrilevanti a fronte di un incremento di ricchezza che il mercato produce e distribuisce da solo, e chi invece vede un importante ruolo per governi più piccoli, ma efficienti. Secon�do uno studio del Mit di Boston, l'efficienza dei servizi pubblici, scuole e ospedali, può aumenta�re di cinque volte grazie alle nuove tecnologie. Lo stesso Web nacque da ricerche finanziate con fondi del governo Usa e non da privati. Ma il mondo della Rete seni�bra trasformare alla radice i concetti di base della scelta poli�tica, a partire da quelli di comu�nità, società o bene pubblico, spostando l'accento piuttosto sui «soggetti». Nelje imprese del�la Silicon Valley non ci sono strutture gerarchiche, alla tede�sca Sap esistono solo tre gradi di carriera per i dipendenti, tutti laureati. La Ibm in Germania ha lasciato l'associazione di catego�ria per sottrarsi alle regole dei metalmeccanici. La valle del sili�cio in Germania Est è popolata da piccole imprese. A Monaco sono raddoppiati in due anni gli imprenditori ventenni. In Cali�fornia il 30fo delle nuovo società sono fondate da cinesi o indiani. Lo stipendio lascia il posto alle stock-option (la partecipazione al capitale). A capo delle imprese ci sono 20-30enni. Gli individui vengono giudicati e premiati per il loro apporto intellettuale, non per età, censo, sesso o nazionali�tà. I governi si confrontano con attività che hanno poco contatto col territorio e i confini e che si sviluppano nel cyberspazio, do�ve diventa difficile esercitare le funzioni tradizionali dello Stato: tassare, controllare, legiferare o difendere. Perfino la moneta (al�tro simbolo di sovranità) verrà sostituita da segni elettronici. Quanto agli eserciti, i nuovi pericoli per la sicurezza di un Paese passano per la rete, come dimostra il Millennium Bug e la minaccia di terrorismo elettroni�co. La comunità dei cittadini, sra�dicala dallo grandi strutture pro�duttive, ricorda gli individui di Tocqueville «rinchiusi nella soli�tudine del loro cuore». 1 gruppi si definiscono mono per geogra�fia («la casualità della prossimi�tà fisica»! e più per la comunan�za di interessi. Ma il primato della politica, basato sulla cultu�ra sociale, viene sottrailo da attività di informazione che ge�nerano propri linguaggi e identi�tà culturali. La rivoluzione produrrà «vin�centi» e «perdenti» e probabil�mente il numero dei secondi supererà quello dei primi. Il boom indiscriminalo di imprese premiata dalla Borsa lascerà il passo a una radicale scremai ara e quando ciò avverrà il mondo vivrà il primo pericolo di reces�sione nella nuova economia. Ciò che già si intrawede è l'emerge�re di supergruppi in grado di combinare settori industriali un tempo lontani (banche e teleco�municazioni o media od elettro�nica!. Le grandi dimensioni sa�ranno necessarie a guidare la ricerca di tecnologie sempre più nuove, in grado di conservare i vantaggi su mercati in cui la competizione delle nuove impre�se è facilitata dal basso volume di capitale fisico necessario a cominciare. In prospettiva dalla frammentazione di oggi si passe�rà a oligopoli globali se non a monopoli come stava riuscendo a Microsoft La natura dello nuovo attività spingerà a «inve�stirò e poi investirò ancora" e quindi a ridurre sempre di più i costi. Gli stessi boni prodotti, le informazioni, hanno una natura unica: perdono valore appena immessi sul mercato, non se ne può restringere la diffusione, sono facili da copialo o perdono il requisito di «scusila.' che determina il prezzo d�ogni bone Ai duo estremi dello sviluppo della nuova economia si profila una coppia paradossalo da dit�tatura dei monopolisti» e «il comunismo, della piena accessi�bilità di tutto a tulli». Ai governi si pone la sfida di tutelare demo�crazia e libertà. l«i spinta natura�lo al laissez (aire della nuova rivoluzione crea una controspin�ta por un maggior Intervento sui mercati dei governi. Lo spirito del tempo non è Keynos, né Friedman, ma Joseph Schumpe�ter, che coniugava la distruzione creativa del capitalismo con le «regole di ordinamento». Nel determinare l'equilibrio sociale diventano cruciali scolle pubbli�che in materia di brevetti e copyright, di tutela della concor�renza e sorveglianza del merca�to, di privacy e trasparenza. Dalle misure di quantità del capitale si passerà a quelle di qualità, istruzione, dinamismo, apertura culturale, con riflessi diretti sulla società civile. L'in�tervento dei governi diventerà molto più dilficile, ma in tal senso anche molto più politico, cario.bastasìn(a)lastampa.it li presidente degli Usa Bill Clinton e il fondatore di Microsoft Bill Gates

Persone citate: Andy Grove, Bill Clinton, Bill Gates, Carlo Bastasin, Friedman, Joseph Schumpe, Max Weber, Tocqueville

Luoghi citati: Boston, Chicago, Germania, Germania Est, Monaco, Usa