2001, Odissea nello spazio virtuale di Ugo Bertone

2001, Odissea nello spazio virtuale Prima puntata del viaggio nell'universo della new economy: i protagonisti, i problemi, gli scenari 2001, Odissea nello spazio virtuale Ugo Bertone LA tempesta, finalmente, è arrivata» potrebbe dire mi�ster Lou Gestner, numero uno deH'lbm. E' stato lui, l'esta�te scorsa, a definire le migliaia di nuove aziende Internet (le famose «dot.com», ovvero, in italiano, le «punto.com»l che stavano spuntando qua e là negli Stati Uniti come «dei moscerini che svolazzano pri�ma della tempesta». Oggi, quei «moscerini», sulle due rive del�l'Atlantico, sembrano cercare riparo sotto l'incalzare di una pioggia di vendite che si è scatenata sui titoli Internet nei listini di Borsa. Ma attenzione: lo Stock Exchange era l'ultima preoccu�pazione del boss dell'Ibm come lo è per buona parte dei padro�ni della nuova economia, da Jeff Bezos, «padre» di Amazon, uomo dell'anno per «Time magazine» a Bill Gates, un signore che pure guadagna (o perdei 5 mila miliardi di lire ogni volta che la sua Microsoft sale o scende dell'I"/o. In ballo c'è qualcosa di ben più importan�te: l'affermazione definitiva dell'economia digitale, ovvero l'avvento del regno di Internet, grazie alla grande tempesta che «non potrà che coincidere ha profetizzato Gestner con il momento in cui i mastodonti della vecchia economia capi�ranno la potenza di Internet e l'useranno per trasformarsi». Quel momento sembra arri�vato. Dallo scorso novembre i giganti di Detroit, Ford e Gene�ral Motors, hanno avviato il trasferimento di tutti i rappor�ti con i fornitori e gli altri partners commerciali sul Web, con l'obiettivo di diventare leaders nel «business to busi�ness», mentre ormai, lungo la Grande Rete, corre la maggior parte delle forniture d'acciaio «e-steel», delle materie plasti�che (Chemdex, Plasticsnet) o delle merci varie (VerticalNet, Supppliermarkot.coml. I gran�di de commercio tradizionale, da Barnes SNobles a Wall Mart si stanno convertendo, con l'aiuto di Oracle e Micro�soft, all'tie-commerce». E gli esempi possono continuare al�l'infinito. L'ultima parte del '99 verrà cos�ricordato comò il momen�to in cui Internet ha invaso l'economia americana. ««Il boom delle azioni della Rete magari sarà finito commenta Louise Kehoe, guru della nuo�va economia del «Financial Ti�mes» ma il boom del commer�cio elettronico comincia appe�na adesso». Ma per cavalcare Internet non basta aprire un sito e vedere cos�il proprio titolo salire in Borsa («è un po' come premiare scherza la Kehoe l'installazione di una linea telefonica in ufficio»!, o aggiungere un punto.coni al proprio marchio. Il passo deci�sivo per approfittare deir«e-business» consiste semmai nel travasare le nuove tecnologie in tutti i meccanismi aziendali: rapporti con i clienti, vendite, gestione dei rapporti umani, alleanze con altri produttori. Il commercio elettronico, in real�tà, è solo una parte, forse la più appariscente ma non la più importante, di una rivoluzione che è innanzitutto mentale. «Internet spiega Peter Drucker, il «filosofo» del manage�ment sta per avere un impat�to enorme sull'economia, e più ancora sulla nostra immagina�zione». «Pensale spiega sul Wall Street Journal Joseph White, esporto dell'industria dell'auto alla fabbrica tipo di inizio '900, la Ford Rouge proprio fuori Detroit. Là, tutte le matti�ne, entravano ferro, sabbia e carbone e alla sera uscivano le automobili. In quegli enormi capannoni si eseguivano tutte le fasi della trasformazione». E adesso? «Il valore di un'azien�da sarà sempre più definito dalla sua ricchezza immateria�le: la creatività dei suoi clesigners di chip, come nel caso di Intel, la genialità del suo sof�tware, vedi Sun Microsystems 0 l'abilità del marketing. Non è un caso che Microsoft valga ora mollo di più della General Motors, anche so quest'ultima possiede un patrimonio mate�riale assai più consistenti!». Fd è per questo che i giganti tradizionali, in America e fuo�ri, hanno deciso di raccogliere la sfida...«Il numero uno della Ford, Jack Nasser aggiunge White sostiene cho in futuro la prosperità di una casa auto�mobilistica dipenderà dalla sua capacità di anticipare le richieste del consumatore e non dalle attività manifatturie�re che verranno sempre più affidate all'esterno». Almeno in teoria, insomma («le dimensioni finanziarie e il controllo del ciclo produttivo serviranno sempre ammoni�sco lo storico Alfred Chandler per mettere a frutto le invenzio�ni, come dimostra la slessa Microsoft») le «corporations» potrebbero essere poco di più che dei marchi, dietro cui si svolgerà un'intensa attività di collegamento via web tra tante unità produttive, come già ac�cade alla Nike, colosso dell'ab�bigliamento sportivo che non possiede fabbriche; oppure fe�derazioni di alleanze alla pari tra ex nemici (basti pensare alla possibile intesa sul fronte dogli acquisti tra General Mo�tors e Toyota); o ancora associa�zioni di lavoratori sempre più autonomi e imprenditori di se stessi. Per tutti, aziende e indi�vidui, la vera ricchezza saia sempre più la conoscenza (in altri tempi, nota con ironia lo storico Alfred Chandler, Bill Gates avrebbe fatto l'impiega�to di banca e nessuno avrebbe finanziato Bezos...!, la capai ita ili innovare, di affrontare diret tamento i clienti ULa Rete prodica il fondatori' di Amazon ha dato un potere straordina�rio al consumatore»! e la consa�pevolezza di potere (e dovere) agire in un mercato senza confi�ni, con buona pace del potere dei politici. Tutto questo, si potrebbe dire, ha l'aria di un'americana�ta. Ma non si direbbe, a giudica�re dalla rapidità di reazione dei grandi gruppi, italiani ed euro�pei. "Siamo indietro di tre anni rispetto agli Usa commenta EnzoCusmano, il responsabile investimenti di Banca Leonar�do che si accinge a portare in Borsa più matricole Internet ma la storia ci insegna cho chi parto dopo recupera, il decollo dell'economia Internet, da noi, avverrà non più tardi del 2.001-2». «2001. odissea nello spazio virtuale», verrebbe da commentare. Ma la fantascien�za ci sembra ancor più vicina se si guarda al passato. «Quan�do iniziò l'avventura delle fer�rovie racconta Charles Ferguson,imprenditore del net sem�brava la follia. Mn nasceva anche qualcosa di reale. Qual�che finanziere è fallilo, ma le ferrovie, alla fine, sono slate costruite...». La tempesta Internet è arrivata, il mondo sarà una Grande Rete. Migliaia di aziende, in America e Europa, sono al centro degli interessi di risparmiatori di tutto il pianeta Ma l'effetto Web non è solo finanziario sta già modificando lavoro e tempo libero Le nuove tavole delle leggi virtuali cambiano la vita dei colossi dell'industria Persino il loro valore sarà dora in poi calcolato su dati «immateriali» quali il design, il software e l'abilità del marketing. Intanto i giganti della distribuzione si riconvertono all'è.commerce La rivoluzione è profonda In America i nuovi «filosofi» la paragonano all'invenzione del treno 1 grandi gruppi mostrano di sapere reagire rapidamente ma il vero shock in Italia è atteso il prossimo anno LA NUOVA ECONOMIA 9 2.209 MJi-f.imMrl.V.Wr-M-M.-MMI ] Spesa "h sul Pil ^ Spesa pro-capite LJ(Si; Spesa per occupato (S Usa) woj r^y/»! |QjSQ 11 w] i r CsQ i jiSO 1.46ti STATI GIAPPONE UNIONE REGNO GERMANIA FRANCIA ITALIA SPAGNA UNITI EUROPEA UNITO ■7T:U-l:li-W:rjHJ.lJ.lM-l.'BTT7T h Proiezione di crescita degli utenti nel mondo, 1995-2002 Dati in milioni 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002