Una vela magnetica ci porterà tra le stelle

Una vela magnetica ci porterà tra le stelle ASTRONAUTICA Una vela magnetica ci porterà tra le stelle SEMBRAVA un record ormai acquisito quello del Voyager I, apparentemente de�stinato ad ossero la prima astro�nave a varcare i confini del sistema solare. Invece, se le cose andranno corno sogna Ro�bert Winglee, dell'Università di Washington, la vecchia sonda, "anelala nel 1977 e ora a 11 miliardi di chilometri dalla Ter�ra, potrebbe ossero battuta da un veicolo concopilo con tecno�logie mai usale prima. La nuova astronave ha rice�vuto un finanziamento di moz�zo milione di dollari dall'Istitu�to per i progetti avanzali della Nasa: navigherebbe grazie alla spinta del vento solare, un flus�so di ioni e particelle atomiche ad alta energia che si sprigiona dalla nostra slolla e che si dirigo verso lo spazio esterno a veloci�tà comprese tra i 300 e gli 800 chilometri al secondo. Un'auten�tica bufera spaziale, capace di fornire una spinta enorme, a palio di saperla imbrigliare. Winglee pensa di aver trova�lo il modo giusto por farlo: una vola magnetica, una "bolla" immatoriale che si estenderebbe per chilometri attorno al veicolo intercettando il vento solare. Le velocità in gioco sono impressio�nanti: secondo i calcoli una Eiccola sonda (130 chili) potrebe essere spinta dal vento solare fino a 300 mila chilometri al�l'ora, dieci volle la velocità dello shuttle. Se lanciata entro i pros�simi dieci anni, sarebbe in grado di raggiungere e superare il Voyager l nonostante il grande vantaggio ormai accumulato da quest'ultimo. Chiamalo M2P2, il motore solare proposto da Winglee è mollo semplice, almeno in via teorica. Al centro di lutto c'è un solenoide, una bobina in allumi�nio che, percorsa da corrente, crea attorno a sé un campo magnetico. Una camera genera�trice di plasma, poi, riscalda una certa quantità di olio fino a 40.000 gradi. A questa tempera�tura gli elettroni vengono strap�pati via dalle loro orbite forman�do un plasma, gas non più composto da atomi, ma da parti�celle elettricamente cariche (io�ni ed elettroni), sensibili ai cam�pi magnetici. Spruzzato nello spazio, il plasma viene subilo catturalo dal campo magnetico del solenoide, che cosi costringe le particelle a circolare da un polo all'altro. Ma questo molo provoca a sua volta un campo magnetico più grande, che cattu�ra altro plasma disponendolo in uno strato più osi orno e cosi via. Cosi, in pratica, il campo magne�tico attorno al motore si gonfia, raggiungendo grandezze dell'or�dino di 30 e più chilometri. A questo punto le particelle che compongono il vento solare fini�scono por interagire con la gran�de bolla magnetica creala attor�no alla sonda, venendone devia�te e, quindi, esercitando una spinta. «La tecnologia por l'aro queste cose dico Winglee in sostanza e già disponibile. Se avremo successo, con la nostra idea potremmo andare più velo�ci di chiunque altro». In effetti la sua vola solare, almeno sulla carta, o superiore agli altri progetti avanzati negli ullimi ironl'anni. Tutte lo propo�sto precedenti puntavano infal�li a costruire volo "reali", che avrebbero dovuto essere allarga�le nello spazio por poi ossero spinto dall'energia dei fotoni. Ma i problemi di quei progetti sono molli, a cominciare dalla difficoltà di estendere un foglio sottilissuno per chilometri e chi�lometri. Winglee, semplicemen�te, la vola non co l'ha, e si affili;! alle sole forze elettromagneti�che. Anche per lui però restano ancora molli problemi da risol�vere. Ad esempio con campi magnetici cosi vicini gli strumenli elettronici dell'astronave avrebbero serie difficoltà a fun�zionare, l'or il momenlogli idealori del motore a bolla magneti�ca sono ancora impegnati nel dimostrare che il loro concetto può essere tradotto in realtà: nei laboratori dell'Università di Washington è in corso un test di «gonfiaggio» della bolla di cam�po magnetico. am.b. Contenitore dell'elio che deve essere trosformoto in plosmo Toppo di quarzo Il motore che forma la vela magnetica

Persone citate: Winglee