«Droga e vioieniu aIKospedule psichiatrico» di Paolo Colonnello

«Droga e vioieniu aIKospedule psichiatrico» Scandalo a Mantova, sotto inchiesta alcuni sanitari che avrebbero coperto una gestione disinvolta dei reparti «Droga e violenza aIl'ospedale psichiatrico» Un infermiere avrebbe stuprato una giovane ricoverata torinese Paolo Colonnello inviato a MANTOVA «Altro che droga e violenza sessua�le, questa storia, creda a me, si risolverà in una bolla di sapone». L'anonimo infermiere paro sicuro del fallo suo. Ma ci vuole un po' prima che il muro di silenzio, ben più spesso di quello di cemento, inizi a sgretolarsi intorno all'ospe�dale psichiatrico giudiziario di (Ca�stiglione, quello che una volta si chiamava «manicomio criminale». E quando finalmenle, dopo le sgar�berie del medico di turno e gli imbarazzi del personale ammini�strativo, qualcuno accetta di parla�re, ecco che dalle sbarre di questa struttura modello, l'unica in Italia a disporre di un reparto psichiatri�co femminile, emerge una storia che i giornali locali hanno già ribattezzato «a luci rosse». In due parole: un infermiere in servizio al reparto femminile, avrebbe approfittato quest'estate del minorato stato mentale di una giovane paziente detenuta per ave�re un rapporto sessuali! con lei, «Leu è una ragazza che qui all'ospe�dale tulli, aH'iuuiniinilà, descrivo�no come mollo bella, disinibita, di grande fascino: di origini torinesi, accusala di un delitto tremendo maturalo in ambilo familiare, la giovano e arrivata nel reparto fem�minile circa 7 mesi fa in "misura di sicurezza provvisoria", in attesa cioè di una definitiva valutazione del suo stalo mentale, già conside�ralo comunque sufficentemente compromessi). Ai carabinieri che la interroga�vano risulla non abbia mai raccon�talo di essere stata violetilala. Ma in ire lettere sequestrale nella sua stanzetta, i militari hanno trovato tutta un'altra storia. Che li ha convinti a depositare la scorsa settimana un rapporto alla procu�ra di Mantova ipotizzando una serio di reati: violenza sessuale e omissione di atti d'ufficio da parto di alcuni medici e paramedici che avrebbero tentato di coprire una gestione forse troppo disinvolta dei repatti. Un'inchiesta per ora talmente in fase preliminare che ancora non è stala assegnata ad alcun pubblico ministero. Ma con un contorno che per rendere più piccanti pietanze del genere non manca mai: consumo m droga nel reparto femminile. E' stato infatti proprio un pez�zetto di hitshis ritrovalo sul davan�zale della finestra della ragazza a far scattare le indagini. Un pezzet�to di droga sufficonte per non più di qualche spinello ma che non avrebbe dovuto stare in una strut�tura che olire ad essere sanitaria è soprattutto carceraria. Anche se dall'esterno è difficile capirlo: i quattro padiglioni ristrutturati ap�pena un anno fa che fonnano l'ospedale giudiziario psichiatrico di Castiglione delle Stiviere, asso�migliano in realtà più a un campus universitario americano piantato nel bel mezzo della campagna man�tovana che a una prigione: i 200 pazienti detenuti (di cui 60 donne), quasi lutti considerati incapaci d'intendere e volere, possono usu�fruire di piscina, campi da tennis e di basket, cinema, stanze singole o doppio con bagno, visita quotidia�na dei parenti. Il tutto gestito da un organico di chea 200 persone tra medici, infermieri e addetti vari e organizzalo in im regime comunilai io-terapeutico che consento un certo successo riabilitativo e molla libertà di movimento tra i reparti. Forse troppa, secondo i carabi�nieri che, dopo il ritrovamento dell'hashis, interrogando persona�le medico e paramedico, si sono resi conto che nel reparto si stava nascondendo qualcosa di più di un pezzetto di droga. E quando hanno scoperto le lettere della ragazza si sono convmti di aver fallo tombo�la. Anche se adesso, nell'ospedale, è una gara a ridimensionale il fatto: «Venl'anni che sono qui e non ho mai visto succedere niente del genere», dice il custode, E di violenza sessuale nessuno vuol senthe parlare: «Tull'al più un rappor�to consenziente spiega un impie�gato che vuole mantenere l'anoni�mato lei molto carina, lui un bel pezzo di ragazzone, si sono piaciu�ti, succede». E non è l'unico a pensarla così. Peccato che la giova�ne qui fosse detenuta e in cura psichiatrica, non in vacanza. Più loquace è il vicedirettore sanitario, nonché primario del re�parto femminile, Giuseppe Gradan�te: «A me questa ragazza non ha mai raccontato di essere stala vio�lentata e nemmeno di avere avuto rapporti sessuali con l'infermiere. Per questo siamo rimasti stupefat�ti da tanto clamore: questa vicen�da è anora tutta da da dimostrare. E poi dicono che sono indagati 10 medici per omissione di atti d'uffi�cio: ma se in tutto l'ospedale non siamo più di nove!». Gradante nega che la vicenda fosse nota tra il personale dei reparti. «Si sapeva che era in corso un'indagine dei carabinieri ma eravamo stati noi stessi a chiamarli». Ammette però che "quel ragazzone dell'infermie�re" è stato allontanato: «L'abbiamo trasferito cautelativamenle ma non sospeso né tantomeno licenzia�to». In effetti a chiamare i carabinie�ri, l'oltobre scorso, era stato lo stesso direttore sanitario. Michele Schiavon: non immaginava che l'inchiesta sarebbe arrivata cos�lontano. «Sono rischi che si corro�no ha spiegato ieri al telefono il fatto che si possano verificare epi�sodi del genere nella gestione di un reparto femminile dove opera per�sonale maschile è previsto statisti�camente. E se ciò che è avvenuto è vero, si tratterà comunque di un caso isolato che non ci farà cambia�re melodi». L'ospedale psichiatrico di Castiglione delle Stiviere

Persone citate: Giuseppe Gradan, Gradante, Michele Schiavon

Luoghi citati: Castiglione Delle Stiviere, Italia, Mantova