Il Trifoglio: mobilitazione contro il fronte referendario di Ugo Magri

Il Trifoglio: mobilitazione contro il fronte referendario L'OBIETTIVO DELL'EX PRESIDENTE AGGANCIARE BOSSI, BERLUSCONI E BERTINOTTI Il Trifoglio: mobilitazione contro il fronte referendario retroscena Ugo Magri ROMA MA voi davvero credete che Cossiga parli a casaccio?», si scandalizza Angelo Sanza, fedelissimo dell'ex Presidente: «Se ha dichiaralo alla Stampa che bisogna fare subito la legge eletto�rale, è perché lui ha in mente un disegno, un filo da dipanare...». Dove porti questo filo, di cui il Picconatore regge il gomitolo, lo si comincerà a intuire già oggi, quan�do un fattorino recapiterà la lette�ra solloscrilta in calce da Sanza medesimo, dal segretario sociali�sta Boselli e da quello repubblica�no La Malfa. Destinatari saranno i leader di tutti i partiti rappresen�tati nel Parlamento della Repub�blica, da Bossi a Castagnelti, da Cossutta a Mastella, da Bertinotti a Grazia Francescalo. Tutti la riceveranno, all'infuori di Veltro�ni, Fini e Parisi. «Loro no», spiega Sanza, «perché hanno dimostrato di volere a ogni costo il sistema maggioritario». E quindi, si affret�terebbero a cestinare una lettera che invece si annuncia come un vero e proprio appello alla mobili�tazione, una chiamala alle armi del fronte anti-referendario. Parola d'ordino del Trifoglio sarà: difendere fino alla morte identità e tradizioni politiche. So�sterrà, la missiva, che una nuova legge elettorale ha ben poco senso se non si lega a una più generale riforma del a Costituzione, anco�ra di là da venire. E tra le righe verrà fatta balenare l'idea, un po' diabolica, concepita nel cenacolo cossighiano a cavallo delle festivi�tà natalizie. Si tratta di una legge da approvare in gran fretta nelle prossime settimane. Pochi artico�li, quanti bastano per assorbire i quesiti referendari ed evitare che, se la Consulta tra quindici giomi darà via libera, in primavera gli italiani tornino a pronunciarsi sul�l'abrogazione della quota propor�zionale. La sottile differenza è che quest'ultima, nel piano del Trifo�glio, verrebbe cancellala dal Parla�mento anziché da un solenne pro�nunciamento di popolo. Dunque, non avrebbe lo slesso valore di verdetto ineluttabile. Cossiga ha teso la lenza ma, ammettono i suoi, non s'illude che abbocchino i partitini della mag�gioranza. I quali, lo rammentava ieri il prodiano Papini, sono vinco�lali al documento soUoscrilto il 18 dicembre scorso, nel pieno della crisi. «Nuova legge maggiori�taria», «ai cittadini il potere di scegliere maggioranza e gover�no», «no al trasformismo» erano i capisaldi di quella marna chanci da cui prese vita il D Alema-bis. Castagnelti, segretario del Ppi, non intende rinnegarli anche per�ché, confennano a Piazza del Go�sù, la sua scelta maggioritaria è sincera. Sulla scorta di sludi svol�li da Guido Bodrato, i Popolari hanno scoperto che il sistema per loro più vantaggioso è ciucilo in vigore al Senato, dove dei piccoli partiti resta consistente traccia. Altrettanto convinta, benché re�centissima, la conversione ni mag�gioritario dei cossuttiani, ribadita ancora ieri da Rizzo. Insomma, l'appello del Trifoglio da quelle parti farà poca strada. E tantome�no l'ipotesi di leggina. La corsa della maggioranza verso il referen�dum sembra inarrestabile. Ma allora, perché l'appello? «Aspellate e vedrete», risponde sornione La Malfa, con l'orecchio teso alle reazioni delle «tre B», vale a dire Bossi, Berlusconi e Bertinotti. Antimaggioritario, il leader del Canoccio lo è stalo sempre. Il Cavaliere, invece, lo sta diventando. Boccia in privato il modello di Palazzo Madama («Al Senato abbiamo sempre perso»), in pubblico elogia i meriti del cancellierato tedesco fondato, com'è nolo, su proporzionalo e so�glia di sbarramento. Quanto a Bertinotti, nello ultime settimane ha avuto contatti segreti con le altre due «B». E adesso, ecco la novità, in cambio del proporziona�le sarebbe disposto perfino a soste�nere l'elezione diretta del pre�mier. Cioè osaltamenle la propo�sta avanzata dal Trifoglio. Lega, Rifondazione, Forza Ita�lia (più i «quattrogattù di Cossiga) non hanno i numeri per varare la loro riforma. Tanto più che An è refrattaria alle nostalgie propor�zionaliste. «Sono pronto a scom�mettere con Cossiga», si sbilancia il portavoce Adolfo Urso, «che in questa legislatura la proposta dol Trifoglio non passerà». Ma intan�to la mossa prepaia il campo a una resistenza che, se si andrà al referendum, si preannuncia vasta e accanita. Molto più che un anno fa, quando pure venne a mancati! U quorum. E proprio in vista di quella battaglia, il cappello di Cossiga trabocca cii conigli. Alla Stampa ha già detto che voterà «rio» sui quesiti anli-sindacali, perché te�me la frammentazione del consen�so sociale. C'è dell'altro, sussurra chi gli stit vicino. Cossiga ha volu�to avvertire la Triplice che un «si» sulla quota proporzionali! potrebbe esseri! contagioso. E trasmet�tersi anche agli altri quesiti. L'ar�gomento dissuasivo deve averi' una sua forza, se è vero che lo stesso Berlusconi starebbe medi�tando il colpo a sorpresa: annun�ciali' anche lui, leader del centro�destra, un «no» ai referendum antisindacali, «Nulla è deciso», precisa l'azzurro Enrico La Log�gia, «ma sinceramente non mi sentirei di escluderlo». Cossiga, Boselli e La Malfa scrivono ai leader ma non a Veltroni e Parisi «Loro hanno già scelto la via del maggioritario» Il piano: una legge rapida per evitare comunque il referendum Scontato il no dei partitini di maggioranza,ma l'idea può tentare Lega, Forza Italia e Rifondazione Francesco Cossiga con Silvio Berlusconi. Nelle due foto sopra a sinistra Fausto Bertinotti e a destra Umberto Bossi

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