Par condicio, il centrosinistra accelera

Par condicio, il centrosinistra accelera Alla ripresa dopo la pausa natalizia due fronti minacciano la tenuta del cartello che sostiene il governo D'Alema Par condicio, il centrosinistra accelera E sulle riforme Cossiga scuote la maggioranza ROMA Le ultime esternazioni di Francesco Cossiga sulla legge elettorale e sull'amni�stia scuotono la maggioranza, mentre la decisione dei Ds di accelerare l'iter della legge sulla par condicio conferma che questo tema può diventare la prima mina per il nuovo governo. Sulle propo�ste avanzate dall'ex Capo dello Stato in un'intervista a La Stampa, i partiti che sostengono direttamente il governo D'Alema sparano a zero in modo presso�ché unanime dai Ds all'Asinelio, dai popolari ai verdi confermando in questo modo la crepa che divide la composita maggioranza raccolta attor�no a Massimo D'Alema: da una parte i partiti che sono entrati al governo, dall'altra il Trifoglio che si è astenuto, ma che non ha tardato a passare all'of�fensiva. E così, ecco schierati all'unisono e con particolare durezza il presidente dei senatori ppi Leopoldo EUa che dice a Cossiga: «non è più tempo di provocazio�ni e di sparale a salve»; il presidente dei deputati democratici Rino Piscitello: «Cossiga ha ormai con la politica un rapporto da passatempo e le sue sono provocazioni per vedere che effetto fan�no. Compresa l'amnistia, proposta balza�na». All'amnistia dice no il responsabile giustizia dei Ds Carlo Leoni («Siamo e resteremo contrari a qualsiasi forma di amnistia per i reati legati alla corruzio�ne e al fenomeno delle tangenti») e anche Marco Palmella se la prende con Cossiga: «Amnistia? Eltsin ha trovato una soluzione diversa, più chiara e leale, la consigUerei a Cossiga e al suo successore». E in questo clima di forte contrapposizione persinu proporzionalisti convinti come il verde Pieroni e il comunista Marco Rizzo sparano su Cos�siga: il primo dice che «i verdi rifiutano di tarare la loro politica sulle bizzarrie quotidiane di Cossiga», il secondo pur dichiarando «la vocazione proporzionalistica» del Pdci, sostiene che «non pos�siamo prescindere da una realtà che ci dice di un referendum e di una legge elettorale in quella stessa direzione». Ma se questa frattura tra nucleo duro della maggioranza e i suoi supixtrter estemi era in qualche modo preventivabile su temi come la riforma elettorale e l'amnistia, l'imminente riapertura della discussione sulla par condicio si prean�nuncia come un autentico campo mina�to. Marted�11 gennaio, dopo l'approva�zione da parte del Senato, riprende nella commissione Affari costituzionali della Camera la discussione sulla legge. Il dibattito tra i partiti si è infiammato dopo una lettera aperta spedila ai capi�gruppo di maggioranza dal presidenle dei senatori ds Gavino Angius: «Sono sbigottito per aver assistilo agli spot politico-pubblicitari del leader del Polo trasmessi dalle tv di cui egli è proprieta�rio», uno spot «da regime rumeno», «di un buonismo strabiliante», «il messag�gio era semplice: a tutto penserà lui, basta dargliene l'opportunità». Nella sua lettera ed è questa la novità di giornata Angius invila i colleghi di maggioranza ad «una appro�vazione in tempi rapidissimi in via definitiva della legge sulla par condicio e di quella sul conflitto di interessi», ma curiosamente non è su questo aspetto che arrivano le reazioni più dure alle sue ailermazioni. «Se la maggioranza non tollera nemmeno gli spot a pagamento dice il presidente dei senatori An Giulio Maceralini vuol dire che la situazione è davvero grave: caro Angius, il rumeno sei tu!». E il presidente dei senatori di Forza Italia Enrico La Loggia: «Angius usa at-gomenti da comunista sovietico per criticare Berlusconi anche quando fa gli auguri agli italiani». Ad Angius replica anche Mediaset: «Il senatore Angius farebbe bene a documentarsi: chiunque voglia fare pubblicità politica sulle nostre reti deve pagare gli spot in anticipo: si tratta di un regime di pari condizioni per tutti». Ma, al di là della polemica frontale tra maggioranza ed opposizione, sulla par condicio per il momento tarda ad arrivare quel soccorso rosso sul quale spera Palazzo Chigi. Il capogruppo dei deputati di Rifondazione comunista Franco Giordano annuncia che il prc potrà volare a favore della legge purché siano accolte alcune proposte comuni�ste, a cominciare da quella (già respinta dalla maggioranza) di «un plafond di spot gratuiti per tutti sulle reti pubbli�che e private», (f. mar.) Ds, Ppi, Asinelio e Verdi da una parte. Repubblicani, socialisti e cossighiani dall'altra Anche sull'amnistia il fronte è diviso Pannella: perfino Eltsin ha trovato una soluzione differente...

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