«Vogliamo il Leone di Damasco al negoziato» di Franco Pantarelli
«Vogliamo il Leone di Damasco al negoziato» Ma è improbabile che Assad accetti e vada in Virginia. La Albright : non aspettiamoci l'accordo di pace subito «Vogliamo il Leone di Damasco al negoziato» La richiesta di Gerusalemme apre il round Siria-Israele Franco Pantarelli NEW YORK E' comincialo con una richiesta israeliana, il negoziato con la Siria; quella che a Shepherdsiown, l'isola�la località a 70 miglia da Washin�gton in cui le delegazioni sono stale confinale, si presenti personalmen�te Hafez Assad, il presidonle siriano, come prova che la sua dichiarala volontà di pace e davvero genuina. Assad 6 uno che si muove poco, i suoi viaggi all'estero sono rarissimi e perfino nel suo Paese si mostra in giro molto di rado. E poi Farouk al-Shara, il suo ministro degli Esteri mandato a confrontarsi con il primo ministro israeliano Ehud Barak, è considerato il suo uomo di fiducia per antonomasia, quindi un plenipotenziarioa lutti gli effetti. Bill Clin�ton non ha certo fallo mistero di puntare alla pace fra Siria e Israele come il suo ultimo «regalo al mon�do» prima di lasciare la Casa Bianca, si è pubblicamente impegnalo a «dedicarsi a fondo» ai lavori e l'atmo�sfera degli ultimi preparativi, ieri, era decisamente di ottimismo, appe�na attenualo da Madeleine Albright, che in un'intervista ha esortato a «non considerare questo incontro come un semplice lavoro sui detta�gli. L'accordo non c'è ancora e non è da escludere che per raggiungerlo ci voglia una seconda fase di incontri». L'inizio delle discussioni a tre era previsto per il lardo pomeriggio di ieri, ma prima ci sono slati incontri separati di Bill Clinton con la delega�zione israeliana (dove sarebbe stata formalmente espressa la richiesta di avere Assad in persona) e poi con quella siriana (dovepresumibili^enle sarebbe stata data la risposta). Nessuno comunque ha avuto l'im�pressione che quella israeliana fosse un «precondizione" itrinunciabilc», per cui la presenza o meno di Assad non era considerata un vero scoglio da superare. I punti essenziali (que�sti s�irrinunciabili per tutte e due le parti) che l'accordo dovrà soddisfa�re sono noti; 1) la sicurezza di ambedue i Paesi; 2) la normalizza�zione dei rapporti; 3) la regolamenta�zione dell'uso delle acque; 4) quanta parte del Golan sono disposti a restituire gli israeliani che occupa�no quelle alture da oltre 30 anni. Qui, come si sa, Damasco ha un'idea di partenza semplice e preci�sa; tutto il Golan deve tornare siria�no. Per Israele invece il problema è più complesso, legato com'è ai mez�zi «alternativi» per garantirsi la sicurezza una volta venuto meno il vantaggio strategico fornito dal con�trollo delle alture, alla compensazio�ne che dovrà essere data ai coloni che nel frattempo nel Golan hanno creato i loro insediamenti, e cos�via. E qui subentra l'aspetto di cui si preferisce non parlare per il momen�to ma che è destinato a diventare essenziale: il costo di questa pace, se e quando si raggiungerà l'accor�do. Secondo alcune slime, fra gli aiuti in più da dare a Israele e quelli da cominciare a fornire alla Siria rome «premio», si potrebbe arrivare a 30 miliardi di dollari, una somma dieci volle superiore a quella che attualmente Israele riceve ogni an�no aoltreii dnppio degli aiuUglobali che gli StairÙniti danntfaTmto 11 mondo, cioè 13 miliardi di dollari. Per quando riguarda la Siria c'è anche il problema che, in quanto Paese ufficialmente catalogato «ter�rorista» dal Dipartimento di Stalo, per gli Usa sarebbe illegale fornirle aiuti. Barak dice che «il prezzo della più vittoriosa delle guerre è enorme�mente più alto del più pesante costo della pace» e la Albright dice che il problema dei costi è «secondario». Ma è possibile che al momento di fare i conti la maggioranza repubbli�cana al Congresso abbia parecchio da dire. Il costo di un'intesa sarebbe enorme per gli Usa: 30 miliardi di dollari in aiuti ai due Paesi Clinton non fa mistero di voler fare al mondo questo ultimo «regalo» prima di finire il mandato COSA CHIEDE: DAMASCO ^ Sìria GIORDANIA ^ EZ-ZARQA AMMAN ISRAELE ^ TRATTATO Dl PACE ^ NORMALIZZAZIONE A UBERO SPOSTAMENTO UOMINI MERCI ^ SISTEMI SICUREZZA A STAZIONE PRE-ALLARME SUL MONTE HERMON tì| PACIFICAZIONE IN LIBANO: DISARMO GUERRIGLIERI HEZBOLLAH PIÙ' TRATTATO Dl PACE CON IL LIBANO A GARANZIA RISORSE IDRICHE # SMILITARIZZAZIONE VASTE ZONE DELLA SIRIA MERIDIONALE SIRIA ^ RESTITUZIONE w DEL GOLAN FINO ALLE LINEE DEL A/ò/'bl: CIOÈ' SPONDA EST LAGO Dl TIBERIADE PIÙ' SORGENTI EL-HAAAAAA ó| ESPULSIONE 17.000 W COLONI EBREI ^RISARCIMENTO PER WDANNI A 100.000 PROFUGHI DEL GOLAN (DRUSI) ^SPARTIZIONE RISORSE IDRICHE ti| LIBERAZIONE SIRIANI DETENUTI IN ISRAELE AGLI STATI UNITI IA SIRIA CHIEDE ^ AIUTI ECONOMICI ^ ARMI MODERNE A DEPENNAMENTO DA USTA PAESI SOSTENITORI TERRORISMO ISRAELE CHIEDE A LAUTI FINANZIAMENTI PER II RIDISPIEGAMENTO MILITARE tìfc INFORMAZIONI Dl INTELLIGENCE/ SATELLITE SULLA SIRIA Da sinistra: il premier israeliano Ehud Barak, il presidente americano Bill Clinton e il ministro degli Esteri siriano Farouk al-Shara
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