Re Mida italo-svizzero sul jet dirottato di Paolo Colonnello

Re Mida italo-svizzero sul jet dirottatoRoberto Giori, uno degli uomini più ricchi del mondo, produce macchinari per la stampa di banconote per 130 Paesi Re Mida italo-svizzero sul jet dirottato Non lo sapevano neanche i rapitori kashmiri Paolo Colonnello invialo a LOSANNA K' dietro le porto spninj;iile di un palazzone grigio nel centro di Losanna, sede della «De La Bue Giori», importante società di produzione di macchinari per la slampa di banconote in mezzo mondo, che si nasconde l'ullimo mistero del «volo del millennio», ovvero dell'aero ri�masto per sette giorni in balia di un gruppo di dirottatori del Kashmir, ora svaniti nel nulla. Il titolare di questa società, Roberto Glori, italiano natura�lizzalo in Svizzera, un sessan�tenne sconosciuto al pubblico ma consideralo uno degli uomi�ni più importanti e ricchi del pianeta, ora infatti a bordo, come altri 1M ostaggi, dell'Air�bus della Indian Airlines dirot�talo. Per la precisione sedeva nel posto a fianco di quello della bella e sfuggente Cristina Cala�bresi, la bionda trentunenne milanese che ha fatto perdere lo suo tracco immediatamente do�po la liberazione e la cui pri�vacy è stata tutelata strenua�mente dai genitori. Secondo alcuni giornali gine�vrini, che ieri hanno rivelato il clamoroso retroscena, aggiun�gendo dunque il nomi; di un terzo italiano ai due che già si conoscevano, Cristina Calabre�si sarebbe la nipote di'Giori, secondo altri, semplicemente la sua segretaria, in ogni caso una donna in grande confidenza con lui. Ma di corto, ai terroristi del Kashmir, poco sarebbe importa�to di questi (lottagli; so avessero saputo d�avere tra i loro prigio�nieri uno degli uomini più facol�tosi del mondo, forse l'epilogo del dirottamento sarebbe stale ben diverso. Che riscatto avrob boro potuto chiedere sapend( di tenero in pugno una specie di «re mida» del capitalismo occi�dentali;, un uomo dalla cui socie�tà si calcola siano uscite 30 miliardi di banconote sparse nel mondo? Por questo, por tutelare la sua identità e garantire; la sua liberazione (insieme a quella degli altri ostaggi, ovvio), si sono mobilitati diplomazie e governi di decine di Paesi, solle�citati dagli olire 130 importanti bandiiori che costituiscono la selezionala clientela della «De la Rue Giori». V. cosi si capisco soltanto adesso perche Cristina Calabresi e i suoi familiari hanno fatto di tulio per impedire che la donna venisse a contatto con i giornalisti: una volta sbar�cala dall'aereo dirottato, la gio�vani; si è incontrala con la madre e insieme, dopo il breve ristoro di una notte a New Delhi, sono ripartile dall'India per la Svizzera su un jet privalo offerto, naturalmente, da «monsieur» Giori. Jet che anziché allerarre a Ginevra, come previ�sto dai piani di volo, ha preferi�to fermarsi a Zurigo, per depi�stare cosi anche i pochi giornali�sti che l'altra sera attendevano l'aereo allo scalo privalo di Ginevra. E dire che prima del rilascio degli ostaggi alla Farne�sina spiegavano che «il lavoro della ragazza non viene reso iole per porteggerla». E suo jadre, Camillo Calabresi, si era imitato ad aggiungere che la figlia «è segretaria di un grosso personaggio». Importante quan�to un presidenle del Consiglio, aveva aggiunto qualcuno bene informalo. Ma a incrinare la cortina di silenzi e misteri slesa intorno all'identità del passeggero sicu�ramente più importante del vo�lo dirottato in Afghanistan, ha pensalo involonlariamenlo l'al�tro ostaggio italiano: quel Mar�cel Masoch, un meccanico di precisione, figlio di immigrati bellunesi residenti in Svizzera che, forse per sdebitarsi con il generoso compagno di viaggio che aveva offerto pure a lui il volo di rientro in Europa sul jet privato, ha raccontato della sua esistenza ai giornalisti ginevri�ni. Aggiungendo qualche parti�colare: «Monsieur Giori ha spiegalo è stalo Ira i più attivi mediatori durante la prigionia, ha parlalo spesso con i dirollalori, calmandoli». Masoch, un no�me un destino, non si e reso conto forse di aver crealo ades�so qualche problema in più a monsieur Giori e sicuramente un attacco di bile ai separatisti del Kashmir. 1 quali però, pro�prio grazie a Giori, potrebbero invece aver avuto qualche ga�ranzia in più per la loro causa. Ma qui si entrerebbe nel campo minato della fantapolitica e del�lo spionaggio internazionale. E diventerebbe una storia che un buon giallista, ambienterebbe, guarda caso, in Svizzera. Con altri 154 ostaggi sull'Airbus della Indian Airlines si trovava uno degli uomini più importanti e ricchi del pianeta Cristina Calabresi è ripartita dall'India sull'aereo privato dell'imprenditore Nella foto grande l'Airbus indiano fermo sulla pista di Kandahar e qui sotto l'ostaggio italiano Marcel Masoch