La silenziosa ascesa deIl'uomo della Lubianka

La silenziosa ascesa deIl'uomo della Lubianka DAL KGB AL CREMLINO, TUTTI I MISTER! DI UN LEADER INAFFERRABILE La silenziosa ascesa deIl'uomo della Lubianka Gelido ed efficiente, sa evocare la voglia di rivincita dei russi personaggio Domenico Quirlco AI tempi della vecchia Urss le guide cercavano di evitare quel minaccioso palazzo dal�le mille finestre a due passi dal Cremlino. Quando qualche turista indiscreto domandava informazio�ni, allora rispondevano frettolosa�mente che erano le carceri manda�mentali di Mosca. La Lubianka, la sede dei servizi segreti, è sempre li, solida possente e misteriosa. Vladimir Putin è nato in quelle stanze dove è passala la storia e la controsloria della Unione Sovieti�ca, dove stanno, ben incasellali negli archivi, anche gli scheletri della Russia pltsiniana. Il nuovo, giovane padrone e la casa hanno finito per assomigliarsi: senza an�goli, lisci, fragorosamente carichi di insondabili misteri. La valigetta atomica di un ben olialo arsenale del terrore è da venerd�in mano a un uomo che sembra impossibile afferrare, neppure con ganasce ili ferro, per scuolarne l'enigma. Un leader che ha costruito una carrie�ra folgorante sull'uso della tv ma che quando parla al paese sembra intento più a un interrogatorio che a una esortazione politica. Che ha affondato nel mistero persino il domestico particolare di una mo�glie e Iparc) di due figlie adolescen�ti. Perfino a volare è andato da solo. 11 Kgb non era solo una organiz�zazione di spionaggio, ma anche un collage di radicale abitudini mentali, particolari modi di defini�re e reagire alle situazioni, melodi di azione, memoria. Chi ne ha praticato le stanze e i misteri ne esce, come Putin, talmente piegalo e forgialo da questa spartana disci�plina da non sentirne più il giogo, ma al contrario l'orgoglio. Il primo mistero di Putin affonda in quella Gennania dell'est, delicatissima marca di frontiera dell'impero, dove, giovanissimo, dirigeva tra�me e affari; e da dove, improvvisa�mente, fu richiamalo. Lo parcheg�giarono in una prestigiosa univer�sità, un esilio doralo e confortevo�le ma evidente. Clio pero sospende ma non interrompe una carriera. Putin è un uomo costruito per respirare tempi torbidi, e infalli, quando avverte il grande scricchio�lio precursore della morte dell'Urss è pronto ad affiancare i nuovi padroni che trasformano, rimediano , pasticciano la nuova Russia, Va con Sobchak, uno dei leader della gazzarra riformalrice e; San Pietroburgo, sua città natale piena di nostalgie e di rancori, dove furoreggia la privatizzazione che riempie le lasche di pochi e lascia per strada i cadaveri di molli, Putin appartiene a miesta gene�razione dei «nipoti di Breznev», cresciuti al tempo in cui la stagio�ne degli ideali era ormai defunta nella stagnazione, nel rassegnalo tran tran, nel fioco bolscevismo piccolo borghese. E' la generazio�ne che aspellava da tempo l'occa�sione di strappare il potere (e le proprietà) che la nomenklaiura gestiva naluralmenio «negli inte�ressi del popolo»; che ha beffalo la generazione dei «figli di Kruscev», gli idealisti che hanno invonlalo la perestrojka perdendosi poi nel gro�viglio dei loro sogni. E' a fianco di questi quarantenni che sanno esse�re feroci e hanno appetiti selvaggi che Putin sale le scalinate dei palazzi del Cremlino dove Eltsin cerca fedelissimi: da piazzare alla guida dell'apparato della sicurez�za che avvolge nelle sue spire la democrazia. Ma il suo obiettivo non ò il conto in banca, è stato educato al potere come disciplina. Chi meglio dell'ex capo dei servizi in Germania è in grado di guidare la ennesima reincarnazione del Kgk, della Ceka, della Ghepeu, del Nkvd: il servizio di sicurezza fede�rale. Chi se non Putin, quando gli scandali cominciano a rodere il fianco del vecchio presidente, può imbastire le contromosse per ta�gliare gli artigli al procuratore che osa alzare la voce contro il Potere? La carica di premier sembra un premio, fugace come lutti i regali di Elisili, Non ò che l'inizio. La grande intuizione di Putin è aver compreso che l'alto politico sostanziale e originale è la scelta del nemico. 1 nissi sono maiali di qualcosa di mollo più grave che la povertà, sono malati di fruslrazione: i russi non vogliono un ideali�sta, vogliono qualcuno che vinca, A disposizione per accontentarli c'è il Caucaso, questa periferia caotica e letale dove si è consuma�la l'umiliazione della ex potenza. Ma non basta: i russi, dopo anni di bollettini medici, di «raffreddori» e di «influenzo» presidenziali, esi�gono un leader che mostri muscoli che faccia karaté, che scenda in elicottero a capodanno nelle trin�cee, vogliono insomma un uomo della provvidenza Che molta in un angolo l'occidente che continua a dare lezioni e a blaioraro di una democrazia jeffersoniana in un posto dove si lolla per sopravvive�re. Putin non deve fare grandi sfor�zi, quello è il suo terreno: rimette�re ordino, ripulire, restaurare una russia di nuovo rispettata e polen�te. Ma vincere non basta. Il giorno della vittoria elettorale ha promes�so di pagare tutti gli arrelrali entro il quindici aprilo. Come tulli i suoi sfortunati predecessori. Il guaio è che per manienere la promessa questa volta i carri anna�li non bastano.

Luoghi citati: Germania, Mosca, Russia, San Pietroburgo, Urss