La leggenda di Spallanzani

La leggenda di Spallanzani SCIENZA 8i INFORMAZIONE La leggenda di Spallanzani COME DA SUPERFICIALITÀ' ED EQUIVOCI PUÒ' NASCERE UNA «SCOPERTA» CHE SI TRAMANDA COME AUTENTICA Marco Piccolino (*) DOTTOR Mazzarello, sono un giornalista, volevo intervistarla. Lei ha scoperto che il personaggio che inspirò Frankenstein è stato lo scienzia�to italiano Lazzaro Spallanza�ni. Lo ha scritto in un articolo pubblicato su «Nature» di que�sta settimana. Come? Che dice? Ho pubbli�cato s�un articolo su «Nature». Parlavo di Spallanzani, ma non facevo alcun riferimento a Frankenstein. Dicevo piuttosto che lo scienziato italiano è stato il modello per il diabolico dottore che in un celebre rac�conto di Hoffman (Der Sandmann) dà vita alla bambola meccanica Olimpia provocan�do la pazzia del giovane che se ne innamora. Racconto celebre a cui dedicò uno studio anche Freud. Tra l'altro il dottore del racconto si chiama "Spalanzani" (con una sola elle). Ma non è possibile. Ho sotto mano un articolo di "Repubbli�ca" di oggi, dedicato alla sua scoperta. Il titolo non si presta ad equivoci, "Frankenstein era l'italiano Spallanzani". E' nella pagina centrale, c'è una scena del "Frankenstein" oinematografico con Boris Karloff, e poi un ritratto di Spallanzani e di Mary Shelley, l'autrice del cele�bre racconto che è alla base del mito di Frankenstein. Sarà come dice ma di Frankenstein io nel mio artico�lo su «Nature» non ho proprio parlato. Sebbene questa conversazio�ne sia immaginaria, 4 fatti di cui si parla sono ben reati. À Paolo Mazzarello, famóso stori�co della scienza di Pavia (auto�re tra l'altro di una celebre biografia sul ' grande istologo italiano Camillo Golgi, tradotta anche in inglese dalla Oxford University Press), viene senza mezzi termini attribuita, su «Repubblica» del 12 giugno, l'identificazione "Spallanzani è Frankenstein", che Mazzarello non ha assolutamente preso in considerazione nel suo articolo su «Nature» del 7 giugno. In questa storia c'è dunque un equivoco, ma come è nato? | Possibile ctie un giornalista crei un caso cos�dal nulla? Come vedremo, almeno in que�sta circostanza, la spiegazione dell'equivoco si trova, e, se vorrà, Mazzarello potrà invo�carla davanti a chi, magari, lo criticherà per questa sua affer�mazione. In effetti, se si voleva parlare di un riferimento per il Frankenstein della Shelley, sa�rebbe stato forse più opportu�no citare i macabri esperimenti condotti a Londra all'inizio dell'800 dal nipote di Galvani, Giovanni Aldini. Aldini applica�va la corrente della pila di Volta da poco inventata alla testa o al tronco di criminali decapitati ottenendo moviinenti impressionanti, che facevano intravedere la possibilità di rianimare cadaveri utilizzando il fluido elettrico, quasi un fluido vitale. In effetti la stessa Shelley dice "di avere scritto il suo raccónto sotto la suggestio^ ne di questi esperimenti, di cui aveva parlato un sera con il marito e con Byron. Ecco dunque la spiegazione del caso Mazzarello-Frankènstein-Spallanzani: sul "Guar�dian" dell'I 1, giugno esce un commento all'articolo di Mazza�rello. Dopo aver fatto riferimen�to al personaggio del racconto di Hoffmann, l'autore prende in considerazione il Frankenstein di Mary Shelley, considerato, soprattutto per il pubblico in�glese, l'archetipo dei racconti dell'orrore in cui uno scienzia�to folle vuole dar vita a una figura mostruosa da lui creata. L'autore dell'articolo di «Repub�blica» legge con poca attenzió�ne l'articolo del "Guardian" e fa il sub pezzo basato sull'idea (che attribuisce a Mazzarello) di Spallanzani=Frankenstein (tra l'altro è meglio puntare sul personaggio creato dalla Shel�ley più noto al gran pubblico Frankenstein, rispetto al diabo�lico dottore dei racconti di Hoffmann, noto a una cerchia più ristretta). Dunque in questo caso il mistero è presto spiegato, per�ché abbiamo potuto osservare gli eventi quasi in tempo reale, e i "documenti" sono facili da trovare. Più difficile è quando false affermazioni ed errori non sono sottoposti subito alla critica e rimangono lì, anche per secoli, a costituire la base di luoghi comuni e stereotipi che sono poi difficili da sradica�re. Parlando di Galvani pensia�mo in particolare all'idea secon�do cui lo scienziato di Bologna avrebbe fatto casualmente la sua osservazione iniziale sul ruolo dell'elettricità nel moto muscolare della rana:' era inten�to a preparare un brodo di rane per la moglie malata quando scoppiò una scintilla da una macchina elettrica lontana è le rane morte fecero un salto. E che poi avrebbe scoperto la possibilità di eccitare con archi metallici la contrazione della zampe di rana (osservazione fondamentale poi per l'inven�zione della pila da parte di Volta) perché in casa ne aveva appese alcune ad asciugare con delle pinze metalliche. Ai tempi ■nostri ci si potrebbe aspettare un po' meno di superficialità da parte di chi scrive su soggetti scientifico-culturali, anche per�ché volendo riprendere un arti�colo pubblicato su «Nature» basta collegarsi al sito della rivista e leggere l'originale. Nel caso in questione si scoprireb�be tra l'altro che l'autore è Paolo Mazzarello e non "Mazza�rella" come «Repubblica» si osti�na a scrivere.. f) Universitàdi Ferrara A UN ARTICOLO DELLO STORICO PAOLO MAZZARELLO SU «NATURE» SI E'ATTRIBUITA LA TESI SECONDO CUI LO SCIENZIATO ITALIANO AVREBBE ISPIRATO IL PERSONAGGIO DI FRANKENSTEIN

Luoghi citati: Bologna, Ferrara, Londra, Pavia