Siamo il Paese che ha più minoranze linguistiche

Siamo il Paese che ha più minoranze linguistiche d�Gian Luigi Beccaria Siamo il Paese che ha più minoranze linguistiche lani, enzali, dini ati, greci: ela ta, do tniche SULLA Stampa di gioved�21 giugno si è parlato delle minoranze linguistiche in Piemonte: la Provincia di Torino ha appena individuato sessanta Comuni da tutelare, dove sarà possibile attivare, a partire dalle scuole materne, un insegnamento facoltativo della lingua di minoranza. Si pensa anche di aprire negli uffici pubblici uno sportello per i cittadini che utilizzano l'occitano o il franco-pro�venzale, di utilizzare indicazioni scritte rivolte al pubblico redatte nella lingua nativa, e di ripristinare nelle strade i nomi locali nei segnali indicatori. In Europa quasi tutti gli Stati hanno minoran�ze. A volte questo fatto crea seri problemi, come nel caso dell'incidente ferroviario (27 marzo 2001 ) accaduto in Belgio,' dove l'addetto agli scambi della stazione di Wavre, in Vallonia, non è riuscito a farsi capire alla stazione di Lovanio, nelle Fiandre, dove avrebbero dovuto fermare il treno: nelle Fiandre si parla una lingua di ceppo olandese e in Vallonia una lingua di ceppo francese. In Italia non si arriva a tanto, abbiamo se Dio vuole una lingua nazionale diffusa. Ma l'Italia è anche il paese che in Europa possiede più minoranze di tutti. Gli alloglotti (in genere disposti lungo i confini, o in aree isolate) sono circa il 50Zo della popolazione. Tra le minoranze neolatine vanno annoverate, oltre al sardo e al friulano, le "francoprovenzali" delle valli della provincia di Torino a Nord di Susa, e in Val d'Aosta, nel Meridione a Celle San Vito e Faeto in provincia di Foggia, le "occitane" delle valli del Piemonte a Sud di Susa (con isole tipo quella di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza), le "francesi" in Val d'Aosta, alta valle di Susa e valli valdesi, le "ladine" nelle valli dolomitiche, disposte attorno al massiccio del Sella, le "liguri" in Sardegna, a Carloforte e Calasetta, dove si parla un genovese arcaico, infine le "catalane" ad Alghero. Ci sono poi minoranze non neolatine: le "walser" in alcuni paesi della provincia di Vercelli, Novara e valle d'Aosta, le "carinziane" e le "sudtirolesi", le "slovene" lungo la fascia di confine orientale delle province di Udine, Gorizia e Trieste, le "croate" del Molise, le "albanesi" in una cinquantina di paesi centro-meridionali, specialmente in Calabria, le "greche" in una decina di paesi della provincia di Lecce e in tre o quattro della provincia di Reggio Calabria. Penso che la tutela delle minoranze sia giustissima, sacrosan�ta, purché non corra il rischio in qualche suo aspetto di generare chiusura. C'è spesso un risvolto politico, per cui capita che in modo ingiustificato si identifichi la differenza linguistica con una differenza "etnica", allo scopo di appoggiare pregiudizi e superficiali generalizzazioni. ii Sardi e friulani, francoprovenzali, occitani, ladini e catalani, walser, croati, albanesi e greci: la loro tutela è sacrosanta, ma evitando chiusure etniche

Persone citate: Gian Luigi Beccaria, Lovanio, Wavre