Il giudice Carnevale condannato a 6 anni di Lirio Abbate

Il giudice Carnevale condannato a 6 anni Il giudice Carnevale condannato a 6 anni Rovesciata l'assoluzione di primo grado. L'imputato: incredibile Lirio Abbate PALERMO Il 7 maggio scorso Corrado Carnevale aveva chiesto ai giudi�ci d'appello d�definire al più presto il processo perché tra �suoi impegni immediati c'era quello d�ricoprire il ruolo di primo presidente della Corte d�Cassazione. «Il mìo nome ave�va detto ai giudici è in cima alla lista d�26 emeriti magistrati in possesso dei titoli per ricoprire la carica, vorrei che questo pro�cesso d�concludesse presto». Detto fatto. La richiesta è stata accolta dalla corte d'appello, pre�sieduta da Vincenzo Oliverì, a latere Biagio Insacco e Rosalba Grimaldi Terrasena, i quali han�no fatto in fretta (poco più d�un mese la durata del dibattimento) e in cinque ore e mezza di camera d�consigho hanno ribal�tato la sentenza d�primo grado e condannato l'ex presidente della prima sezione penale a sei anni d�reclusione per concorso in associazione mafiosa. Il sostitu�to procuratore Leonardo Agueci, che dal prossimo mese sarà tra�sferito al ministero della Giusti�zia all'ufficio ispezioni, aveva chiesto otto anni d�carcere. Carnevale era stato assolto l'S giugno dello scorso anno dai giudici della sesta sezione del tribunale di Palermo, presieduti da Giuseppe Rizzo, lo stesso collegio che aveva assolto Fran�cesco Musetto, il presidente del�la Provìncia d�Palermo. Il giudi�ce che tutti chiamavano «ammazzasentenze» era stato giudi�cato con la formula prevista dall'articolo 530 secondo com�ma del codice di procedura pena�le, la stessa con la quale è stato assolto il senatore Giulio Andreotti. Per i giudici di primo grado la prova della sua responsabilità era mancata, era contraddittoria o insufficiente. Adesso tutto si ribalta. La sentenza di condanna di ieri pomeriggio riapre, inaspet�tatamente, uno squarcio nella lotta alla mafia e nella fondatez�za dei processi che sono stati istruiti dalla procura d�Palermo. Secondo �difensori. Carneva�le sarebbe rimasto a casa ad attendere la notìzia del verdetto perché sicuro della sua innocen�za, e soprattutto del fatto che il cohegio presieduto da Vincenzo Oliver�avrebbe confermato l'as�soluzione. Il suo primo commen�to è stato: «E' incredibile». Al sostituto procuratore sono bastate quasi dieci ore per espor�re la requisitoria. Il pg ha accusa�to Carnevale di «esasperata ricer�ca dell'errore» nelle sentenze di condanna dei mafiosi e di «meccanìsmi per "aggiustare" �proces�si». Sono 39 i collaboratoli d�giu�stizia che hanno parlato del giu�dice come il magistrato al quale �boss mafiosi avrebbero affidato le speranze per ottenere l'annul�lamento d�condanne all'ergasto�lo. Per l'accusa in Cosa nostra era scontato il suo appoggio ai boss. Ma non solo dai pentiti l'accusa ha istruito il processo: contro l'ex presidente hanno puntato il dito anche alcuni colleghì, come Antonio Manfredi La Penna, il quale ha sostenuto che i magistrati della prima sezione penale «per non fare un torto al presidente seguivano la sua lì�nea», cercando il cavillo giuridi�co per annullare il lavoro svolto dai pm palermitani. Secondo l'ac�cusa «il forte ascendente che Carnevale aveva sui colleghì» li avrebbe portati a seguire le sue decisioni in camera di consiglio, «stabilendo inoltre l'orientamen�to dei vari coUegi alla ricerca dello spunto per annullare il verdetto». Ma è sulla revoca degli ergastoli per romicidìo a Monreale del capitano dei carabi�nieri Emanuele Basile che si è basata gran parte delle accuse. Anche qui ci sarebbe stata la mano di Carnevale per «volere d�Cosa nostra». La sezione penale della Cassazione, presieduta da Carnevale, nel febbraio 1987 an�nullò gh ergastoli per Vincenzo Puccio, Armando Bonanno e Giu�seppe Madonìa, «per l'omesso avviso a taluni difensori della data di estrazione dei giudici popolari». I pm, in particolare, contestavano «un'inammissibile svalutazione», una «isolata consi�derazione» e ima «conseguente svalutazione» degli elementi for�niti dall'accusa, e sostenevano che se le prove fossero state considerate nel loro complesso si sarebbe dovuti pervenire a una condanna di Carnevale. Nel ricorso presentato dalla procura si sottohneava che l'ex presiden�te aveva «mentito» su vari punti, e in particolare sui suoi rapporti con il senatore Giulio Andreott�e con il senatore Claudio Vitalone, e sulla sua rinuncia a presie�dere le udienze della Suprema Corte sul maxiprocesso a Cosa Nostra. La Cassazione fu presie�duta in quell'occasione da Pa�squale Vincenzo Molìnari. Per il pm Gaetano Paci, che ha sostenuto l'accusa in primo gra�do «i giudici d'appello hanno deciso sulla base degli stessi elementi probatori che avevano quelli di primo grado». «Le stes�se prove dice Paci sono state valutate sia prima che adesso, e la sentenza è stata di condanna». La corte d'appello ha ritenuto che il magistrato abbia cercato i cavilli per «aggiustare» i procedimenti ad alcuni mafiosi Contro di lui molti pentiti ed anche un collega

Luoghi citati: Monreale, Palermo