G8 L'armata dei sognatori e le ragioni dei Grandi di Renato Rizzo

G8 L'armata dei sognatori e le ragioni dei Grandi TRA IL PORTAVOCE DEL CARTELLO ANTI-VERTICE E L'AMBASCIATORE G8 L'armata dei sognatori e le ragioni dei Grandi forum Renato Rizzo inviato A MILANO IL quadro è gonfio d'ombre. C'è U rischio che la contesta�zione degeneri in violenza e accenda la rabbia di chi, a priori, vorrà calare su Genova solo per autoalimentare la pro�pria cieca voglia di rivolta; ma c'è anche U timore che U dibatti�to esploso aU'intemo del gover�no sugh atteggiamenti da assu�mere nei confronti deUa prote�sta anti-G8 possa concludersi conia, «vittoria» dei falchi e l stringere pericolosamente in un angolo U proteiforme «eserci�to dei Ciompi». Senza trascura�re, pòi, l'atteggiamento d'una parte deUa sinistra che, specie attraverso i media, «soffia sul fuoco» e cavalca la pohtica del tanto peggio tanto megho specu�lando su possibili incidenti. Con l'intenzione di cogliere, così, due opportunità: soffocare lo scomodo movimento antagoni�sta e mettere in crisi una mag�gioranza appena nata con l'ac�cusa di non saper gestire l'emer�genza. E' Vittorio Agnoletto, porta�voce del Genoa Social Forum che, oggi incontrerà i ministri Scajola e Ruggiero, a disegnare per «La Stampa» questo quadro. Lo fa durante un «faccia a faccia» nella redazione mUanese con l'ambasciatore Boris Biancheri che guarda con prag�matico scetticismo al «negozia�to di Roma tra Gsf e govemo che forse potrebbe attenuare i rischi» ma anche annegare in un nuUa politico. S'interroga: «Con un organismo che rappre�senta 700 sigle e, quindi, 700 idee come ci si può confronta�re? Rimanendo, poi, viva la possibilità che la furia di qualcu�no metta davvero a soqquadro la città». Partiamo da qui, Agnolet�to: dalla violenza che lei stesso dice di temere e che per molti, magari a torto, starebbe nel Dna di quello che voi chiamate «armata di sognatori». Agnoletto. «Non voghamo scon�tri. Diamo voce ad un miliardo di diseredati e qualsiasi inciden�te inficierebbe questa missione. Terremo lontano da noi chiun�que cerchi il contatto fisico o la guerra. Per questo motivo di�chiareremo pubblicamente, pri�ma d'ogni azione di protesta il 20 lugho, dove, quando e che cosa faremo. La manifestazione si articolerà in varie "piazze": la gente potrà sceghere a quale partecipare. Sapendo che ci sa�rà l'area del sit-in assolutamen�te pacifico con uomini e donne pronti a sciogliersi agh ordini deUa pohzia; queUa in cui non si ubbidirà e ci si farà trascina�re via di peso. E queUa compo�sta da chi tenterà di violare la zona rossa senza comunque usa�re violenza a cose o ad agenti». Ci sta descrivendo una sor�ta di servizio d'ordine sul tipo di quelli, storici, che hanno accompagnato tan�te manifestazioni di parti�to o di sindacato? Agnoletto.«No, non proprio: dobbiamo ancora pensare come organizzarlo. Una cosa è certa: terremo lontani gh infiltrati, sia quelh di gruppi violenti che non aderiscono al Genoa Social Forum, sia quelh, che ovvia�mente non mancheranno, manol vrati dai servizi». Lei annuncia ufficialmen�te che garantirete la pace a Genova in quei gi orni? Agnoletto. «NeUe zone ih cui ci muoveremo noi, sì. DeUe altre, è ovvio, non rispondiamo. E' compito deUa pohzia. E dipen�derà anche dagh spazi che avre�mo a disposizione. Pensi aUa famosa zona giaUa. Lo stesso capo deUa pohzia De Gennaro ci ha fatto capire d'essere d'accor�do con noi: U divieto a manife�stare in quell'area creerebbe una pericolosa compressione. Comunque U tema degh scontri è la cruna dell'ago attraverso la quale dovremo passare». Biancheri. «Il problema è come raggiungere davvero que�st'obiettivo su cui tutti siamo d'accordo. Siete tanti, forse troppi sotto questo carteUo: cat�tolici, ambientalisti, chi si batte contro U lavoro minorile, maga�ri per difendere la sua produzio�ne. E, poi, in caso di incidenti, sarà molto diffìcUe fare distin�zioni, individuare responsabihtà. Sappiamo che in molti dei partecipanti a questi cortei c'è vogha di distinguersi, d'essere diversi. La violenza lo abbia�mo visto da Seattle in poi rischia d'essere addirittura un veicolo pubblicitario per U mo�vimento». Agnoletto. «Pubblicità? Sareb�be solo ed esclusivamente nega�tiva. Lei, poi, parla di simboli? Perché negarlo? Li abbiamo, ma dietro c'è sostanza, ci sono idee». Lei, Agnoletto, sta avvian�do un dialogo con le istitu�zioni. Pensa davvero che sarebbe stato possibUe se qualcuno, anche tra voi, non avesse evocato il fanta�sma della violenza? Agnoletto. «La paura deUa vio�lenza è la debolezza deUe istitu�zioni». Allora la vostra forza è la minaccia della violenza?» Agnoletto. «No, non ne esiste più la necessità. Guardiamo Se�attle: è stato lo scoppio mediatico deUa contestazione, queUo che ha bucato lo schermo. Oggi certamente non ci serve una Seattle 2. Non dobbiamo più spiegare che esistiamo, ma per che cosa esistiamo. I nostri temi sono stati riconosciuti. Siamo U popolo di Porto Alegre» Biancheri.«Molti dei vostri te�mi sono generici, rimangono sul tavolo. Per altri, poi, si fa già moltissimo proprio grazie aUa globalizzazione. Perché se è sba�ghato mitizzare questo proces�so, è altrettanto errato demoniz�zarlo». Veniamo al problema che ha generato la protesta di Genova: Il G8 ha una legitti�mazione o è un consesso di potenti che operano abusi�vamente? Agnoletto.«Lo ha detto Gorba�ciov proprio su "La Stampa": questi vertici non godono deUa necessaria legittimità. Nessuna comunità nazionale o intema�zionale ha dato loro l'incarico di decidere la politica del mon�do e, quindi, il destino dei popoli. Biancheri. «Gorbaciov... ricor�do quando non vedeva l'ora di entrare nel GB, ma lasciamo stare. Lei, Agnoletto, parla spes�so deUe colpe dei paesi ric�chi...». Agnoletto. «Certo. E dico che la ricchezza andrebbe distribuita in modo diverso». Biancheri. «Siamo all'utopia. Significa dimenticare che gli Stati più fortunati già fanno molto per quelh in via di svUuppo. Se non altro, perché gh conviene. Esemplifico al massi�mo: per tentare di risolvere certi problemi basta prendere i 30 paesi più poveri e vedere che cosa i ricchi possono fare per loro. Mica è necessario mettere a soqquadro il mondo...». Agnoletto. «Questo è un compi�to di competenza deU'Onu che, purtroppo, è legato da miUe vincoh. Comunque, una cosa è certa: non spetta al G8». Biancheri. «Ma guardi che gli Otto Grandi non sono delegati ad assumere decisioni. Queste riunioni servono, più che altro, ai capi di Stato e d�govemo per sentire gli umori dei propri omologhi. Genova sarà impor�tante perché vedrà, in qualche modo, la prima uscita di Bush sul grande palcoscenico intema�zionale e per i contatti con il primo ministro giapponese». Agnoletto. «QueUi, le decisioni le prendono. Di fatto. Dando noi disposizioni a chi deve realizzar�le concretamente». Ma, allora il Gsf, se voi non riconoscete la legittimità del GB non riconoscete, im�plicitamente, neppure le possibili proposte che que�sto vertice farà per migho�rare il mondo nel suo com�plesso. Agnoletto. «Infatti. I nostri in�terlocutori, a questo punto, so�no gli stati nazionali. Per que�sto abbiamo accettato volentie�ri la proposta di Casini: deside�riamo che le nostre idee arrivi�no in una sede istituzionale come il Parlamento» Biancheri. «Confesso che ho grande ammirazione per U co�raggio del presidente deUa Ca�mera che accetta di dialogare su questi argomenti. Neppure il presidente deUa Banca Mondia�le, forse, si sentirebbe di farlo. Capisco se il tema fosse specifi�co, come la lotta aU'Aids, ma l'universo mondo... ». Agnoletto. «A noi interessano i confronti sui contenuti e su questi discuteremo. Parleremo anche di Aids: chiederemo che l'Italia coUabori a modificare le regole imposte dalle multinazio�nali dei farmaci. Ma non rinun�ciamo ai grandi nodi mondiali li dibatteremo a Genova in quel Public Forum che dovranno dar�ci e che, a tutt'oggi, non sappia�no neppure dove sarà. Discute�remo d�lotta alla disuguaglian�za, del "no" alla vendita del mondo, deUa necessità di canceUare i debiti che strangolano gli stati più miseri, le alternati�ve a certa economia che mira solo al profitto». In Parlamento parlerete anche di questo? Agnoletto. «Perché no? A condi�zione che tutto ciò non si tra�sformi in una sorta di spot pubblicitario per qualcuno». Biancheri. «Torniamo alla pro�testa anti-G8. Lei ha parlato delle vostra prossima riunione a Porto Alegre. E se vi vietasse�ro di tenerla, accusandovi d'ar�rogarvi U diritto di decidere l�delle sorti del mondo?». Agnoletto. «Per carità, noi non decidiamo niente. E non avrem�mo nulla contro gli Otto se si riunissero a parlare dei "fatti loro". Guardi, non è un proble�ma di preferenze politiche. A me non piace certo Berlusconi, ma non metto in dubbio la sua legittimità a governare e a pren�dere decisioni che riguardino l'Italia. E' stato eletto per farlo, quegli altri che si troveranno a Genova, no». C'è, all'interno del gover�no, un atteggiamento ambi�valente nei confronti deUa vostra protesta. Che cosa ne pensa, Agnoletto? Agnoletto. «Credo che una posi�zione di chiusura possa spinge�re U movimento in un angolo, con tutti i rischi che ciò potreb�be comportare. La politica deve capire che si tratta, ormai, d'un movimento epocale: guarda avanti, guarda lontano, al futu�ro del pianeta. Con esso bisogna comunque confrontarsi, non si possono chiudere gh occhi o liquidarlo con un'alzata di spal�le. Il dibattito che sta attraver�sando la maggioranza si replica anche aU'intemo deUe forze deU'Ordine e dei Servizi segreti. Se prevarrà la logica d'una chiu�sura sarà un grave errore per tutti. Questo deve comprender�lo anche quella parte della sini�stra che diabohcamente perse�vera negh errori di 25-30 anni fa e ci fa venire un dubbio: qualcuno pensa o spera che giorni segnati da gravi incidenti possano portare aUa sconfìtta del Gsf e ad una critica di massa al govemo incapace di gestire la situazione, consentendo in que�sto modo ad una sinistra mode�rata e liberista di raccoghere cocci ed onori». AGNOLOTO «Terremo lontano chiunque cerchi lo scontro fisico Dobbiamo ancora pensare a come organizzare un servizio d'ordine del corteo ma non accetteremo i gruppi violenti Ne rispondiamo per le nostre zone» BIANCHiRI «Sotto il cartello del Gsf siete troppi In caso di incidentisarà difficileindividuarele responsabilitàGli scontrida Seattle in poirischiano di essereun momentodi pubblicitàdel movimento» AGNOLETTO «Anche Gorbaciov sostiene che i vertici non hanno legittimità Chi vi ha dato l'incarico di scegliere la politica del mondo intero?» BIANCHERI «Non è vero, questi incontri non sono delegati ad assumere decisioni ma servono soltanto ai premier per sentire gli umori dei colleghi» In alto a sinistra Agnoletto con Biancheri prima del forum della Stampa. Qui sopra: contestatori anti-G8 e, sotto il titolo, i lavori a Genova in preparazione del vertice