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IL MALE NON E' NERO NE' BIANCO IMMIGRATI E CRIMINALI IL MALE NON E' NERO NE' BIANCO Filippo Ceccarell�SANGUE senegalese in Ro�magna; sangue d'immigra�to extracomunitario «in rego�la con i permessi» come subito ha inteso chiarire un'agenzia di stampa è stato versato l'altra notte per mano, anzi per affìlatissima lama o arma bianca italiana. E insomma: un gruppo di giovani disgraziati, forse ubriachi, certo resi ciechi dal�l'odio, ha preso a coltellate e ucciso un uomo di trent'anni, Sarr Gaye Samba Diouf, opera�io di una cooperativa, che li aveva invitati alla calma pren�dendo le difese del proprieta�rio di una panetteria, da tem�po scelta come teatro delle loro scorribande notturne. E' successo a Rimini, città cruciale della civiltà post-mo�derna, luogo di inusitate me�scolanze culturali e non solo. Ebbene, capitato al forno per comprarsi un po' di pane cal�do, o un cornetto, o un pezzo di spianata. Samba è rimasto lì, bocconi, con 15 ferite di arma da taglio nel corpo; quin�dici colpi che, da quel che è dato di capire di quel furioso parapiglia, potevano finire ad�dosso al fornaio, o a chiunque altro si fosse trovato nei paragInvece e toccato proprio a lui, arrivato da cos�lontano, di lasciarci la pelle; magari al posto di un altro italiano. E adesso sarebbe perfino como�do di consegnare questa spe�cie di sacrificio all'attenzione di chi dilata o addirittura in�venta responsabilità di extra�comunitari in vicende di cro�naca nera; oppure di offrirlo, con opportuna animosità, a chi ha scelto di costruire il proprio consenso sulla paura di un'immigrazione da identi�ficarsi automaticamente co�me criminalità. Ma a che servi�rebbe? In realtà, più di tante altre, questa uccisione interrompe una routine, lesiona stereoti�pi, ribalta parametri e indica che il male non conosce confi�ni; tantomeno è questione di bianchi o neri, di immigrati o italiani; ma di vittime e di carnefici, semmai, di Caino e Abele. Per questo, anche a costo di ripetere una frase fatta, si può forse ritenere che il sangue di Sarr Gaye Samba Diouff non è stato inutile. Per questo solo: anche se il dolore di una morte resta più forte della storia e della geografia.