Per Spoleto ho venduto un Modì di Fiorella Minervino

Per Spoleto ho venduto un ModìNOVAWTAANMi ILCOMPOSITORE LI FESTEGGERÀ A GIORNI CON DOMINGO E PAVAROTTI Per Spoleto ho venduto un Mod�Menotti si racconta: una vita per il Festival Fiorella Minervino SPOLETO Lì/ ALTRA notte ha sognato di " passare ad altra vita, passegI glande non tra le nebbie e i furai dell'Ade, bens�nelle sale del suo delizioso Palazzo Campello. Francis, il figlio adottivo, lo seguiva lagnandosi; «Come facciamo ora, non abbiamo i soldi per il funerale. Che ne sarà del Festival? Potevi almeno aspettare un po'». Mortificato il neofantasma si scusava; «Mi spiace, mi scuso, non so che cosa farci». D'improvviso si è svegliato dall'incubo. Ha raccontato tutto alla cameriera con la colazione; lei gli ha assicurato che è di buon augurio, lui si è sentito felice. Sono in tanti, tantissimi a raggiungere Spoleto nei prossimi giomi per fargli auguri speciali; il «sognatore» è il composito�re Giancarlo Menotti che il 7 luglio compie 90 anni e domani inaugura il 44" Festival di Spoleto. Per manifesto ha voluto un dipinto di Balthus,(artista che venera e al quale aveva chiesto di partecipare prima della scomparsa), «Pittore e modella», dove una bambina inquietante sta seduta leggendo, vici�no alla sedia, mentre l'artista, di spalle, scosta la tenda per far entrare la luce. «E' simbolico del mio momen�to» spiega Menotti, vivacissimo, ele�gante, spiritoso, con una cultura vastis�sima che trapela come per caso, «Io sono l'artista che va verso l'aria e il cielo, lasciando dietro a sé gioventù e cultura». E' rilassato Menotti nel suo giardi�no, parla volentieri, pur travolto da una valanga di problemi e richieste, prima della prova generale dell'opera che inaugura quest'edizione, «La San�ta di Bleeker Street», da lui composta e tuttora la prediletta. Fra i suoi 90 anni e i 44 del Festival di Spoleto quali la emozionano di più? «Entrambi. Mi sono accorto in 90 anni di vita che l'esperienza non serve. Conta l'intelligenza. Uno stu�pido da giovane , lo è ancor più da vecchio e viceversa. Me li sento tutti addosso i 90 anni, per la mancanza di memoria. In fondo, spremi spremi una vita, si rimane con pochi ricordi, quelli che conta�no. Cos�si ripetono le stesse cose e tutti pensano che i vecchi siano noiosi. Quanto al Festival non pen�savo potesse durare tanto. Una volta era messo insieme con lo sputo, senza mezzi e sempre in pericolo, ora è consolidato,un mo�dello per tanti altri». Quali gli omaggi al Festival per il suo compleanno? «Placido Domingo e Luciano Pavarotti vengono qui per la prima volta, a cantare in Duomo per il concerto di gala, riconoscendomi come composi�tore, non quale direttore. Cos�pure Renée Fleming, la cantante che qui è nata, presentai all'Opera di Parigi e divenne una stella. Domingo è arriva�to nel mio castello in Scozia per chiedermi di scrivere un'opera su Goya, che non ho ancora pubblicato, è andata in scena 3 anni fa a Wasington e ora a Vienna. Pavarotti mi telefonò a New York per dirmi che aveva ammirato la mia "Bohème" e voleva rifarla. GU spiegai che era costretto a far di tutto, recitare an�che. Lui accettò a patto di non raccogliere nulla da terra, vista la stazza e la fatica. Cos�sistemammo sopra un divano l'oggetto che doveva afferrare dal suolo». Lei ha cominciato da bimbo a suonare e comporre. Come mai cosi presto? «Mia madre amava la musica, suona�va al piano Beethoven, Mozart, Chopin. Eravamo 8 figli, abitavamo in una grande villa vicino a Varese. Solo a me era consentito addormentarmi in salotto al suono della musica. A 6 anni decisi di diventare un composi�tore, non direttore d'orchestra. Ave�vo una bella voce e mettevo in musica le poesie più licenziose di D'Annunzio, senza capirle. Termina�ta la terza liceo, dichiarai di volermi dedicare solo alla musica. Per mio padre, arricchitosi in Colombia, e ormai gentiluomo di campagna, fu una tragedia. Mia madre, attraverso amiche, mi condusse da Toscanini, per chiedergli cosa fare. Fra lo stupo�re generale, Toscanini rispose: "Suo figlio ha ragione, l'arte richiede dedi�zione completa. Cominci subito, non in Italia perchè i Conservatori sono mediocri, vada a Filadelfia dove dirò io"». Allora deve a Toscanini la sua scelta definitiva? «In un triste giorno d'autunno, mentre io piangevo e mia madre non tratteneva le lacrime, arrivam�mo a Filadelfia. Io rimasi solo, cos�cominciò la mia carriera fortunata» Si sente in debito vero l'America? «Sono in una posizione difficile nel mondo della musica, non sono ame�ricano, mai miei libretti, tranne due, sono in inglese. Alla mia prima opera c'era il direttore del Metropo�litan che la volle per la stagione succesiva. Molte enciclopedie scri�vono che sono italo-americano, mentre sono un italiano che scrive opere americane». Ha mantenuto il passaporto italiano? «Sempre, con un'eccezione. Il presi�dente Reagan mi volle insignire di uno dei 5 premi del Kennedy Honour, riservato ad americani. Scris�si spiegando che ero italiano. Enor�me l'imbarazzo alla Casa Bianca. Il segretario di Reagan mi pregò di accettare la cittadinanza america�na per un giomo, poi ridiventare italiano. Cos�sono stato americano per un solo giorno». Nella sua casa vicina a New York, il Capricorn, è passato mezzo mondo della cultura. Chi rammenta con affetto? «Specie i poeti. Ezra Pound e Neruda erano simpaticissimi, cos�Octavio Paz. Venivano Auden, Paul Bowles, Cartier-Bresson, Horowtiz, Balanchine, Marcel Duchamp che ama�va sciarade e giochi a fondo magico, Spender e tanti altri». Lei ha conosciuto Greta Garbo ed è stato amico di Jacqueline Kennedy. Che ricordi ha con�servato di loro? «La Garbo non era per nulla affasci�nante, anzi insulsa, gretta. L'ho incontrata in ima crociera organiz�zata dà un ricco americano negli Anni '60, con Yves Saint Laurent e il commediografo Noèl Coward. La Kennedy che ho conosciuto e amato molto era una donna timida, insicura, bisognosa di protezione». Come inventò nel 1958 il Festi�val dei Due Mondi? j «Volevo sentirmi necessario a una comunità, non allo stesso pubblico di Bayreuth, della Scala, del Covent . Garden. Intendevo dimostrare che l'artista nella comunità può essere elemento culturale ed economico. Per lo stesso motivo sono venuti Henry Moore, Calder, Luchino Vi�sconti, sentivano la medesima ne�cessità. A volte mi sono trovato in difficoltà finanziarie, ho venduto anche un Modigliani con il quale ho potuto pagare l'orchestra». Riserva delle novità questo Festival? «Un colpo grosso: ho ingaggiato il critico Francesco Maria Colombo, che ho visto dirigere un'orchestra con grande eleganza, l'ho incorag�giato, dicendolgi che lo mettevo in vetrina a Spoleto, se abbandonava il giornalismo, lo ha fatto; sarà la vera sorpresa». Il colpo grosso «Il critico Colombo lascia la professione e diventa direttore d'orchestra» Per l'inaugurazione domani sera firma la regia di una sua opera «La santa di Bleecker Street», sul podio Richard Hickox IL MEGLIO DEL CARTELLONE La Santa di Bleecker Street Opera in tre atti di Gian Carlo Menotti Serata Inaugurale Teatro Nuovo 28 giugno, ore 21 Daniele e i leoni Dramma liturgico del Xli secolo Basilica di Sant'Eufemia 29 giugno, ore 18 Concerto Corale Duomo di Spoleto 29 giugno, ore 21 Concerti di mezzogiorno 29 giugno tutti i giomi alle 12 The Soloists and Principals Royal Danish Ballet Teatro Romano 19-30 giugno ore 20 e 22 I-5-6-7 luglio ore 20 e 22 Paul Taylor Dance Company Teatro Romano I I e 15 luglio, ore 21,30-12-13-14 luglio, ore 22 e 22,30 Celebrazioni verdiane -Caio Melisso -14 luglio, ore 17 Concerto in Piazza Spoleto Festival Orchestra e Cori di Washington e Spoleto Piazza Duomo 15 luglio, ore 19,45 Maratona intemazionale di danza Piazza del Duomo 13 e 14 luglio, ore 19,45 e 23 Samudra -The Sound of Silence Teatrino delle sei -29-30 giugno Z I-2-3-4-5-6-7-8-9-10-1 1-12-13-14-15 luglio, ore 18 Giancarlo Menotti con il figlio adottivo Francis