Bush a Sharon: la pace è più vicina

Bush a Sharon: la pace è più vicina Bush a Sharon: la pace è più vicina Israele negozierà «solo se finiscono le violenze» Maurizio Molinarl corrispondente da NEW YORK Geoide Bush ritiene che vi siano «dei progressi in Medio Oriente» ed invia il Segretario di Stato, Colin Powell, nella regione «per�ché oggi la pace è più vicina di ieri», ma il premier israeliano, Ariel Sharon, avverte: «Noi non negozieremo fino a quando ogni tipo di violenza avrà fine, e dopo dieci giomi di quiete assoluta». Durante il loro secondo incon�tro in poco meno di tre mesi alla Casa Bianca, Bush e Sharon hanno rihadito il «rapporto unico di ami�cizia ed alleanza» fra i due Paesi ma sull'attuazione del Rapporto Mitchell le posizioni sono differen�ti. «Comprendo la pressione a cui è sottoposto Sharon e riconosco il merito delle scelte da lui fatte ha detto Bush Israele deve sapere che l'America è il suo migliore amico e che per l'America ogni vittima del terrorismo, anche ima sola morte, è troppo». Ma la Casa Bianca ritiene che le violenze di questi giorni siano «fatti isolati» e che il cessate il fuoco bilaterale cominci a dare i suoi frutti. E' il momento di fare un passo avanti. «Vi sono dei progressi, per questo Colin Powell sta partendo», ha sottolineato il presidente Usa. La Casa Bianca vuole iniziare la se�conda fase del Rapporto Mitchell, quella del «Periodo di Silenzio» per un numero di settimane da definire massimo quattro per i palestinesi, almeno otto per gh israeliani alla quale dovranno seguire «misure di fiducia recipro�ca» come il congelamento degh insediamenti ebraici in Cisgiordania e Gaza e la cessazione della propaganda ostile palestinese e quindi la ripresa dei negoziati veri e propri. Powell parte per il Medio Oriente con questa missione: tro�vare l'accordo sull'inizio e la dura�ta del «Periodo di Silenzio». Ma l'accelerazione di Bush trova il premier di Gerusalemme molto scettico. «Solo domenica abbiamo subito quattordici attacchi e nel�l'ultima settimana abbiamo avuto cinque morti ha detto Sharon è come se negh Stati Uniti vi fossero stati 250, 300 morti per terrori�smo in sette giomi». In queste condizioni Israele non è disposta a fare alcun passo avanti: «Abbia�mo dichiarato il cessate il fuoco, accettato il Rapporto Mitchell e il piano di Tenet ha sottolineato Sharon rivolto a Bush ma l'altra parte continua cori violenza ed ostilità, non si può parlare di successo del cessate il fuoco». Sharon non si fida di Arafat, ritie�ne che l'Anp abbia deciso di ridur�re le violenze ma non di azzerarle per conquistare spazio diplomati�co e lo dice chiaramente: «Arafat non si deve limitare ad abbassare il fuoco per illudere chi guarda, deve spegnere le fiamme e domare l'incendio» per questo «Israele non negozierà mai sotto il fuoco ma solo quando il fuoco cesserà» e «questo spingerà i palestinesi a rinunciare alla violenza». E' la prima volta da quando Bush è alla Casa Bianca che emer�gono delle seppur lievi differen�ze con la linea di Gerusalemme sul negoziato. A pesare sulla posizio�ne americana è stata la recente visita del ministro degh Esteri egiziano Maher ed il perdurante rifiuto del principe saudita Abdallah a recarsi alla Casa Bianca a causa del disaccordo con le scelte americane sul Medio Oriente. Bu�sh è consapevole che sta forzando la mano ad Israele e bilancia il passo con un nuovo, forte, appello ad Arafat: «Powell lo incontrerà per chiedei^li di far finire tutte le violenze, senza eccezioni». Il colloquio alla Casa Bianca è servito anche ai due leader per fare il punto sull'emergenza terro�rismo alla luce dei rischi di un'of�fensiva estiva dell'organizzazione terroristica di Osama bin Laden contro obiettivi americani ed israeliani nel mondo. Alla vigilia del�l'arrivo di Sharon il Congresso di Washington ha approvato ima ri�soluzione nella quale si chiede a Siria e Iran di intervenire presso gh Hezbollah libanesi al fine di consentire alla Croce Rossa di visitare i quattro israeliani fra cui tre soldati rapiti sei mesi fa e dei quali non si è più avuta alcuna notizia. Sharon a New York durante II discorso alla Lega d'amicizia America-Israele