Tutti contro tutti, Macedonia verso il baratro di Giuseppe Zaccaria

Tutti contro tutti, Macedonia verso il baratro Tutti contro tutti, Macedonia verso il baratro Dopo l'assalto al Parlamento Giuseppe Zaccaria Inviato a SKOPJE Dieci anni di storia della Macedo�nia, quella della sola isola pacifica al centro di un mare in tempesta, sono finiti l'altra notte. L'assalto al Parlamento di cin�quemila persone inferocite/fra cui anche riservisti di esercito e pohzia; la fuga del Presidente; 1 eva�cuazione dei guerriglieri albanesi da parte della Nato; il patetico appello che Boris Trajkovski ha lanciato nel pomeriggio attraverso la tv, conducono a una sola conclu�sione. Pensare alla Macedonia co�me a un luogo in cui sia ancóra possibile ripnstinare le regole del�la ragione è illusione pura. Anche adesso, mentre cala la sera, mighaia di persone riprendo�no a raggrupparsi intomo al Parla�mento, ma i cordoni della polizia appaiono nutriti. L'altra sera gli agenti non avevano fatto nulla per bloccare l'assalto. «Il presidente Trajkovski ha il pieno controllo di esercito a pohzia», ripetono da ogni parte d'Euro�pa. Da Washington, il dipartimen�to di Stato ribadisce che «nulla si realizza con la violenza» e il porta�voce PhihpReeker aggiunge: «Stia�mo controllando la situazione mol�to da vicino». Ce ne sono tutte le ragioni per�ché la popolarità americana, e a seguire quella deUa Nato, non sia�no mai state cos�basse da queste parti. Appena due anni fa, la Mace�donia accogheva le forze dell'Alle�anza e i rifugiati kosovari con spirito di collaborazione; oggi la componente slava della popolazio�ne (ossia là stragrande maggioran�za) accusa politici e militari dell'Oc�cidente di lavorare per quelh che qui chiamano «terroristi». L'intervento della Nato per sgomberare ieri sera il villaggio di Aracinovo quello intomo alquale si svolgevano i combattimenti ha creato prima l'indignazione poi la protesta. Imer Imeri, leader del «Partito albanese per la prosperità democratica», accusa il primo mi�nistro Boskovski di aver organizza�to un assalto che viene definito «prova di colpo di Stato». Le tensioni nel governo macedo�ne e nei rapporti fra governo e Presidenza appaiono fortissime. L'altra sera, dopo misteriosi contat�ti fra comando Nato e Presidenza, dieci autobus della ditta america�na Bryan SRuth sono penetrati nella zona dei combattimenti sotto la scorta degh «Hummers» statuni�tensi. Poco dopo, ne sono usciti dirigendosi verso la frontiera kosovara. Hanno portato via almeno 300 «terroristi» (alcuni sostengono 600) senza obbligarli a consegnare le armi. Anche il contingente italiano si trova lambito dalla bufera: fonti macedoni accusano i nostri eheotteristi di aver trasportato in Koso�vo i «terroristi» feriti. Dalla base americana di Bondsteel, nei pressi di Gnilane, giungono smentite: l�sarebbe giunto un solo albanese in gravi condizioni. Controllare le voci che s'inseguono è però sempre più arduo: fonti macedoni riferiscono che tra gli albanesi curati neh'ospedale da campo americano ci sarebbero due comandanti deU'Uck, il colonnello Hoxha e un luogotenente noto col nome di battagha di «Vok», il lupo. «Trajkovski, stai vendendo il Paese!»: l'accusa che i dimostranti lanciavano l'altra notte continua a provocare reazioni, e non solo fra i nazionalisti più accesi. Due anni fa, il Presidente era riuscito a vincere un ballottaggio cui si era presentato solo con il 20 per cento dei voti grazie all'appoggio dei partiti albanesi. Gh aiuti finanziari occidentali hanno poi consentito alla Macedonia di sopravvivere, ma quei miliardi cominciano a essere spesi per rifornire di eheotte�ri e vecchi jet russi il piccolo esercito macedone. Ieri Trajkovski ha cercato di spiegare la sua pohtica in un inter�vento televisivo accolto molto fred�damente. «Il popolo macedone de�ve restare unito... non sono il solo a prendere decisioni, consulto sem�pre i miei ministri... un'eventuale vittoria ad Aracinovo non avrebbe significato vincere una guerra...». Nessuna spiegazione sull'accadu�to: la Nato dice di essere intervenu�ta su richiesta del governo macedo�ne, il ministro degh Interni Bosko�vski accusa l'Alleanza di aver «co�stretto il governo a far scappar via i terroristi». Anche fra riservisti e frange della polizia il malcontento conti�nua a montare. Ieri il sindacato dei poliziotti ha chiesto al Presidente «perché ci ha impedito di catturare i terroristi, cos�come impone la Costituzione». E a tarda sera l'Uck rilancia il suo ultimatum: se entro la mezzanotte di oggi l'esercito non cesserà di attaccare, la guerriglia bombarderà Skopje. Uno dei momenti dell'assalto al Parlamento di Skopje, luned�sera: un poliziotto cerca di bloccare i dimostranti

Persone citate: Boris Trajkovski, Boskovski, Hoxha, Imer Imeri, Mace, Macedo, Trajkovski

Luoghi citati: Aracinovo, Macedonia, Skopje, Washington