La voglia della riscossa e il fantasma del declino

La voglia della riscossa e il fantasma del declino LA LEADERSHIP ALLA RESA DEI CONTI DOPO LA SCONFITTA DEL 13 MAGGIO La voglia della riscossa e il fantasma del declino retroscena FéderìGoGéreniicca ROMA m INTANTO, parliamoci chiaro, è il luogo che è simbolicamen�te funereo. Siamo in/via dei Frentani, quartiere San Lorenzo, vento di scirocco che f amiulinare cartacce, caldo afoso e la Direzio�ne di quel che resta del partito di Toghatti-Longo-Berlinguer riuni�ta in un seminterrato povero ma onesto. Era il quartier generale della gloriosa Federazione roma�na del Pei, prima che i debiti e il destino ne imponessero la vendi�ta. Ora, ironia della sorte, è la sede del sindacato pensionati Cgil. Come non bastasse, cin�quanta metri più in là c'è via dei Taurini, su cui s'affaccia lo sche�letro del grande palazzo che ospi�tava l'Unità (venduto anch'esso, causa quei debiti e quel destino). Archeologia pohtica. Luogo di fallimenti e funerali, si direbbe. E a dirlo, non si sbagherebbe. Sia come sia, è questo il posto che Piero Fassino sceghe per ufficializzare la sua candidatura alla segreteria Ds, e che i Ds colgono per tentare di lanciare un segnale di vita contro il fanta�sma che dal 13 maggio aleggia su di loro: quello di imo storico e inarrestabile declino. Non fosse che per quest'ultima, funerea efreostanza, questo consesso po�trebbe tranquiUamente passare alla piccola storia della pohtica come quello della sinistra ridotta «ad un caciocavallo appeso» (Bas�solino, citando Croce) o dello «sfigati di tutto il mondo unitevi» (Fassino, ironizzando su Marx). Potrebbe, appunto. Ma il fanta�sma incombe, evocato per altro dallo stesso gruppo dirigente diessino. Quello che viene snocciolato tra la tribunetta del seminterra�to e i vapori boUenti di via dei Frentani è un rosario di critiche, autocritiche, incredulità e pau�ra: che messe insieme tratteggia�no il profilo di un partito in stato confusionale. Spiega Bassolino, mentre manca perfino la corren�te elettrica quando comincia a parlare: «Diciamo di noi: sconfit�ti nonostante il buon governo. E' ima contraddizione su cui ragio�nare». E poi legnate: «Il partito... D'Alema se ne è occupato troppo poco, Veltroni per troppo poco tempo». Ipotizza Mussi: «Non c'è stato spostamento elettorale a destra: ma ciò non significa che non potrebbe esserci. Anche la Margherita può essere un'opzio�ne per i nostri elettori». E poi Trentin, copie se fòsse niente: «Due sono i mah del nostro parti�to: leaderismo e trasformismo». Sintetizza Alfiero Grandi: «Dob�biamo salvare il futuro di questo partito. Basta con l'immagine del leader che cammina da solo sul�l'orlo deUe cascate del Niagara: nelle-cascate ci siamo caduti. Prendiamone atto e cambiamo quel che si può». ' L'uòmo cascato nella cascate, intanto, se ne sta l�alla presiden�za, senza giacca ma con la cravat�ta, affianco a Polena senza cra�vatta ma con la giacca: e, soprat�tutto, con lo stoico compito di coordinare degh undici reggenti chiamati a reggere non si sa più bene che. Pare non proprio di grandissimo umore, D'Alema: ma non ci giureremmo. Infatti, dopo aver mandato a memoria «L'arte della guerra» del maestro Sun Tsu (con che risultati s'è visto) ora deve essere alle prese con lo yoga, considerata l'immo�bilità con la quale si lascia som�mergere non solo dalle cascate, ma anche dalla grandinata di contestazioni. Ma si sa: i capi sono capi, e raramente sono ama�ti. Lui, per altro, com'è noto ci mette del suo: ma questo è un altro discorso o forse no rispetto al fantasma che appare e scompare, a seconda deh'ottimi�smo degh oratori. E poi, infine, non solo appare, ma prende pos�sesso della scena quando alla tribuna sale proprio lui, Piero Fassino, leader-grissino candida�to a suonare la tromba deUa riscossa. Che ti aspetteresti da un candidato-segretario? Ottimi�smo a volontà e un incoraggiante «compagni ci riscatteremo». Ma il leader-grissino è troppo serio per bluffare. Pronuncia parole amare. E mentre si candida, chia�ma al suo fianco il fantasma del declino: cos�che sia chiaro a tutti quale potrebbe essere il destino. Comincia: «In due giorni di dibat�tito non ho sentito pronunciare le parole immigrazione e sicurez�za: come se le elezioni non le avessimo perse anche per que�sto». Constata: «C'è una preoccu�pante staticità anagrafica del no�stro elettorato». Avverte : «Il pun�to è il nostro rapporto con la modernizzazione del paese». Infi�ne, rigira il coltello nella piaga fino a ferire il cuore di un partito già seriamente ammalato: «Il pro�blema di ima grande forza sta nel gestire il cambiamento, non nel difendersi dal cambiamento». Se non parlasse di loro, i diessini presenti applaudirebbero. Ma sta parlando di loro, e dunque chi si gira di qua e chi si gira di là. Poi, naturalmente, nel sotto�scala di via dei Frentani si evoca�no i morti che hanno generato il fantasma del declino. Aleggia la salma del governo Prodi (ucciso da D'Alema, giurano i più): Passa veloce il corpo del governo D'Ale�ma (assassinato dal voto di quin�dici regioni). Appare, per un istan�te, il cadavere del governo Ama�to (spentosi di morte naturale). In prima fila siedono i sopravvis�suti di quell'esecutivo: vivi e abbastanza vegeti, ma senza po�tere, senza codazzi e finalmente senza le solite, cento auto blu. Visco è tornato a essere un avvici�nabile uomo qualunque. Bersani e Melandri sono più simpatici che mai. E a Minniti capita perfi�no di stare ad ascoltare l'interlo�cutore. Quanto a Bassanini... Ecco, Bassanini ancora non l'ha mandata giù. SuU'asfalto ro�vente di via dei Frentani accusa: «Ancora me lo ricordo, quel consi�gho dei ministri. Era settembre, dovevamo hcenziare la Finanzia�ria. Che errore destinare 41 mila miliardi al bonus fiscale senza tenerne una parte per finanziare e mettere a regime le riforme che avevamo varato. Quella della scuola, intendo, della sanità, del�la pubbhca amministrazione... Ora ci spiegano che abbiamo perso per quelle riforme impopo�lari. Io dico: impopolari perché non finanziate, non sostenute, non completate. Diedi battagha assieme a Fassino, ma Del Turco e Visco furono irremovibili: quanto più sarà alto il bonus, meglio ci andranno le elezioni. S'è visto quanto megho». E in quest'area di archeologia pohti�ca, allora, in questa via dei Fren�tani passata dal Pei ai pensiona�ti, la voglia di riscossa e il fanta�sma del declino riprendono a combattersi. Cattivi, stanchi e accaldati. Un gruppo dirigente pekorsoda critiche e autocritiche 4ncredulitàepaura f Adesso il rischio è quello di precipitare in uno stato confusionale Il più pessimista è Mussi: «In una situazione come questa anche la Margherita può diventare un'opzione per i nostri elettori»

Luoghi citati: Roma