Mondadori, Berlusconi evita il processo di Susanna Marzolla

Mondadori, Berlusconi evita il processo Mondadori, Berlusconi evita il processo Prescritto il reato di corruziom. Agiudizio Previti Susanna Marzolla MILANO «Ogni qualvolta un giudice real�mente terzo prende in esame le accuse mossemi da certi pm non può che constatarne l'assoluta infondatezza»: cosi aveva detto Silvio Berlusconi giusto un anno fa., quando il giudice dell'udienza preliminare lo prosciolse dall'ac�cusa di corruzione in atti giudizia�ri per la vicenda del lodo Monda�dori. Adesso la Certe d'Appello di Milano quella decisione l'ha ribal�tata. Berlusconi non saia proces�sato, ma solo per avvenuta pre�scrizione (troppo tempo trascor�so tra il reato e il processo) mentre finiranno davanti al tribu�nale tutti gli altri indagati: il parlamentare di Forza Italia Cesa�re Previti, gli avvocati Attilio Pacifico e Giovanni Acampora, l'ex giudice Vittorio Metta. Pro�cesso fissato al 4 ottobre prossi�mo, sempreché la' Cassazione cui ricorreranno sia la difesa sia la procura generale non modifi�chi la sentenza. L'intera vicenda prende avvio dalla controversia per il controllo della Mondadori che, alla fine degli anni ottanta, contrappone�va la Cir di Carlo De Benedetti alla famiglia Formenton, alleata di Silvio Berlusconi. Nel gennaio del '91 una sentenza del tribuna�le di Roma, presieduto da Metta, rovesciò le conclusioni di un precedente lodo arbitrale e diede ragione ai.Formenton. Una sen�tenza «comprata», secondo le ac�cuse della procura di Milano che, indagando su. un-giro, di. denaro (oltre tre miliardi) partito da conti esteri della Fininvest e destinato a Previti, ricostru�un passaggio di 400 mihoni che sa�rebbero finiti al giudice Metta e da lui utilizzati per comprare un appartamento alla figha. Oltre due anni di indagini e, a novembre del '99, il pool di Milano (Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e Francesco Greco) chiede il rinvio a giudizio di tutti gli indagati: Berlusconi, che avrebbe sborsato il denaro; Previ�ti, Acampora e Pacifico quali mediatori; Metta, destinatario fi�nale. Mesi di udienza prelimina�re dove la presidenza del consi�glio, rappresentata da Massimo D'Alema, si costituisce parte civi�le e, il 19 giugno la sentenza; il gup Rosario Lupo proscioglie tutti «per non aver commesso il fatto». Esultanza di Berlusconi, silenzio della procura. Che però non si dà per vinta e si rivolge alla corte d'appello. Ieri la sentenza. I giudici della quinta sezione, presieduta da Giorgio Riccardi danno torto al gup: non poteva proscioghere gli indagati, c'erano tutti gli elemen�ti, anche se solo di «natura indi�ziaria», per portarli a processo. Tra questi si ricorda che la sen�tenza venne preparata, fuori dal tribunale, in soli dieci giorni e che il giudice Metta non è riusci�to a spiegare la provenienza di quel denaro. Escludendo il reato di corruzio�ne in atti giudiziari che per due anni, dal '90 al '92, è rimasto escluso dal codice (per un'eviden�te dimenticanza del legislatore, ma i giudici solo su quanto è nostra ricostruzione è stata rite�nuta fondata». Non si risparmia però una battuta polemica: «Con questa prescrizione il problema delle accuse di corruzione per Berlusconi, che era uno dei più forti problemi in materia di con�flitto d'interesse, sembra risolto. Restano le altre questioni, ma lui le risolverà nei primi cento giorni come ha promesso. Con la modifi�ca dei reati societari, un condono fiscale e magari l'amnistia». Contro i giudici d'appello, inve�ce, lancia strali la difesa di Berlu�sconi: «E' una sentenza politica dice l'avvocato (e parlamentare di Forza Italia) Gaetano Pecorella l'intera motivazione è nel senso della mancanza di prove a carico di Berlusconi e la conclusione è stata tutt'altra». Di «assoluta in�consistenza dell'ipotesi accusato�ria» parla anche un comunicato della Fininvest che «ribadisce di non aver mai aggiustato cause, di non aver mai versato a tal fine una lira a chicchessia, né diretta�mente né indirettamente». La Corte d'Appello di Milano ha ribaltato la sentenza del Gup che aveva prosciolto il premier: c'erano gli elementi per portare in aula gli imputati, anche se erano solo di «natura indiziaria» Udienza fissata per il 4 ottobre scritto si devono basare) la corte d'appello esamina quindi le possibili attenuanti, riconosciute al solo Berlusconi. C'è il «contesto ambientale» per cui «l'intensità del dolo deve ritenersi diminuita a causa delle preesistente e peri�colosa corruttibilità dell'ambien�te giudiziario competente» (nel caso, Roma); c'è stato, alla fine della vicenda Mondadori, «l'ac�cordo con la parte offesa» (De Benedetti); ci sono da valutare «le attuali condizioni di vita indi�viduale e sociale» di Berlusconi, «il cui oggettivo rilievo di per sé giustifica» la concessione delle attenuanti. Che portano la pena massima prevista a cinque anni e, quindi, alla prescrizione. Il pg Pietro De Petris ha annun�ciato che contro questa decisione «ci sono gli elementi» per ricorre�re in Cassazione. Per il capo della procura, Gerardo D'Ambrosio, la questione prescrizione è tutto sommato secondaria: «La cosa principale dice è che i fatti sono stati riconosciuti, che la

Luoghi citati: Milano, Roma