Trieste, Berlusconi cancella l'effetto Illy di Gigi Padovani

Trieste, Berlusconi cancella l'effetto IllyTrieste, Berlusconi cancella l'effetto Illy Dipiazza sindaco: cambierò la città in cento giorni Gigi Padovani inviato a TRIESTE La telefonata di complimenti gli è arrivata subito dopo quella del prefetto. «Miha fatto molto piace�re che Riccardo llly mi abbia chiamato per farmi gli auguri», dice il neosindaco di Trieste Ro�berto Dipiazza. L'imprenditore di 48 anni titolare di cinque super�mercati ha riportato al centrode�stra il capoluogo giuliano dopo la lunga parentesi ulivista dei due mandati per l'industriale del caf�fè eletto alla Camera il 13 maggio. In piazza Unità d'Italia, mentre le troupe Rai e Mediaset inseguo�no il primo cittadino di Forza Italia (che si è fatto le ossa come sindaco di Muggia, piccolo centro di 10 mila abitanti a pochi chilo�metri da Trieste), tutti si pongono la stessa domanda: perché è fini�to r«effetto llly»? Forse se lo chiede anche Dipiazza. Perché, se è vero che con il sistema uninomi�nale i cittadini votano le persone e dunque il candidato scelto da llly il suo amico imprenditore Federico Pacorini non poteva raccogliere suflficienti consensi, dall'altra proprio a Muggia il Dipiazza-faccio-tutto-io è riuscito a far eleggere fin dal primo turno il suo successore, Gasperini. Cos�lui si interroga: «Perché la pro�prietà transitiva in pohtica vale per me e non per Riccardo?». Già, perché? L'effetto Berlusco�ni vale più di quello del caffè, prima risposta del Dipiazza mede�simo. La sinistra ha sbagliato candidato, seconda risposta del�l'ex vicesindaco ulivista Roberto Damiani, ora deputato (voleva farlo lui, sostengono i mahgni). Terzo responso: «Trieste è sem�pre stata di destra: dopo che llly i'ha fatta rifiorire speriamo non si fermi tutto», dice con la consue�ta franchezza Margherita Hack, l'astrofisica toscana che dall'Uni�versità di Trieste ha guidato il drappello di cervelli, Claudio Magris in testa, contro il «ciclone populista dei berluscones». In re�altà Dipiazza più che un berlusconiano, aspira a diventare come lui. Infatti, inguaribile ottimista come il Cavaliere, già pensa ai primi cento giorni della giunta: «Primo, la macchina comunale. Secondo, il piano parcheggi. Ter�zo, il recupero degli anziani, nella città più vecchia d'Italia». Domenica notte a Trieste, cir�condato da una violinista rome�na e da stuoli di amiche'adoranti, i si è appalesato anche Vittorio Sgarbi, come promesso. E alle tre del mattino, mentre dai tavolini del Caffè degli Specchi l'architet�ta Barbara Fomasier gli ricorda�va i vincoli da porre al Porto Vecchio e l'architetta Rossella Gerbini compagna del neosindaco, nonché consighere comunale uscente per la lista llly (come è buffa la pohtica) apriva le botti�glie di spumante, il critico ha lanciato le sue promesse da uomo di governo: «Non posso accettare l'offerta dell'amico Dipiazza di entrare nella sua squadra, sono sottosegretario con Berlusconi. Però sarò qui presto col ministro Lunardi e bloccheremo ogni scempio sui magazzini asbui^ici del Porto Vecchio, ponendo il vincolo architettonico». Ma se Sgarbi sostiene di aver lanciato il vincitore della sfida di -;"^;4 fi domenica (che ha superato l'av�versario con il 53,4"t, mentre in Provincia è diventato presidente Fabio Scoccimarro, di An, con il 51,80z6, uniche consolazioni del centrosinistra in Friuli le vittorie a Monfalcone e Pordenone), il vero «king-maker» del neosindacj è il senatore Camber. Ora fedelissimo di Berlusconi in For�za Italia, è stato per 12 anni segretario della lista per Trieste (quella del Melone, inventata da Manlio Cecovini negli Anni 70) e anche sottosegretario alla Mari�na Mercantile con il primo gover�no Amato ('93), in quanto deputa�to socialista eletto per due legisla�ture grazie all'accordo MeloneCraxi. Ora Camber, giudicato da mol�ti il vero «deus ex machina» di tutta la Casa delle libertà a Trie�ste, schivo di interviste e dichiara�zioni, l'aria un po' luciferina e una splendida villa sul mare dove l'altra notte tutti sono finiti a fare il bagno per festeggiare la vitto�ria, cerca di spiegare la sconfitta di llly. Guarda caso, pure il sena�tore Camber ha tre risposte: «Il concetto di alternanza è entrato negli elettori; llly non ha mai fatto squadra, senza la sua perso�na fisica hanno perso; i cittadini non decidono in base ai media, che ci erano contro». Tutto qui? No, anche lui ammette: «Questa città è da sempre di centro, cen�tro-destra. E Dipiazza si è messo 1 a studiare e si è fatto ima adegua�ta preparazione giuridca». Già, Camber è avvocato. Non sarà che il vero sindaco è lui, come sospet�ta acidamente Pacorini? Il candidato del centrodestra ha ripercorso passo dopo passo strategia e gesta del presidente del Consiglio Il «re del caffè» non ha saputo costruire una squadra in grado di proseguire il lavoro fatto in due legislature P«ddS(cMeCinplrrrcvdgcmsmls Roberto Dipiazza, il nuovo sindaco polista di Trieste TTT