Il New York Times plaude a Monti di Luigi Grassia

Il New York Times plaude a Monti L'editorialista Krugman: «Ha sviluppato in Europa una cultura che Bush sta eclissando» Il New York Times plaude a Monti «Se diceno a Ge-Honeywell non è per protezionismo» Luigi Grassia Un comitato di rappresentati poli�tici dei Quindici paesi dell'Ue si riunirà domani per discutere (e secondo molti pronostici, boccia�re, benché non in giornata) la fusione da 42 miliardi di dollari fra General Electric e Honeywell. La scorsa settimana, in previ�sione di un verdetto sfavorevole, raccomandato dai tecnici della Commissione, il presidente Bush si era detto «preoccupato» e il Senato americano aveva minac�ciato ritorsioni nel settore aero�spaziale. , Ma ieri proprio dall'America è arrivato un autorevole avallo al lavoro fin qui svolto dal commis�sario alla Concorrenza, Mario Monti: secondo un editoriale sul New York Times di Paul Krug�man, uno dei più autorevoli com�mentatori economici intemazio�nali, «Monti è uno dei "buoni" (good guys) nell'attuale economia globale», perché non è affatto mosso da intenti protezionistici, secondo il cliché deteriore Usa nei confronti delle autorità di Bruxel�les. Anzi, il commissario va ringraziato per il lavoro di questi anni, molto più valido, secondo Krugman, d�quello dell'antitrust Usa: «È bello sapere che c'è Monti a tutelare anche i miei interessi di americano», nello stesso momen�to in cui difende quelli degli europei, laddove le autorità di Washington sarebbero spesso ina�dempienti, dando via libera a ogni genere di operazioni. Queste considerazioni positive riguardano l'operato di Monti in generale ma non necessariamen�te il dossier contro Ge-Ho�neywell, dal quale, anzi, Krug�man prende in parte le distanze; tenendo però a sottolineare che gli Usa non dovrebbero trascende�re in reazioni politiche e sanzioni. A Bruxelles l'apposito comita�to Uè comincerà a esaminare questa mattina un rapporto tecni�co di 122 pagine in cui la Commis�sione raccomanda il «no» all'ope�razione, ritenendo insufficienti le garanzie proposte dalla Gè (la vendita degli asset di avionica di Honeywell e le restrizioni alla Gecas). La decisione politica ver�rà presa entro i primi di luglio. Krugman sul New York Times osserva che la globalizzazione non sempre indebolisce i governi: anzi, la necessità per le imprese di operare sulle due sponde del�l'Atlantico, cos�dà essere competi�tive in tutto il mondo, mette nelle mani delle autorità pohtiche di Usa e Uè almeno un importante potere di veto, nella forma dei controlli antitrust. Finora, questo compito veniva preso sul serio in America, grazie a una tradizione consohdata, ma non in Europa, che non ne aveva ancora sviluppato la necessaria cultura. Mario Monti, sottolinea Krugman, è «un professore che si è formato in America» e ha avuto il merito di importare questa sensibilità nel Vecchio continen�te. Per questo gli americani non lo possono biasimare. Semmai, Krugman nota in negativo il para�dosso che ciò avviene mentre gli Usa dimenticano la loro tradizio�ne e con Bush si mostrano inclini a non contrastare mai il big busi�ness, nemmeno quando è il caso.