Indiscrezioni dal carcere sui detenuto Slobodan

Indiscrezioni dal carcere sui detenuto Slobodan Indiscrezioni dal carcere sui detenuto Slobodan «Dovrebbero darmi il Nobel per l'Economia, ho salvato la patria» Ingrìd Badurina ZAGABRIA Sulla grata di ferro della porta della sua cella è tuttora attaccata la busta sigillata che contiene la notifica dell'imputazione del Tribunale del�l'Aia. Slobodan Milosevic continua infatti a rifiutare di aprirla e tanto�meno di leggerla. Per lui si tratta di un pezzo di carta senza alcun valore giuridico, rilasciato da una Corte che non ha mai riconosciuto. Nem�meno adesso che la sua estradizione all'Aia appare imminente, l'ex presi�dente jugoslavo sembra interessato a conosceme il contenuto. Con i suoi avvocati preferisce parlare della cau�zione che dovrebbe essere pagata al Tribunale di Belgrado per tornare in libertà. Secondo i difensori, il suo fermo, che scade il 1 ' luglio, non ha alcun motivo valido per essere pro�lungato, perché l'atto d'accusa che riguarda la frode ai danni dello Stato e l'abuso di potere non è mai stato esteso ai crimini di guerra. Malgra�do questo temono che le autorità abbiano già deciso: «E' già pronto l'elicottero che trasporterà il nostro chente all'Aia». E anche Milosevic è diventato molto più inquieto di prima. Cammi�na nervosamente su e giù per la cella. Si svegha spesso di notte e non riesce più a riaddormentarsi. Mora si mette a leggere. E passa ore e ore assorto nella lettura, o forse nei suoi tetri pensieri. Le guardie racconta�no che la sua ansia ha cominciato a manifestarsi quando i giornali di Belgrado hanno scritto delle fosse comuni con i cadaveri di civili alba�nesi trovate vicino alla capitale jugo�slava. Anche il suo stato di salute è peggiorato. La sua pressione arterio�sa è molto alta e i medici della prigione lo tengono continuamente sotto controllo. Eppure, dopo i primi giomi di adattamento alla vita da carcerato, Milosevic aveva ritrovato una certa serenità e si era adeguato alla nuova situazione. Ha fatto amicizia con i guardiani e non appena gh si presen�tava la situazione discuteva con loro di pohtica. «Lo Stato è sopravvissu�to sotto il mio govemo, malgrado le terribili e ingiustificate sanzioni che ci sono state imposte dall'Occidente. Vi assicuro che non è stato facile, ma ce l'ho fatta», ripeteva spesso l'ex presidente, aggiungendo che una volta fuori di prigione gli sarebbe stato conferito il Premio Nobel per aver salvato l'economia jugoslava ai tempi dell'embargo intemazionale. Pareva soddisfatto del trattamento riservatogli: ha sempre mangiato regolarmente quello che gh veniva servito, senza mai lamentarsi. Quel�li che l'hanno visto hanno conferma�to che ha preso qualche chilo, proba�bilmente per la mancanza di attività fisica, ma che tutto sommato sta bene e sembra in forma. Nelle ultime settimane gli sono però state ridotte le visite: le uniche due persone sempre ammesse nel carcere sono la moglie Miriana Markovic e la figlia Marija. Ma due giomi fa l'ex «padre della patria» ha ricevuto la visita a sorpresa del metropolita Amfilohje. «Si è trattato di una visita privata da religioso. Non sono stato inviato né dal Santo Sinodo né da Sua Santità il patriarca Pavle», ha spiegato all'uscita dal carcere l'alto rappresentante della Chiesa ortodossa serba, che non ha voluto rivelare di che cosa ha parla�to con Milosevic. Si sa soltanto che gh ha portato in dono un Vangelo. Gesto tanto più curioso in quanto è noto che l'ex capo dello Stato, comu�nista di fede, non ha mai avuto buoni rapporti con la Chiesa ortodos�sa. «Il Tribunale dell'Aia è l'inquisi�zione dei tempi moderni e Carla Del Ponte è un evidente esempio di inquisitore», si è limitato a dichiara�re U metropolita ai giornalisti che gh chiedevano la sua opinione sul�l'estradizione di Milosevic. Il carcere centrale di Belgrado in cui da due mesi è rinchiuso Milosevic

Luoghi citati: Belgrado, Zagabria