A Berlino paura di recessione «La Bce deve tagliare i tassi» di Francesca Sforza

A Berlino paura di recessione «La Bce deve tagliare i tassi» PREVISIONI E STATISTICHE IL PAESE CERCA UNA RISPOSTA A Berlino paura di recessione «La Bce deve tagliare i tassi» analisi Francesca Sforza corrispondente da BERLINO OLTO più di una cattiva congiuntura. Il rischio, per la Germania, questa volta si chiama recessione. La diffusione dei dati sull'indice Ifo, ritenuto uno degli anticipa�tori più importanti delle tenden�ze dell'economia reale, ha dato ragione alle stime più pessimi�stiche, quelle che nessun anali�sta, fino a ieri, si era azzardato a pubbhcare. «Nessuno a que�sto punto può negare il pericolo di una recessione», ha detto il presidente della Banca centrale della Bassa Sassonia Hans-Hel�mut Kotz. Ma se il rischio non si può escludere fa osservare il presidente dell'Istituto di analisi economiche Diw, Klaus Zimmermann «ciò non significa che la recessione necessaria�mente ci sarà». Secondo le previ�sioni dei maggiori istituti tede�schi, infatti, U paese dovrà at�tendersi un periodo di stagna�zione nel secondo trimestre di quest'anno, ma di recessione non si può ancora parlare. Il significato tecnico del ter�mine recessione, tuttavia, non è stato sufficientemente spiegato dagli osservatori intervenuti nel dibattito sulla preoccupan�te situazione tedesca. Se ci si attiene alla definizione'america�na del termine, secondo cui si può parlare di recessione solo quando la crescita negativa in�teressa due trimestri consecuti�vi, la Germania, per il momen�to, può considerarsi fuori peri�colo. Ciò non significa che gli aspetti congiunturali negativi possano essere sottovalutati. Non secondario, ad esempio, il rapporto che lega la Germania all'economia Usa (il paese dirige verso gli Stati Uniti oltre il 10 per cento delle proprie esportazioni), anche se insiste�re troppo sui nessi che collega�no le due economie potrebbe portare fuori strada. «Il fattore decisivo della cattiva congiun�tura osserva Joachim Volz, analista del Diw è l'inaspetta�to aumento dei prezzi, che con�trariamente alle previsioni, è continuato a salire. Il problema non è solo tedesco, ma riguarda anche Francia e Italia, sebbene in misura minore. Tutti e tre i paesi hanno fatto riforme fisca�li mirate a incentivare la do�manda interna. Ma nel caso della Germania gli effetti positi�vi della riforma sono stati frena�ti da fattori non strutturali, come la crisi della Bse e dell'im�portazione di petrolio». Quali sono le mosse che attèndono a questo punto il governo tedesco? «La riforma fiscale messa a punto dal go�verno Schròder spiega Volz ha evitato che la crisi produ�cesse danni ancora maggiori, ma in materia di politica mone�taria il governo non può nulla. Noi siamo dell'opinione che la Bce avrebbe dovuto abbassare il livello dei tassi, perché gli effetti della politica moneta�ria si vedono dopo circa otto mesi. E adesso dovrebbe fare i calcoli con l'inflazione depura�ta dai fattori non strutturali». La Bce è ancora in tempo, assicura Volz, ma sarebbe stato «molto meglio» se si fosse mos�sa prima: «Forse l'unica cosa che il governo può fare a questo punto è considerare la possibili�tà di anticipare il secondo sta�dio della riforma fiscale, previ�sto per l'anno venturo. Potreb�be essere un modo per sostene�re la congiuntura, ma ciò grave�rebbe in modo consistente sul bilancio del ministero delle Fi�nanze». Tra i segnali positivi, la ten�denza, annunciata ieri, a un calo generale dell'inflazione nei vari Lànder (i dati complessivi saranno diffusi all'inizio della settimana prossima). Si dovreb�bero creare cos�le condizioni per un aumento della domanda intema e per un abbassamento dei tassi da parte della Banca centrale europea. Gli economisti tedeschi prevedono almeno una fase di stagnazione Il cancelliere federale Gerhard Schroeder

Persone citate: Gerhard Schroeder, Joachim Volz, Klaus Zim, Volz

Luoghi citati: Berlino, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti