la Germania frena e l'euro va giù
la Germania frena e l'euro va giù Allarme Ifo: «Fiducia degli imprenditori peggio del previsto». L'inflazione cala, ma Duisenberg non allenta la stretta la Germania frena e l'euro va giù Il governo tedesco ora prevede «crescita zero» Vanni Cornerò E'ia recessione, non l'inflazione il rischio maggiore per l'econo�mia mondiale. Ne è convinto l'Economist, che, dati alla mano, sottolinea come le speranze per una ripresa Usa nel secondo semestre comincino a sbiadire e che la produzione industriale giapponese è scesa in modo ina�spettato nel primo semestre di quest'anno. Rispetto a Usa e Giappone, fa notare il settimana�le economico inglese l'Europa appare in buona salute, ma dure�rà? Gli allarmati avvertimenti che arrivano dalla Germania sem�brano confermare la tesi del periodico britannico: un espo�nente del consiglio direttivo del�la Bundesbank, Hans Reckers, è convinto che la recessione sia dietro l'angolo e il ministro del�l'economia, Werner Mueller, ve�de come possibile una crescita zero per il secondo trimestre dell'anno. Questo mentre dai da�ti dei principali laender sembra che la corsa dell'inflazione si destinata a rallentare. Le cifre relative al costo della vita di giugno indicano infatti una frenata dopo la volata di maggio, che aveva portato l'infla�zione ad un tasso di aumento medio del 3,5 per^ cento: nel Baclen-^ueittember i prezzi so�no'saliti del 3,1 per cento dal 3,4 di maggio e nel Brandeburgo del 3,6 per cento contro il 4,1 del mese prima, mentre ip Assia la discesa è al 2,7 dal 3 per cento precedente e in Sassonia si è al 3,2 per cento contro il 3,6 di maggio. Se oggi anche Westfalia e Baviera daranno risultati in linea con i primi quattro la tendenza sarà confermata in tut�to il paese. Il livello di inflazione resta comunque ancora elevato, tanto che sembra impedire, almeno per ora, alla Bce di ridurre ulte�riormente il costo del denaro per rilanciare l'economia. Dall'altra parte dell'oceano, invece, molti operatori scommettono che la settimana prossima la Federai Reserve tagherà i tassi Usa alme�no di un quarto di punto. Anche l'aumento della disoc�cupazione, unito al calo degli ordini e della produzione gettano altre ombre inquietanti sul pano�rama tedesco. Una situazione riflessa dall'indice Ifo della fidu�cia delle imprese, sceso in mag�gio a 90,9 punti dai 92,5 di aprile, molto più di quanto previsto dagli analisti, che si aspettavano una discesa limitata a 91,9 punti. Tutto ciò ha messo sotto pres�sione l'euro, in discesa sia nei confronti del dollaro, sia dello yen. Dopo esser scesa fino a 85,12 centesimi di dollaro la moneta europea è stata fissata alle quotazioni indicative a 0,8528, contro gli 0,8552 di giove�dì, mentre nei confronti dello yen è passata a 105,98 dai 106,12 del giorno prima. Complessiva�mente nel corso della settimana l'euro ha perso lo 0,80Zo sul bigliet�to verde e lo 0,4 per cento sulla valuta giapponese, mentre gli analisti non nascondono il loro pessimismo. Nessuna reazione sensibile, invece, per i mercati azionari europei, che hanno vissuto una giornata incolore complicata dal�l'andamento di Wall Street. A Milano il Mibtel ha chiuso con un guadagno dello 0,320Zo H-0,440Zo il Mib 30 e -I,770Zo il Numtel), Francoforte ha chiuso a +0,26 e Londra a 4-0,43 con Parigi meglio di tutti a -)-0,950Zo. In controtendenza Zurigo, che ha ceduto lo 0,830Zo. Al New York Stock Exchange le contrattazio�ni sono state condizionate da un brutto scivolone del gigante far�maceutico Merck: l'indice Dow Jones ha chiuso in perdita del�l'1,09 per cento e il Nasdaq ha lasciato sul terreno l'I, 17. Wim Duisenberg
Persone citate: Duisenberg, Hans Reckers, Vanni Cornerò, Werner Mueller, Wim Duisenberg
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