«Adesso devono pagare» di Maria Corbi

«Adesso devono pagare» UN GIORNO IN CASA CON L'EX OSTAGGIO «Adesso devono pagare» Antonella: «Non li perdonerò mai» intervista Maria Corbi ROMA FINITA l'euforia per la libera�zione, ieri Antonella è crolla�ta. Tutti i minuti delle 48 ore passate in ostaggio, incatenata mani e piedi, le sono tornate alla mente. «Un incubo», dice con gli occhi verdi velati di pianto, le mani nervose che si intrecciano, la bocca che si incurva in una smorfia di dolore. Dei suoi rapito�ri dice: «Non li perdonerò mai». Intorno, nella casa in cui vive assieme ai genitori, zona Portuense, si muovono amici e parenti. C'è anche il fidanzato, Gianpao�lo. Ma lei è come se non vedesse nessuno, persa nei ricordi e con un unico obiettivo: dimenticare. Ma è difficile e allora alle lacrime si alterna la voglia di isolarsi, di dormire. «Passa dal pianto al sonno», racconta la nonna. Che cosa vorrebbe dire a chi l'ha rapita? «Nulla. Per loro certo non provo nulla di buono». Ieri ha detto che non le hanno mai torto un capel�lo, è andata cosi? «Sì, e di questo, forse, dovrei essere a loro grata. Certo è andata bene, mi hanno trattato bene. Potevano fare di peggio». Quando ha avuto più pau�ra? «Quando sono entrati armati nello studio dove collaboro. Era�no vestiti da pony express e avevano due caschi integrali, uno con la visiera oscurata, l'altro trasparente». E' vero che conosceva uno dei due arrestati? «Non posso rispondere». Ma l'esitazione nel parlare, quel tenere gli occhi bassi fan�no capire che su questo punto Antonella avrebbe qualcosa da dire. Insistiamo, ma un investi�gatore ci ferma ricordandoci che l'inchiesta è ancora in corso e che questo argomento è top secret. Le indagini puntano a scoprire altri complici. Quando sono entrati ha ca�pito subito che volevano lei? «No, pensavo a una rapina. Mi sono messa ad urlare e a chia�mare aiuto. L'avvocato Ciampi�ni era nell'altra stanza. E' arri�vato e lo hanno immobilizzato a terra, legandolo. Io pregavo quei due di farmi sedere, anche a terra, perchè mi sentivo male. Stavo per svenire. Respiravo poco. L'avvocato urlava dall'al�tra stanza chiedendo di farmi andare vicino a lui, aveva pau�ra che potessero farmi del male. Poi hanno fatto stendere a terra anche me». Nessuno nel palazzo ha sen�tito nulla? «Credo di no». E' vero che le hanno fatto scrivere una lettera? «Mi hanno detto di scrivere su un foglio i numeri di telefono di mio padre, quello di casa, del�l'ufficio e del cellulare. Allora ho capito che si trattava di un rapimento. L'avvocato li prega�va di prendere lui, gli diceva che io ero una ragazzina, che avevo problemi respiratori, ma loro erano decisi. "E' lei la figlia del direttore", rispondevano. Poi con un panno bianco mi hanno narcotizzata». L'hanno messa in un arma�dio? «E' l'ultima immagine che ho: mentre la sostanza faceva effet�to ricordo una specie di scatola di metallo. Solo dopo ho capito che ini ci avevano chiuso». Quando si è svegliata? «Ero in una stanza piccolissi�ma, legata con catene mani e piedi. Ho subito chiamato per�chè volevo andare in bagno e quello che mi controllava mi ha accompagnato». Parlava con lui? «Delle trattative in corso. Poi mi rassicuravano, dicendo che non mi volevano fare del male. Chiedevo di mangiare. Il tempo non passava mai e per fortuna che avevo la radiolina, altrimen�ti avrei perso completamente il senso del tempo. Mi stupivo del fatto che non parlassero del mio rapimento, ma ragionando mi dicevo che era un buon segno. Non ho mai smesso di avere fiducia nei miei genitori». Poi la liberazione... «Ho sentito un gran trambusto e ho visto agenti in borghese nella mia camera. Mi hanno subito rassicurata». Il primo pensiero da libe�ra? «Alla mia famiglia». E adesso? «Dimenticare. E spero che quei due paghino». Come? «Con una pena equa e una condanna giusta. Niente di più». La giovane passa dal pianto al sonno «Non riuscivo a respirare mi hanno chiusa in una scatola metallica». Conosceva uno dei malviventi Antonella Caponeri sorride felice accanto alla madre I genitori hanno subito chiesto l'intervento della polizìa e questo ha consentito di abbreviare i tempi dell'operazione

Persone citate: Antonella Caponeri, Ciampi

Luoghi citati: Roma