Trieste, domani nuovo esame per Illy di Gigi Padovani

Trieste, domani nuovo esame per Illy VERSO IL DOPPIO BALLOTTAGGIO IN UN SOSTANZIALE EQUILIBRIO Trieste, domani nuovo esame per Illy Al Comune e alla Provincia, il Polo parte in testa reportage Gigi Padovani inviato a TRIESTE ■H W vero, gli esami non finiscoBp no mai. Lo sa Riccardo Illy. HB A Trieste domani si vota (con doppio ballottaggio, per Comu�ne e Provincia) la terza volta in sei settimane e per il supersindaco ulivi�sta, dopo sette anni al potere, sarà un altro verdetto da batticuore. La prima volta, il 13 maggio, è riuscito a battere Vittorio Sgarbi di nove punti, con il 50,7 per cento, conqui�stando il seggio in Parlamento. Poi il 10 giugno non è andata bene: Dly aveva destinato a succedergli il pre�sidente degli imprenditori triestini. Federico Pacorini, e alla guida della Provincia l'ex presidente del suo Consiglio comunale, il popolare Et�tore Rosato. Ma i loro avversari del centrodestra, il forzista Roberto Di�piazza (Comune) e l'An Fabio Scoccimarro (Provincia) sono quasi riusci�ti ad imporsi al primo turno. Cos�domenica il ballottaggio di Trieste diventa decisivo: Illy si è fatto eleg�gere consighere comunale e provin�ciale e vuole dimostrare che il suo «modello di città», una metropoli cosmopolita rivolta ad Est, è ancora vincente, grazie agli 800 cantieri e ai mille miliardi di investimenti già avviati. L'ex sindaco ieri ha partecipato alla chiusura di questa lunghissima campagna elettorale. Dopo la scon�fitta del 10 giugno. Sgarbi ha senten�ziato: «Re Dly è senza successori». E ha annunciato di venire a Trieste per trascorrere la veglia elettorale con l'amico Dipiazza «l'ho lanciato io», dice -, magari a rivedere qual�che bella «mula» (le ragazze giulia�ne, di garretto forte e fisico atletico), per quello che il candidato sindaco di Forza Italia, noto «tombeur de femmes», definisce «il debole che ci accomuna». Illy sa di rischiare, la sfida si gioca per pochi voti. Dipiazza è un self-made-man passato da garzone di supermercati a titolare dei mede�simi, è sindaco uscente a Muggia, piccolo centro da sempre in mano alla sinistra, una roccaforte rossa dove Bordon ha mosso i suoi primi passi ^litici guidando il Comune per dieci anni. Il «ciclone Dipiazza», dopo aver schiacciato Willer nel '97, rischia di travolgere anche il com�passato Pacorini. Ammette Riccar�do Hly: «Il consenso raccolto da una persona difficilmente si può trasferi�re, però il candidato che ho indivi�duato era il migliore possibile». E aggiunge, con toni da ultima spiag�gia: «Credo che l'esito del voto di domenica non sia indifferente per il futuro di tutto il Nord e dell'Italia». Il ((bottegher furlan» incalza lo «spedizioniere»: guarda caso, tutti e due imprenditori, in tempi che han�no riportato alla ribalta sindaci-politici come Chiamparino, Veltroni, Jervolino. Ma Trieste è diversa, i frequentatori dei bagni «La Lanter�na» gli unici in Italia con un muro a dividere gli uomini dalle donne hanno mandato un appello a Dipiaz�za con 3500 firme perché migliori i loro parasoH. Trieste è la città sussie�gosa e affascinante che ha dato all'Italia la letteratura delle tre «S»: Svevo, un borghese annoiato come Illy; Saba, poeta dall'aria fastidiata alla Pacorini; Slataper, passionale irredentista, un carattere simile a Dipiazza. E a Trieste sinistra e de�stra, come nelle canzoni di Gaber, sono stili di vita. Ci si divide per i caffè frequentati (progressisti il Tommaseo e Gli Specchi, conserva�tori il nuovo Audace e il Piazza Grande), per le spiagge (i ribelli alla Costa dei barbari, le famiglie sulla riviera verso il castello di Mirama�re), per le regate di vela (la Barcolana nazional-popolare a ottobre, la nuova Nation's Cup che si chiuderà domani sul modello a stelle e strisce dell'America's Cup). Illy o non Illy? Domani si sceglie. Il fiore all'occhiello di Federico Paco�rini è il piano di rilancio del Porto Vecchio di Trieste: 10 mila miliardi di investimenti per recuperare la più grande area portuale del Medi�terraneo, 600 ettari edificabili. I punti deboli: essere considerato un snob molto chiuso; l'apparentamen�to elettorale con il Fronte Giuliano di Giorgio Marchesich, un autonomi�sta che a gennaio fece affiggere i manifesti in città con lo slogan «Haider sindaco» a sostegno dellV Europa delle piccole patrie». L'accu�sa all'avversario: occuparsi soltan�to di «marciapiedi e parcheggi». Il fiore all'occhiello di Roberto Dipiazza: i suoi successi a Muggia, (dio preso la città e l'ho cambiata». Con una simpatia e una carica uma�na riconosciute da tutti. Il punto debole: quando in conferenza stam�pa dice «testa a testa» per intendere un confronto ((faccia a faccia» si capisce che non sa cinque lingue come l'avversario. Nega invece di essere contrario ad uno sviluppo verso Est della città. E accusa: «Pensiamo all'oggi, sfruttiamo le occasioni, lui è uomo da convegni, io agisco». In fondo, il porto di Maria Teresa cerca di tornare capitale mitteleuropea: domenica si saprà se lo farà sotto il segno dell'aristocrati�co caffè o del populismo berlusconiano. I candidati sostenuti dall'ex sindaco sono Pacorini e Rosato, e partono alla rincorsa: «Trasferire i consensi da una persona ad altre non è facile»