Fini a San Sabba; mai più orrori

Fini a San Sabba; mai più orrori Fini a San Sabba; mai più orrori Il vicepremier: basta sanatorie per i clandestini dall'Inviato a TRIESTE Se è vero che questa è la città delle memorie divise, con una storia intrisa di massacri negati e di simboli a ricordo di un secolo finito, non poteva esserci luogo migliore per il rito di iniziazione di Gianfranco Fini come uomo di governo. Alla sua prima uscita da vicepremier. Fini ha scelto una doppia visita ai monumenti nazionali testimonianza dell'odio nato dalle ideologie del Novecen�to: le foibe di Basovizza, orrendo baratro carsico nel quale i soldati del Nono Corpus delle forze titine tra il primo maggio e ili 2 giugno 1945 gettarono almeno 2500 vittime, e la Risiera di San Sabba, l'unico campo di concentramento nazista in Italia. Dopo i due voti di fiducia il governo è nella pienezza dei suoi poteri, si realizza la democrazia dell'alternanza, e questa visita del leader di An assume volutamente i toni istituzionali della normalizzazione, quasi la chiusura del lungo percorso avviato con la svolta di Fiuggi. Certo, domani a Trieste si vota e nella giornata di Fini c'è posto anche per un sostegno ai candidati della Casa delle libertà per i ballottaggi di Provincia e Comune. Certo, la comunità ebraica alla Risiera non si è fatta vedere e neppure il rappresentante della municipalità che gestisce il monumento, per polemica contro una visita «non annunciata ufficialmente». Certo, i problemi di governo incalzano e Fini annuncia il «no» ad ogni sanatoria pergli immigrati, il via alla manovra economi�ca con il nuovo Dpef entro il 10 luglio, il varo di una «politica innovativa» verso Slovenia e Croazia per difendere i diritti degli esuli istriani. Senza dimenticare un invito a Zaccaria affinché lasci la presidenza Rai: «In un momento di polemiche cos�forti, il consiglio di amministrazione farebbe cosa buona e giusta a dimetter�si. Se poi non lo fanno, il governo non si muoverà. A tempo debito Casini e Pera opereranno con equilibrio». Ma tutto questo passa in secondo piano. Sono le note della tromba che invitano al minuto di raccoglimento nel tetro cortile dell'ex pilatura di riso trasformata in «Poliziehaftleger» a segnare Gianfranco Fini: «Ci si ferma con se stessi, con la propria coscienza, con la propria cultura, di fronte a luoghi che sono simboli di grandi dolori e di irripetibili olocausti». Accanto al presidente di An, un altro rappresentante del governo Berlusconi, il sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione, che ha appena lasciato la sua poltrona di «governatore» del Friuli. Entrambi, durante gli incontri in prefettura, alla Regione, con gli imprenditori locali e le autorità ecclesiastiche, ribadiscono la volontà del nuovo esecutivo di non modificare la scelta a favore dell'allargamento ad Est dell'Europa. Niente strappi, niente polemiche, Berlusconi «docet»: «hic manebimus optime». Ma il Friuli è anche un'area di confine, punto di passaggio dei clandestini quasi quanto il Canale d'Otran�to. E perciò le sollecitazioni per Fini sono soprattutto ad annunciare le politiche del governo sull'immigrazione. «La legge Turco-Napolitano ha un elemento positivo spiega il vicepresidente del Consiglio -, fissa le quote. Ai governi di centrosinistra abbiamo contestato le conti�nue sanatorie per sforare quei tetti: non succederà più». Servono però nuove leggi «per rendere effettiva l'espul�sione dei clandestini», e «un coinvolgimento di tutta l'Unione Europea per una pohtica di cooperazione verso quei paesi». Quanto all'annoso problema dei profughi istriani, molto sentito in Friuli, il vicepremier annuncia che insieme con il ministro degli Esteri Ruggiero presto incontrerà le loro associazioni e awierà contatti formali con i governi croato e sloveno a tutela dei loro diritti, «un dovere morale». Nel giorno del Consiglio dei ministri che vara le «regole» inteme per operare. Fini conferma che non avrà deleghe particolari ma svolgerà un ((ruolo politico a tutto campo». Inoltre, niente decreto su mini-ticket o sulle pensioni, ma dopo la verifica dei conti pubblici avviata da Tremonti per stabilire l'entità del ((buco», il varo del Dpef: «Il documento dovrebbe essere pronto entro il 30 giugno, di 1 ìrroa. Amato lo presentò il 7 luglio. Se anche noi sforeremo di mialche giorno, non succederà nulla: manterremo le raisur annunciate, ma consistenza e tempistica saranno correlate all'entità del disavanzo». C'è ancora un momento per parlare di federahsmo, «solidale, né nordista né sudista», poi in serata rientro a Roma. Con un rammarico: dover rinunciare alla previ�sta battuta subacquea al largo del Castello di Miramare con l'amico deputato di An Roberto Meina. Domani Fini potrà rifarsi con una immersione a Ponza. [g. pad, " i i " i II vicepremier Gianfranco Fini nel corso della visita alla Risiera di S. Sabba