Il vertice via Internet? Come una commedia senza attori di Aldo Rizzo

Il vertice via Internet? Come una commedia senza attori Il vertice via Internet? Come una commedia senza attori Aldo Rizzo IA decisione della Banca Mondiale di tenere via ^Internet la sua imminente conferenza annuale europea e quella analoga della Wto (l'Or�ganizzazione mondiale del com�mercio) di far svolgere l'assem�blea di novembre nel remoto e isolato Qatar sono misure di emergenza, dettate dall'emo�zione, e magari da un giusto timore, dopo i fatti di Gote�borg, oppure sono un'indicazio�ne concreta per il futuro? Cioè: le prossime riunioni dei mag�giori organismi internazionali, per sfuggire alla furia dei nemi�ci estremi della globalizzazio�ne, dovrebbero svolgersi tutte «online» o, quanto meno, in luoghi praticamente inaccessi�bili? Certo, dopo Goteborg, ma già prima, dopo Seattle, Que�bec, Nizza e cos�via, e ora nel timore di quanto può accadere a Genova, quanti di noi non hanno pensato a una simile opportunità? Anche perché l'enfatizzazione mediatica di questi summit è diventata fran�camente eccessiva e sembra fatta apposta per richiamare l'opposta esibizione dei conte�statori. Ma attenzione: il rime�dio è nel regolare meglio l'avve�nimento e il confronto, non nel riparare in un rifugio elettroniCiò che colpisce di più è l'ipotesi (che, a quanto pare, comincia a realizzarsi) di tra�sferire gli incontri e i dibattiti tra i leader politici sulla Rete. Questo significa annullare o sterilizzare il fattore umano, che è più importante di quanto si creda, anche nelle occasioni più impervie della politica, o forse soprattutto in queste. Pensare di sostituire l'incontro diretto tra i leader, tra i respon�sabili dei rispettivi governi, con una sorta di «comunicazio�ne fredda», tutta affidata alla tecnologia, è come immaginare una commedia o un dramma senza il contributo caratteriale degli attori: tanto più che, nei vertici politici, specie in quelli cruciali, si recita spesso a sog�getto, ben al di là delle battute preparate. Naturalmente, in questo mo�do ci si può intendere o frain�tendere, può esserci un'intui�zione fulminante in un protago�nista e una sordità inattesa in un altro. Ma, alla fine, c'è una reciproca esperienza diretta, che dà comunque i suoi frutti. Facciamo alcuni casi storici, della storia più recente, quan�do già esisteva ampiamente una tecnologia della comunica�zione a distanza. Kennedy e Krusciov a Vienna, giusto nel giugno di 40 anni fa. I due si studiano, ma l�per l�non si capiscono. Soprattutto Kru�sciov non capisce Kennedy, si fa l'idea di un giovane inesper�to. Due mesi dopo, autorizza il muro di Berlino e, sedici mesi dopo, l'installazione dei missili a Cuba. Ma, nel pieno della crisi, qualcosa di decisivo rie�merge nella «chimica», che si era comunque prodotta, del loro rapporto personale. Due loro successori, Reagan e Gorbaciov, a Reykjavik nel 1986. Il primo ha definito l'Urss «l'impero del male», con�tro il quale sogna lo scudo spaziale. Due giorni di colloqui sul filo della rottura, poi un incontro imprevisto, lunghissi�mo. Ne escono spossati e politi�camente distanti, ma al mo�mento del commiato, sotto un grande vento oceanico, si strin�gono la mano per interi minuti, come a voler dire andiamo avanti. A tarda sera, noi giorna�listi non sapevamo cosa rispon�dere alle redazioni che chiede�vano: un fallimento? Era un «fallimento costruttivo», l'ini�zio della fine della Guerra fredda. Tanti altri esempi. La famosa «passeggiata nel bo�sco», a Ginevra nel 1982, tra i negoziatori (ancora americano e russo) Nitze e Kvitsinski, un'intesa personale, che col tempo sarebbe diventata politi�ca, sugli euromissili. O i viaggi di Willy Brandt nell'Europa comunista degli Anni Settanta, la «Ostpolitik» che fu la prima sfida al muro di Berlino. Pote�va farsi per telescrivente? Torniamo al «popolo di Seatt�le», ai contestatori globali, e alla tentazione di evitarli «onli�ne». Questa tentazione rispec�chia un'illusione, doppia. Anzi�tutto perché, evitando il con�fronto, non si ottiene il risulta�to d'indurii alla ragione, cioè a riconoscere che i loro temi (quelli buoni, cioè la povertà, le malattie, l'ambiente) sono gli stessi in agenda nei vertici economico-politici, ma sem�mai di ammettere una sconfit�ta dei governi democratici di fronte alla piazza. E poi perché non c'è alternativa, come ab�biamo visto, al contatto diretto tra i leader, al «fattore uma�no», se non vogliamo fare della politica un mondo virtuale, in qualche modo alieno. Quanto all'ipotesi dei luoghi remoti (magari su ima portaerei in pieno Atlantico?), sembrerebbe e sarebbe anch'essa una fuga dalla realtà. MADRID. Persino Eugène lonesco, il padre del «teatro dell' assurdo», ci rimarrebbe di stucco. Per evitare più che probabili inciden�ti, la «Work Bank» (WB) aveva annullato, il 19 maggio, la sua conferenza annuale su «Economia dello Sviluppo del 2001 in Euro�pa», che avrebbe dovuto celebrarsi luned�e marted�a Barcellona. Gli «antiglobalización» catalani, che avevano accuratamente preparato manifestazioni di protesta, ci erano rimasti con un palmo di naso. Che fare? Il «Popolo di Seattle» locale non si è dato per vinto. E domani scenderà in piazza lo stesso. A nulla è valso che il presidente della «Wk»{che userà r«escarnotage» di tene�re lo stesso la conferenza ma via Internet, www.worldbank.org/abcde-europe) abbia invitato, via e-mail, il centinaio di organizza�zioni protestatarie a partecipare online ai lavori. Le manifestazioni di protesta si mantengono come se i banchieri ci fossero davvero. Seguendo il calendario previsto, da ieri fino a lunedì. Non solo: gli sforzi di mobilitazione, soprattutto con il «cyber-tam�tam» (www.rosadefoc.org ), sono addirittura aumentati. E domani, i contestatori sfileran�no nel centralissimo pasco de Gràcia «Sare�mo in 20 mila», assicurano, [g. a.o.) Dopo la decisione della Banca Mondiale di annullare il summit di Barcellona Il contatto umano fra i leader politici è fondamentale Il passato insegna... t Ronald Reagan e Gorbaciov, a Reykjavik ne! vertice del 1986

Persone citate: Gorbaciov, Kennedy, Krusciov, Kvitsinski, Nitze, Reagan, Ronald Reagan, Willy Brandt