Berlusconi-sindacati, parte il confronto di Roberto Giovannini

Berlusconi-sindacati, parte il confronto Berlusconi-sindacati, parte il confronto Mercoled�con il Dpef primo test sulla concertazione Roberto Giovannini ROMA È per mercoled�il primo incon�tro a Palazzo Chigi tra Berlusco�ni, sindacalisti e imprenditori. C'è poco tempo: il governo in soli dieci giorni deve presenta�re ilDocumento di programma�zione economica e finanziaria. E se vuole rispettare l'accordo del luglio del 1993 deve scfttoporne le linee guida alle parti sociali. L'intesa del 1993 recita così: «Saranno indicati, prima della presentazione del Docu�mento di programmazione eco�nomico-finanziaria, gli obietti�vi della politica di bilancio per il successivo triennio. La ses�sione punterà a definire, pre�via una fase istruttoria che selezioni e qualifichi gli ele�menti di informazione necessa�ri comunicandoli preventiva�mente alle parti, con riferimen�to anche alla dinamica della spesa pubblica, obiettivi comu�ni sui tassi d'inflazione pro�grammati, sulla crescita del Pil e sull'occupazione». Il confronto sul Dpef è evi�dentemente il primo banco di prova dello stato dei rapporti tra il nuovo esecutivo di centro�destra e le tre confederazioni sindacali. In questi giorni, Ber�lusconi e il ministro del Welfare Maroni si sono sforzati di lanciare segnali distensivi nei confronti dei leader di Cgil-CislUil. La concertazione e il dialo�go sociale, ha scritto il premier nel suo messaggio al Congresso Cisl, «è parte della Costituzio�ne materiale del paese»; Maro�ni, da parte sua, ha detto chia�ro e tondo che di tagli alle pensioni nel Dpef non vi sarà traccia. Allo stesso tempo, il governo ricorda che non accet�terà veti, e che al momento di decidere deciderà. Atteggia�mento che non tranquillizza certo Cofferati, Pezzotta e Angeletti, che dopo le polemiche dei mesi scorsi in queste ulti�me settimane hanno un po' serrato le file e ricominciato a parlare di unità. Molto difficilmente il sum�mit di mercoled�preceduto marted�da un'altra riunione di Consiglio dei ministri sarà però risolutivo o esaustivo. Ci sarà certamente Berlusconi, ma per adesso pare che saran�no invitate tutte le (numerosis�sime) organizzazioni sociali fìrmatarie dei patti di concerta�zione. In altre parole, ci sarà tempo se va bene per gli inter�venti del premier e del mini�stro Tremonti, e per un rapido giro di tavolo. Come detto, mercoled�non si dovrebbe discutere di tagli alle pensioni. È pronto il rap�porto 2000 predisposto dal nu�cleo di valutazione della spesa previdenziale, che verrà reso pubblico nei prossimi giorni: rispetto al '99, la spesa in rapporto al Pil è rimasta prati�camente stazionaria, intorno al 13,607o del prodotto interno lordo. C'è sempre la «gobba previdenziale» da affrontare e «piallare»; ma se è per questo, in futuro si annuncia anche un problema di pensioni troppo basse per i lavoratori «flessibi�li» e «atipici». In ogni caso, ieri il numero imo cislino Savino Pezzotta ha detto che «buco o non buco, tagli alla spesa socia�le sono impossibili». Mercoled�si dovrebbe invece parlare di aumenti delle pensioni integra�te al minimo, che secondo cal�coli sindacali sono circa 5.250.000, con importi tra 740 e 920.000 lire al mese. Il gover�no dovrebbe portarle a un mi�lione, ma i sindacati temono che la platea dei beneficiari sia troppo limitata. Altro tema caldo, la defini; zione del tasso d'inflazione pro�grammata: «Chiederemo un tasso pari al 207o per il 2002 secondo le indicazioni del go�vernatore di Bankitalia», osser�va il segretario generale ag�giunto della Uil, Adriano Musi. Tassi, dunque, più realistici a cui legare gli aumenti contrat�tuali. Tra l'altro, a fine armo scadono i contratti di 3 milioni di dipendenti pubblici. L'ipote�si di «condono tombale» per il sommerso non dispiace alla Cisl, mentre la Cgil e la Uil vogliono capire i meccanismi operativi. Stesso discorso per la flessibilità del mercato del lavoro: tema delicatissimo che però non dovrebbe essere af�frontato a Palazzo Chigi, se non per linee generalissime. Sempre mercoledì, infine, è possibile che Maroni tenti un affondo per cercare di far aderi�re Confcommercio e Cgil all'in�tesa raggiunta dalle altre parti sociali sui contratti a termine. Ma è solo l'inizio di una lunga partita a scacchi. I ministro per il Welfare Roberto Maroni

Persone citate: Adriano Musi, Berlusconi, Cofferati, Docu, Maroni, Pezzotta, Roberto Maroni, Savino Pezzotta, Tremonti

Luoghi citati: Roma