«Caso Santoro», il cda Rai sconfessa Cappon di Augusto Minzolini

«Caso Santoro», il cda Rai sconfessa Cappon ILMINiSTRO URBANI «PER NOI IL PROGRAMMA CON CHIAMBRETTI E' UNA VERA PROVOCAZIONE» «Caso Santoro», il cda Rai sconfessa Cappon AneDs spingono il Cavaliere a regolare subito i conti con viale Mazzini retroscena Augusto Minzolini ROMA LE parole escono naturah, pronunciate con calma e sen�za nessun accenno d'ira, an�che sulla bocca di un personag�gio come Giuliano Urbani, candi�dato per mesi dal Polo alla presi�denza Rai prima che fosse dirot�tato al ministero dei Beni cultura�li. «Una striscia nel palinsesto Rai osserva quasi con distacco il neo-ministro affidata alla coppia Santoro-Chiambretti per noi sarebbe una vera e propria provocazione». E invece il consiglio d'amministrazione della Rai targato Ulivo, che come avviene ad ogni cambio di maggioranza è in odore di sfratto, sembra pro�prio intenzionato a darlo questo schiaffo al governo Berlusconi. Il presidente Zaccaria, insieme ai consiglieri Vittorio Emihani e Pietro Balassone, hanno infatti votato ieri un documento che mette in minoranza il direttore generale Cappon, e lo impegna «a dare coerente e tempestiva attua�zione al progetto di Santoro...un indirizzo che considera essenzia�le e pregiudiziale rispetto ad ogni altra decisione». Insomma, il dado è tratto. La strategia del passaggio indolore, diluito nel tempo tra la Rai del�l'Ulivo e la Rai del centrodestra, quella che aveva in mente il Cavaliere, rischia di finire nel cestino vittima, per motivi diver�si, dell'intenzione di An e dei Ds di andare subito ad un «redde rationem». Può sembrare para�dossale ma le due estreme sem�brano giocare la stessa partita in questo momento, vogliono che i nuovi equilibri nell'azienda sia�no decisi ora che il premier, imbrigliato ancora dal dibattito sul conflitto di interessi e distrat�to dagli impegni intemazionali del G8, non può esporsi su una materia per lui delicata come la Rai. «An e Ds confida Paolo Romani, plenipotenziario di For�za Italia per la Rai stanno spingendo per fare le nomine subito. Sperano di metterci in un angolo e avere più peso nelle scelte. Ora noi siamo intenziona�ti ad andare avanti così, senza cambiamenti, fino a settembreottobre semprechè Zaccaria non ci faccia lo scherzo di Santoro». Ma la maggioranza di centro�sinistra del Cda, quella formata dai tre «giapponesi» (cos�è stato ribattezzato il trio Zaccaria-Emiliani-Balassone) ha acceso la mic�cia che dovrebbe far divampare la guerra. 0 megho, il personag�gio chiave di questa accelerazio�ne è il consighere diessino Balas�sone: se Zaccaria e Emiliani puntavanono nelle scorse settimane più sulla tattica della resistenza passiva, cioè a rimanere sulle loro poltrone senza dare troppi problemi (tutti e due sono alla ricerca di un posto), lui, Balasso�ne, ha puntato sin dall' inizio sulla «forzatura» Santoro. «Io ha spiegato nei giorni scorsi agh altri due non rimango qui tanto per starci, dobbiamo darci un obiettivo che qualifichi la nostra presenza». In poche parole ha individuato nella trasmisione di Santoro la bandiera per mortifi�care Berlusconi o per diventare un martire. E l'ha imposta agh altri: in fondo lui rischia poco, male che gh vada, i ds sono pronti a caldeggiare la sua confer�ma nel prossimo cda, semprechè non finisca cosa più probabile tra i quadri dirigenti della nuova rete televisiva "La Sette". In questa situazione la strate�gia dei tempi medi per la Rai rischia di saltare. Berlusconi che continua a ripetere in ogni riunio�ne che le trasmissioni Rai gh hanno fatto perdere «due milioni e ottocentomila voti» nelle ulti�me elezioni, difficilmente potrà sopportare una programmazio�ne in cui Santoro, cioè il condut�tore della trasmissione che ha più criticato, abbia un ruolo preminente e se il direttore generale, Cappon, ormai arruolato nel centrodestra non riuscirà a spegnere o a ritardare la combu stione della miccia accesa dalla maggioranza del cda, il Cavaliere non potrà non seguire Fini e i suoi nell'assalto all'attuale diri�genza di viale Mazzini. Gh uomini di An sono pronti. Sono giorni che il nuovo ministro delle Telecomunicazioni, Mauri�zio Gaspara, indica al centrode�stra la strada da seguire. «Io osserva con una punta di sarca�smo non intervengono sulle nomine, né sulle scelte editoriali. Com'è noto sono argomenti che non mi competono. Mi occupo però delle tecnologie, delle vendi�te di pezzi dell'azienda come Raiway. In sintesi: non garanti�sco la gestione della Rai ma la sua esistenza. Pago gli stipendi». Tradotto dall'ermetico lin�guaggio che sovrintende alle vi�cende Rai, significa: senza il mio assenso nesun consiglio d'ammi�nistrazione può gestire questa azienda. Cos�con gh uomini di Fini che si stanno calando nel ruolo deUe truppe di occupazio�ne e i diessini che si preparano a recitare la parte delle brigate di resistenza, tutto è pronto per lo show-down in Rai. Anche i nomi dei «nuovi» sono pronti: per la presidenza An punta sull'ex-presidente della Corte Costituziona�le, Antonio Baldassare, ma è in lizza pure il rettore dell'universi�tà di Bologna, Fabio Roversi Mo�naco, che piace ai presidenti delle due Camere cui spetta la nomina del nuovo cda. Per il ruolo di direttore generale c'è in campo una soluzione che privile�gia la continuità con la conferma di Cappon aUa direzione genera�le affiancato da Leone nel ruolo di «vice». Oppure si parla di Sacca che piace ad alcuni settori di Forza Italia. Inutile dire che entrambe le soluzioni hanno già dei detrattori: per alcuni Berlu�sconi non confermerà mai Cap�pon che permise a Biagi di sfora�re il suo tempo di sette minuti (arrivò a 14) nel suo duetto pre�elettorale con Benigni; per altri il Cavahere non sceglierà mai Sac�ca che non imped�a Jovanotti di prenderlo in giro in un «rap» che andò in onda nell'edizione di un festival di Sanremo di qualche anno fa. Ma questo è il costume Rai, uno stile inconfondibile che con l'Ulivo o con il Polo non cambia mai. Michele SantoroE' su di lui che il Cda si è spaccato alimentando una nuova bufera sulla Rai

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