Macedonia: la Naia è pronta, Skopje no di Giuseppe Zaccaria

Macedonia: la Naia è pronta, Skopje no Macedonia: la Naia è pronta, Skopje no L'Alleanza dà Vok alla missione di disarmo dell'Uck Ma il governo annuncia: falliti i negoziati coi ribelli Giuseppe Zaccaria inviato a SKOPJE La missione Nato è pronta, ma per scattare attende una pace che non si firmerà mai. Dopo dieci giorni di finta tregua e sei di dialogo fra sordi, la crisi di Mace�donia sta inesorabilmente viran�do verso la classica soluzione balcanica, che in genere si espri�me in un intervento armato cui seguiranno accuse di genocidio. La situazione che si sta deline�ando nelle ultime ore tratteggia un'impasse da manuale: a Bruxel�les, l'Alleanza Atlantica stende i piani per un intervento da com�piere entro il 27 di giugno, imma�gina una forza di almeno 3mila uomini ma avverte che il contin�gente interverrà «solo per racco�gliere armi», attende un accordo politico con la guerriglia ed auspi�ca che «il dialogo abbia successo». Negli stessi momenti però il presidente macedone Boris Trajkovski annuncia il fallimento delle trattative e i capi della guerriglia albanese minacciano sfracelli. In sostanza, la Nato si dice pronta a intervenire sul presupposto di condizioni che non si realizzeranno mai, e nella sola Repubblica scampata finora alle convulsioni ex-jugoslave si rafforza il «partito della guerra». A leader dei falchi da ieri si candida il ministro degli Interni Ljube Boskovski; mantenendo il suo ruolo nell'esecutivo, Bosko�vski si è dimesso dal «Comitato di crisi per la pacificazione», organi�smo che in realtà finora ha fatto soprattutto accademia. «La situa�zione macedone dev'essere risol�ta dalle forze di sicurezza macedo�ni, con un'azione energica e senr za interventi esterni», proclama, Dalla ridotta di Aracinovo il «comandante Hoxha», ennesimo capo militare deir«Uck», ribatte: «Se vogliono la guerra l'avranno», e già se ne vedono avvisaglie: l'altra notte nel villaggio di Slupcane dopo un attacco dei guerriglieri seguito da bombarda�menti dell'esercito due albanesi sono rimasti uccisi. Per la Mace�donia si trattava di «terroristi» , per r«Uck» di civili. In questo folle arrotolarsi di eventi l'aspet�to più desolante sta nel copione che s'intravvede sullo sfondo, andato in scena più volte negli ultimi anni. Insistendo nella tattica dello «stop and go», con momenti di guerra aperta inframmezzati da teoriche tregue, la guerriglia alba�nese ha ottenuto già un risultato. Adesso, quando si parla delle trattative a Skopje i funzionari Nato parlano di «differenze politi�che» e di «grandi distanze fra richieste di un'etnìa e concessio�ni di un'altra». Le posizioni della guerriglia paiono assimilate a quelle dei partiti albanesi, e indi�rettamente acquistano dignità po�litica. E' esattamente questo il pas�saggio che la Macedonia paventa�va, e sta spingendo frange sempre più importanti del governo verso l'irrigidimento. Oggi il capo della sicurezza europea Javier Solana e Peter Feith, emissario della Nato, saranno in Macedonia per una serie di incontri che potrebbe�ro contemplare anche un collo�quio tra Feith e il «comandante Hoxha», circostanza questa che aumenta l'irritazione del gover�no. Dal punto di vista politico le distanze paiono incolmabili. I partiti albanesi continuano a chie�dere una profonda revisione costi�tuzionale, con una seconda Came�ra legislativa, una vicepresidenza con diritto di veto, l'introduzione di una seconda lingua ufficiale. Non è del tutto escluso che dopo giorni di trattative e pressio�ni di tutta la diplomazia europea. governo e partiti albanesi possa�no giungere ad un accordo di facciata. Ma da quel momento, partiti e guerriglia sono pronti a marcare una nuova frattura e l'Uck in parte o nella sua totalità non accetterà un disar�mo passivo. Tutto sembra già scritto nella crisi macedone, come in quelle che l'hanno preceduta. E una missione Nato che oggi s'ipotizza racchiusa in un arco di tempo «fra le sei settimane e i sei mesi» rischia ancora una volta d'impan�tanarsi nei bizantinismi locali o, peggio, di scattare quando sarà troppo tardi. L'Italia, chiamata a far parte del futuro contingente, si appre�sta a un difficile ruolo. Il neo ministro degli Esteri, Renato Rug�giero, inizia il suo mandato con un tentativo di mediazione su un terreno delicatissimo: la sua colle�ga macedone, Ilinka Mitreva, sa�rà oggi a Roma per colloqui che si spera possano aprire uno spira�glio di soluzione. M4 Soldati macedoni corrono in cerca di riparo all'entrata del villaggio di Aracinovo: sullo sfondo, dietro le auto in mezzo alla strada, i ribelli stanno sparando

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