AMNISTIA SOMARA di Salvatore Gentile

AMNISTIA SOMARA AMNISTIA SOMARA Pierluigi Battista VA bene tutto. Va bene Pavese e va bene la funzione della piazza nella vita dei popoli. Va bene il tema sulla musica e quello sui diritti delle donne. Tutto interessante, garbatamente generalgenerico, pensoso e grondante ottime intenzioni. Ma gli errori ministeriali, quelli non vanno bene. E non per pedanteria, ma perché se gli esami di maturità devono saggiare le capacità degli studen�ti, a maggior ragione devono provare che chi si arroga una missione di insegnamento sappia insegnare anche le virtù dell'accuratezza, del�l'amor proprio e del rifiuto della sciatteria. E dunque, valga come prò memoria per il neo-ministro Moratti, non è bello che su una traccia di «saggio breve» il presidente francese Pompidou venga chiamato per ben due volte «George» anziché Georges, con la s finale. Inoltre, se proprio si vogliono analizzare i magnifici disegni di Saul Steinberg bisognerebbe correttamente scrivere Steinberg con la enne e non, come si legge nel testo consegnato agli studenti su carta intestata del ministero della Pubblica Istruzione, Steimberg con la emme. E' come se Pavese fosse stato deformato in Pavesi e Giacomo Leopardi venisse chiamato Giovanni Leopardi, nato a Recanate. E ancora, visto che per mostrarsi spigliati e aggiornati gli artefici ministeriali delle tracce hanno menzionato un «dio in terra del pop latino», avrebbero potuto trascrivere sui loro foeli Ricky Martin e non Richi, con l'acca al posto del kappa. Per carità, il refuso è in agguato e i giornalisti sanno bene come si rischi di essere impiccati su un minuscolo errore. Ma il primo passo per persuadere gli studenti che non è bene che un chirurgo lasci la garza nella pancia di un ammalato o che un ingegnere sbagli di uno zero r"1' calcoli per la costruzione di un ponte o che uno scLittore sbagli un congiuntivo, è che gli educatori diano per primi il buon esempio e sappiano trasmettere il gusto del lavoro ben fatto e la passione etica ed estetica della precisione. Con un pegno (o come si dice adesso un «debito formati�vo») da pagare nel prossimo futuro: un'amnistia generalizzata per tutti gli studenti che inavvertita�mente dovessero storpiare un nome scambiando vocali o consonanti per colpa della fretta o della disattenzione. Cos�imparano (gli insegnanti). «r STATO PIIF FACILE RIMANERE IN A» Cavasin, allenatore del Lecce (45 anni) ha dato l'esame insieme con il figlio Salvatore Gentile A PAGINA 6