Un requiem per l'università

Un requiem per l'università Un requiem per l'università •IMPRESA L' sta entrando nell'universi�tà e asserven�dola ai suoi scopi. Per materie inutUi come la letteratura o la filoso�fia suona la campana a morto; occorrono inve�ce inglese e Internet. Nel caso della ricerca scientifica, le multinazionali (per esempio farmaceutiche) inten�dono decidere di che cosa si occupe�rà e far propri i brevetti che ne risulteranno. Le cattedrali del sape�re vanno trasformandosi in pazienti rotelline del gigantesco meccanismo di produzione postfordista. E' uno dei temi pohtici più scottanti. E' Ora che gli umanisti escano dalle loro caverne e affrontino in pubblico e con il pubblico la questione etema ma oggi improvvisamente attuale del loro ruolo nella società. E' deside�rabile uno sviluppo culturale su basi solo efficientistiche? Sarebbe effi�ciente una società che non avesse spazio per la riflessione disinteressa�ta, per la conoscenza fine a se stes�sa? 0 non è forse vero che gli esseri umani hanno avuto un successo cos�sfacciato proprio perché più di ogni altra specie hanno coltivato lo spre�co, il gioco, la passione intellettuale? Comunque si voglia rispondere a queste domande, è opportuno farle; dunque in prima battuta non si può non guardare con favore a un profes�sore universitario (di filosofia) che scende in campo per dire la sua in proposito. Aprendo Una ikea di università di Maurizio Ferraris, non si può non provare interesse e sim�patia per frasi come "la vita senza ricerca non ha senso" oppure 'la Riforma vuole che anche per le RECENBenc SIONE enga discipline umanistiche il collegamento con il mondo dell'industria sia più stretto che in altri, e bucohei, tem�pi". Ma presto affiora�no note stonate. Va be�ne con "perché questa ossessione del lavo�ro?"; possiamo intendere la doman�da retorica come stigmatizzante non il lavoro in quanto tale ma il lavoro come centro della nostra forma di vita (Marco Revelli in OZtre il Novecento ha articolato questo tema con ben altra profondità). Ma è giusto indignarsi se i poveri stu�denti vengono informati di quali prospettive di carriera avranno? Non c'è differenza tra un sistema capitalistico che "razionalizza" con occhiuta disciplina l'intera comuni�tà e dei giovani che si preoccupano responsabilmente del proprio futu�ro? No, non c'è, e infatti "Berlusconi non ha capito" che la scuola come la vuole lui esiste già, che tra il mette�re gli studenti a contatto con il mondo del lavoro e l'eliminare ogni sacca di pensiero residuo non c'è nessuna differenza. Tutt'a un trat�to, nii sento calato nella famosa notte nera in cui tutte le vacche sono nere. Ci ho messo un po' a capire il genere letterario cui appartiene quest'opera, in parte perché mi era stata descritta come un pamphlet e quindi del pamphlet cercavo la pun�tuale concentrazione su un tema, il procedere limpido dell'argomenta�zione, il vigoroso impegno sociale. Ma a un certo punto mi sono reso conto che quel che cercavo non c'era, e che Ferraris ha composto invece un saggio alla Montaigne. Come nel modello, il titolo del sag�gio non è particolarmente illumi�nante sul suo contenuto:. Ferraris parla di università, soprattutto all' inizio e alla fine, ma parla anche di tutto quanto d'altro gli passi per la testa di Internet e del jazz, del postmoderno e di Amleto, dell'archi�tettura di Torino e della psicoanali�si. Come nel modello, intesse il suo Maurizio Ferraris, filosofo eloquio di citazioni, spesso in lingua originale, e lo condisce con riferi�menti autobiografici. Il problema è che di ogni genere letterario esisto�no esempi più o meno riusciti, e qui Montaigne è molto lontano. Qui aleggia uno spirito di mediocre ri�sentimento: verso la televisione, verso i concorsi universitari, verso facoltà popolari come Scienze della comunicazione e verso chi potenzia la didattica "abbassando 0 livello". Lo spirito insomma di uno che, dice lui, "ce l'ha fatta" a vivere senza lavorare e adesso è ben contento di marciare al ritmo della sua stessa musica. Salvo guardare ogni tanto nello specchietto retrovisore per vedere se qualcuno lo segue, e la�mentarsi se non vede una folla. 11 che ci riporta al punto iniziale. Sarà anche vero che le università sono quel che d distingue dagli animali e che "quando, forse tra non molto, non le avremo più nemmeno noi, dovremo trovare un altro crite�rio" di distinzione per l'homo sa�piens. Ma è anche vero che libri come questo non fanno che anticipa�re la catastrofe. Sono il rovescio della medaglia rispetto ali"'ossessione del lavoro", e noi tutti abbiamo bisogno d'altro: non di sfoghi ma di un serio impegno politico e civile a dimostrare l'indispensabilità del di�sinteressato lavoro intellettuale. MAURIZIO FERRARIS LAMENTA LA SCOMPARSA DELLA RICERCA DISINTERESSATA L'ASSERVIMENTO DEGLI STUDI ALLE PRIORITÀ' DELL'IMPRESA, IL CULTO DELL'EFFICIENZA E DEL MERCATO RECENSIONE Bencivenga Maurizio Ferraris Una ikea di università Cortina, pp. 117, L. 16.000. SAGGIO

Persone citate: Bencivenga, Berlusconi, Del Mercato, Ferraris, Marco Revelli, Maurizio Ferraris

Luoghi citati: Cortina, Oztre, Torino