TAVIANI E L'ATOMICA ITALIANA di Aldo Rizzo

TAVIANI E L'ATOMICA ITALIANA LAMORTEDEL SENATORE TAVIANI E L'ATOMICA ITALIANA Aldo Rizzo OLTRE che capo partigiano, uno dei fondaton della De, parlamentare dall'Assemblea co�stituente fino alla carica di senato�re a vita, insomma uno dei padri della Repubbhca, Paolo Emilio Taviani, spentosi all'alba di ieri, fu anche sul punto di diventare il padre dellabomba atomica italia�na. Italiana? Più esattamente: franco-tedesco-italiana. Un pro�getto a tre che, se realizzato, avrebDe cambiato radicalmente il per�corso dell'unificazione europea. Una storia che pochi conoscono, anche perché rimasta a lungo se�greta e, nonostante l'apertura de�gli archivi storico-diplomatici, so�stanzialmente rimossa. Accadde più di 40 anni fa, tra il '56 e il '58, quando Taviani era ministro della Difesa e l'allora ambasciatore a Parigi, Quaroni, seppe d'incontri tra i responsabili militari francesi e tedeschi sul tema, ancora tabù per gli europei, delle armi nucleari, e di un loro interesse a una partecipazione ita�liana. Taviani (premier Zoli, mini�stro degli Esteri Pelle, presidente della Repubbhca Gronchi) decise di associarsi all'idea. Il 28 novem�bre '57, a Parigi, firmò un «proto�collo tripartito segreto» coi colle�ghi Strauss e Chaban-Delmas, che prevedeva studi e preparativi sula modernizzazione degli arma�menti, incluse (de applicazioni mi�litari dell'eneigia nucleare». Va ricordato qual era il conte�sto storico. Un anno prima, con la crisi di Suez, l'America era parsa voltar le spalle all'Europa e 1 Urss, dopo aver invaso l'Ungheria, ave�va minacciato di distruggere coi suoi nuovi missili le capitali eurooccidentali. Londra era stata risar�cita da Washington con l'assisten�za al suo primo esperimento nucle�are. Parigi era furiosa e Bonn assai inquieta. Cos�nacque il progetto franco-tedesco-itahano, approfon�dito l'S aprile '58, stavolta a Roma, in un altro incontro segreto tra Taviani, Strauss e Chanan-Delmas. Non se ne fece nulla, perché due mesi dopo De Gaulle prese il potere in Francia e decise di far da solo (anche perché, secondo alcuni storici della materia, l'Italia rilut�tava all'impegno finanziario). Fu un bene, fu un male? Il progetto era positivo, disse Taviani m un'in�tervista del '95, precisando che vi erano interessati anche gli altri soci fondatori della neonata Cee (Belgio, Olanda e Lussemburgo) e che non c'era un sottinteso antia�mericano. Ma gli americani erano contrari, e si capisce. Certo sareb�be stata tutta un'altra storia del�l'Europa, non tanto militare quan�to pohtica. SERVIZI DI Camillo, Grignett�e NeirotB A PAG. 8