La Francia «spegne» le feste rave

La Francia «spegne» le feste rave La Francia «spegne» le feste rave Giovani in rivolta contro il codice di condotta Fréderic Chambon Pascale Robert-DIard Un collettivo di «ravers», ieri, ha organizzato una serie di manifesta�zioni in molte grandi città della Francia (tra cui Parigi, Marsiglia e Lione) per protestare contro il pro�getto di regolamentare i «free parties», le feste rave gratuite e clande�stine. Vogliono che venga ritirato un testo di legge del ministro dell'In�terno, DanielVaillant, che subordi�na queste riunioni a ima «dichiara�zione preliminare» dei partecipanti e che prevede l'eventuale confisca degli strumenti per far musica. L'iniziativa del ministro è giunta dopo la protesta di alcuni sindaci, irritati perché erano stati oi^anizzati «rave parties» nelloro Comune. Il capo-gabinetto del primo ministro Jospin è intervenuto fatto piutto�sto raro per chiedere a Vaillant di ammorbidire le sue posizioni: il governo, probabilmente, non vuole far arrabbiare un elettora�to giovane e strategico. «Il problema è di ordine prati�co è stato detto dai colla�boratori di Jospin -: non serve a nulla brandire lo stendardo della sicurezza se non si riesce poi ad assicurarla». Nessuno ha voglia di vedere il governo associato alle forze dell'ordine, quando si tratterà di requisire le attrezzature rave davanti a centinaia di giovani. An�che Bernard Kouchner e Jack Lang hanno espresso il loro disaccordo nei confronti del ministro Vaillant. Agli organizzatori «rave» sarà cos�proposta una «carta di buona condotta», che permetterebbe, in particolare, di definire la scelta del luogo e delle condizioni di sicurezza in cui si svolgono le feste. I ((ravers» che la accettano sarebbero sottopo�sti a un regime semplificato di norme, pur mantenendo la respon�sabilità in caso di incidenti. Chi non la accetta rientrerebbe nell'ambito delle competenze del prefetto. L'at�trezzatura, ad esempio, sarebbe re�quisita solo in caso di recidive multiple. Ma i collettivi rave dicono che le trattative iniziate con il mini�stero si sono rivelate uno scacco: «In ballo dicono c'è sempre la confisca delle nostre attrezzature, mentre ci era stato fatto balenare il contrario». Una riunione intermini�steriale, da effettuarsi prima del 26 giugno, dovrebbe porre fine alla questione. I ravers intervistati da «Le Mon�de» raccontano perché i free par�ties» e la musica tedino soddisfano il loro desiderio di avere imo spazio libero e momenti di festa senza regole, al di fuori di una società che rifuggono, pur senza contestarla. Le loro proposte, i loro itinerari rivelano una notevole diversità di provenienza sociale e di modi di vivere: Yannick, di «Libertà e auto�gestione», ha trent'anni e vive in un fiutone scassato, piazzato da due mesi in un parcheggio della Dician�novesima circoscrizione pangma. Dentro ci sono un frigorifero rotto, una stufa a gas, una babele di vestiti e coperte e un tavolo da campeggio. In un angolo, una parte degli 800 dischi da «minare» duran�te le feste rave, nelle quali fa il DJ. Lui ha il cranio rasato, indossa una T-shirt con la scritta: «Think differenti» («Pensa in modo diver^ so») e vive del sussidio da disoccupa�to, di 4 mila franchi. «Sono io che decido còsa fare. La techno e il furgone sono una scelta di vita». Sta studiando da teemeo del suono: «Non voglio ^ivere cosi fino a sessaht'anni, lai techno non mi darè da' mangiare tuttala vita». Vorrebbe, ' , ' ' 'Mi comprare un camion più grande e confortevole: "«Non sono un emargi�nato o un contestatore, ma il mio furgone lo rivendico». Gabriele, una ragazza di buona ' famiglia che ha 29 anni, divide le suè'iiotti tra il lavoro di assistente parlamentare e le feste techno, fra i corridoi ovattati dell'Assemblea na�zionale e gli hangar dove il sabato sera si scatenano i fedeli del «rave» gratuito e selvaggio. Vorrebbe fare l'attrice e vive in un appartamento comprato grazie alla parte di eredi�tà anticipata dai «vecchi». La tech�no, per lei, è una boccata d'ossigeno che l'aiuta a liberarsi dalle costrizio�ni della vita quotidiana: «Non è solo una festa musicale, è un movimen�to ideologico». Per Celine, 22 anni, le feste rave rappresentano «Una valvola di sfo�go: in una società asettica, dove tutto è a pagamento e messo in sicurezza, ho bisogno di spazi dove sfogarmi, dove fare festa». I «rave», dice, non disturbano il potere, non lo contestano apertamente: «Alla società non rimproveriamo nulla. Tutto ciò che chiediamo è che ci lascino svaccare durante i week end. Siamo il purissimo prodotto della società dei consumi, che però non è il nostro ideale di vita». . , Anche il musicologo Emma�nuel Grynszpan non li condanna: «I partecipanti ai "free parties' dice non si possono ridurre a una «banda di drogati». copyright «Le Monde» Migliaia in piazza da Parigi a Marsiglia contestano la proposta del ministro dell'Interno Previsto il sequestro degli strumenti e delle attrezzature in caso di violazione Due immagini di feste «rave»; in molti casi si svolgono nelle fabbriche abbandonate, In un bosco, o in capannoni industriali In costruzione

Persone citate: Bernard Kouchner, Celine, Chambon, Jack Lang, Jospin, Pascale Robert, Vaillant

Luoghi citati: Francia, Lione, Marsiglia, Parigi