Qualcuno deve guidare il pianete: l'Onu

Qualcuno deve guidare il pianete: l'Onu Qualcuno deve guidare il pianete: l'Onu In 62 punti una lunga lista di desideri della protesta non violenta POVERTÀ 1. Aderire all'lnternational Cooperation Consensus, che imposta i criteri per ridurre la povertà in relazione a un vasto arco di bi�sogni, come sicurezza del cibo, salute, istru�zione, diritti, sicurezza, un lavoro decente. 2. Aumentare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo fissando un calendario di traguardi Intermedi. 3. Raggiungere i traguardi internazionali di svi�luppo (Idg) stabiliti dalle Nazioni Unite con un calendario fino al 2015. Il nuovo fondo per la sanità dovrà essere coordinato dall'Onu. 4. Coordinare e rendere più coerenti gli sforzi nell'area della tutela dei "beni pubblici interna�zionali". 5. Regolare la globalizzazione con un rafforza�mento delle Nazioni Unite, "unica istituzione legittimata a combattere le distorsioni del si�stema intemazionale". 6. Coinvolgere il settore privato con codici di condotta basati su diritti umani e tutela del�l'ambiente, non con iniziative di carità. DEBITO Il documento "Beyond the Debt Relief presenta�to dalla presidenza italiana del G8 si fonda sul�l'assunto che l'attuale strategia di riduzione del debito funzioni. Ma la stessa Banca Mondiale ammette che non costituirà una soluzione dura�tura. Si chiede di; 7. Cancellare tutti i crediti della Banca Mondiale e del Fmi verso i paesi più poveri; 8. Spostare al 21/7/2001 la data ultima di stipula�zione dei debiti che possono essere cancellati; 9. Adottare nuovi criteri di sostenibilità, prenden�do in considerazione la capacità di ciascun paese indebitato di offrire un minimo di servizi primari (sanità e istruzione). 10. Arrivare a un arbitraggio equo e trasparente sui debiti. SVILUPPO 11 .Portare gli aiuti alio 0,7oZo del prodotto lordo entro una scadenza precisa. 12.Appoggiare la creazione di 'fondi etici" con contributi privati, da amministrare coinvolgen�do la società civile. 13. Istituire la 'Tassa Tobin". U.Aprire i mercati dei paesi del Nord del pianeta a tutti i prodotti, soprattutto agricoli, prove�nienti dal Sud. 15. Convocare un Forum di cooperazione tributa�ria mondiale. 16. Evitare che raccomandazioni del GB non sia�no realizzate dall'Onu, come negli ultimi tempi. 17. Creare un fondo contrattuale per i "beni pub�blici globali" (sanità, ambiente) 18. Utilizzare preferibilmente i contributi a fondo perduto rispetto ai prestiti. 19. Favorire nei paesi poveri politiche di gratuità dei servizi, senza "ticket" sanitari e tasse sco�lastiche. COMMERCIO 20. Stabilire che il libero commercio non è un fine in sé, ma è un mezzo per lo sviluppo. 21 .Valutare quanto la Wto può contribuire alla lotta contro la povertà. 22.Tener presente che le decisioni sul commer�cio hanno conseguenze sugli assetti sociali e sull'ambiente. 23. Dare avvio a un Round di negoziati commer�ciali davvero centrato sullo sviluppo. 24.Rivedere la valutazione dell'Uruguay Round, perché alcuni paesi in via di sviluppo faticano a rispettare gli impegni. 25. Non includere nei negoziati commerciali ma�terie nuove. 26. Prevedere regole commerciali speciali per i paesi in via di sviluppo. 27. Rivedere le scadenze di alcuni accordi com�merciali, allentandole per i paesi poveri. 28. Estendere iniziative come "Everything but Arms" lanciata dall'Unione europea. 29. Valutare se gli aiuti alimentari danneggino la produzione agricola locale nei paesi beneficiari. 30. Dare priorità al "principio di precauzione" per la sicurezza sia dei consumatori sia dei lavoratori. 31 .Rispondere ai timori che l'accordo Gats porti a un deterioramento dei servizi pubblici attra�verso la loro privatizzazione. 32.Trovare un equilibrio tra il bisogno di medici�ne a buon mercato e l'esigenza di incoraggia�re la ricerca, 33. Proibire la brevettabilità delle forme di vita. 34. Escludere dai negoziati le "nuove questioni commerciali" come concorrenza e investimenti. 35.Assicurare la coerenza tra regole economi�che internazionali, tutela dell'ambiente e svi�luppo umano. 36. Riformare la Wto per dare maggior voce ai paesi più deboli. 37. Includere i paesi più deboli in gruppi regionali all'interno della Wto. 38.Assistere finanziariamente la partecipazione dei paesi più deboli. 39. Rendere più trasparenti i meccanismi per ri�solvere le dispute commerciali. 40. Coinvolgere le agenzie Gnu quando le dispu�te commerciali hanno effetti su sanità, diritti umani, ambiente. 41. Migliorare l'informazione sui lavori della Wto. 42. Bilanciare meglio l'influenza degli interessi in�dustriali sulla Wto con quella di altri gruppi di interesse. 43.Accrescere il numero delle sedi di dialogo tra la Wto e la società civile. 44. Creare un Comitato consultivo della Wto sul modello di quello esistente presso l'Ocse. 45. Stabilire un controllo parlamentare sulla Wto. 46. Evitare che gli accordi commerciali abbiano precedenza sulla riduzione della povertà. AMBIENTE 47. Ratificare il protocollo di Kyoto, benché insuf�ficiente, e mandarlo in vigore anche in caso di rifiuto Usa. 48. Definire procedure per evitare l'elusione degli accordi di Kyoto. 49.Assicurare che il protocollo tenga conto del principio di equità per incoraggiare i paesi in via di sviluppo a vincolarsi a obiettivi precisi. 50. Smantellare ogni sussidio pubblico ai combu�stibili fossili. 51 .Assicurare la coerenza tra gli accordi interna�zionali e quelli bilaterali sul clima. 52. Imporre alle istituzioni finanziarie internazio�nali di valutare l'emissione di gas in tutti i pro�getti che finanziano. 53. Stabilire traguardi precisi per lo sviluppo delle energie rinnovabili. 54. Realizzare una riforma Verde" della tassazione. 55.Rafforzare l'impegno per raggiungere gli obiettivi dell"'Agenda 21". 56. Non misurare i successi economici attraverso il solo prodotto interno lordo, ma con criteri che tengano conto dello sviluppo umano. 57. Riconoscere il "debito ecologico" in cui i paesi ricchi si trovano nei confronti dei paesi poveri. 58. Rendere gli accordi commerciali più compati�bili con la tutela dell'ambiente. 59. Riformare le agenzie di credito all'esportazio�ne dei paesi Ocse secondo i criteri adottati dall'Unione europea e dalla Bers. 60.Tenere conto delle conseguenze in termini di diritti umani di tutte le operazioni finanziate dai crediti per l'export. 61. Rendere più trasparente il processo decisio�nale di queste agenzie. 62. Orientare l'assistenza all'export verso progetti ambientalmente e socialmente sostenibili. Sintesi delle raccomandazioni al G-8 della "Genoa Non Governmental Initiative" (Gng) coordinata da Cespi, lai, Iceps, Ipalmo. Hanno partecipato le organizzazioni Eurodad, Drop theDebt, JubileeM-, Sdebitarsi, Rete Lilliput

Persone citate: Bers

Luoghi citati: Ocse, Uruguay, Usa