Protesta, ultima dea

Protesta, ultima dea Protesta, ultima dea Niente più patti con il diavolo: un leader anti-globalizzazione calcola i rischi e cerca alleanze Intervista con Francesco Martone Voi che protestate dite tutto il male possibile delle organizza�zioni intemazionali. Ma a impe�dirgli di funzionare non c'è il rischio che valga soltanto la legge del più forte? "Il Fondo monetario, la Banca Mondiale, la Wto hanno travalicato i loro compiti istituzionali. Negli origina�ri accordi di Bretton Woods non c'è af�fatto scritto che Fmi e Banca mondiale devono promuovere degli accordi di "aggiustamento strutturale", imponen�do ai Paesi delle politiche neo-liberi�ste. Cos�pure la Wto che in nome del libero commercio invade campi che non c'entrano per niente. Per questo gli abbiamo detto shrink or sink, ridi�mensionatevi o affondate". .. Preferite un mercato senza regole a delle cattive regole? "Le organizzazioni internazionali hanno promosso attivamente questo ordine". Senza strumenti di governo del mon�do non comanderebbero direttamente le multinazionali o la superpotenza ame�ricana? "La globalizzazione cos�come la stia�mo vivendo è un processo storico ine�luttabile, o è il risultato di scelte preci�se? Molti dati suggerirebbero la se�conda risposta. Se si guardano i cre�diti concessi dalla Banca Mondiale, e le loro condizioni, notiamo un orienta�mento preciso, specie dalla presiden�za Reagan in poi". Questo movimento che tenta di bloc�care ogni appuntamento internazionale non rischia di fare II gioco di chi vuole che gli Stati Uniti facciano da soli, senza dar conto a nessuno? "Riconosco che in America, in certe fasi, c'è stata una sorta di alleanza faustiana tra la sinistra dei movi�menti e la destra repubblicana; per semplificare, tra Ralph Nader e la Calo Foundation, tra la protesta in nome di valori sociali e umani e gli ultra liberisti che vogliono lasciare campo libero al mercato. A qualco�sa è servita, questa strana alleanza di fatto. Le organizzazioni interna�zionali sono cambiate, hanno co�minciato ad aprirsi, per effetto di quella duplice spinta di critiche tan�to diverse. Senza, sarebbero rima�ste le stesse di 20 anni fa". Certe volte bisogna allearsi con il diavolo, secondo lei. Forse a lungo an�dare è un gioco pericoloso. "Sì. Oggi vedo il rischio che attac�cando le organizzazioni internazio�nali in maniera radicale, per esem�pio impedendo tutte le riunioni, in�vece di ottenere una maggiore tra�sparenza le si spinga a richiudersi su se stesse". Qui opera un diavolo differente, la violenza degli estremisti. Mi pare che molti non violenti abbiano finora tollera�to quelli che sfasciano le vetrine. "Non le vetrine, ma certe forme di pro�testa più visibile in passato credo ab�biano aperto nuovi spazi al movimen�to. Ora sì, c'è il rischio che tutto que�sto parlare di zona rossa e di zona gialla tracciate nella città di Genova, se ci fanno entrare qui o là, oscuri i nostri obiettivi veri". Non faccia come quelli che, richiesti di pronunciare un no chiaro alla violen�za, rispondono che Innanzitutto la vio�lenza è delle multinazionali. "No, quelle sono frasi fatte che non ci portano da nessuna parte". Però dal Genoa Social Forum, che cerca di tenere insieme tutta la protesta, le ho sentite spesso. "Il Gsf non ha una piattaforma politi�ca, è funzionale a organizzare gli spazi per le manifestazioni. Dicevo, sono molto preoccupato che questa deriva dell'attenzione verso i proble�mi della piazza oscuri la nostra pro�posta politica". Potreste provare a isolare 1 violenti. Non è difficile, basta stabilire appunta�menti diversi. "Di fatto questo a Genova succederà, con i raggruppamenti tematici in diverse piazze. E comunque ognuno si prende�rà le sue responsabilità". Meglio ancora è formare un servi�zio d'ordine che metta ai margini gli sfasclavetrine. "Credo che un servizio d'ordine non sia nella mentalità dei movimenti di oggi. Non ci sono organizzazioni di�sciplinate e irreggimentate, non ci so�no più. Ci sono collettivi che fluttuano e si sovrappongono. E forse in Italia manca una cultura della disobbedien�za civile. Per crearla dovremmo riusci�re a dare obiettivi politici quantificabili, in nome dei quali dare scadenze e for�me precise alla protesta". Mentre governare la globalizzazione è una materia complicata e sfuggente, difficile da sintetizzare. Per esempio ho trovato piuttosto oscuro il documento in 62 punti uscito dalle organizzazioni non governative... "Sì, anch'io ho partecipato alla stesura. 3i tratta solo di una somma di tutto quanto sta a cuore alle varie organizza�zioni. Un repertorio. Lo ammetto, c'è una certa difficoltà di sintesi". Il governo italiano ha tentato di dialo�gare con voi. Quali sono 1 risultati? "Con noi sono venuti a parlare. Però le loro posizioni erano già stabilite prima. Per questo abbiamo scritto che siamo insoddisfatti del documento del Tesoro, 'Beyond Debt Relief. Ci sono troppi pae�si che per ripagare il debito non riescono a spendere in scuole e sanità". Da quel documento mi sembra che tra tutte le organizzazioni Internazionali preferiate l'Onu. Però l'Onu non ha pro�blemi di inefficienza, di burocrazia, mol�to gravi? "Personalmente non credo che si possano risolvere i problemi affi�dandoli all'assemblea dell'Onu. Certo, in linea di principio l'Onu, con un voto per ciascuno Stato, è fondata su un criterio più equo. Ma le ultime scelte dell'Onu mi paiono molto subordinate alla linea neo-li�berista del Fondo monetario e della Francesco Martone ha diretto la campagna italiana per la riforma della Banca Mondiale ed è stato presidente di Greenpeace Italia. Ora è senatore di Genova per i Verdi.

Persone citate: Francesco Martone, Ralph Nader, Senza, Woods

Luoghi citati: America, Genova, Greenpeace Italia, Italia, Stati Uniti