Un'opportunità e una sfida da non perdere

Un'opportunità e una sfida da non perdere lASIFOmA Un'opportunità e una sfida da non perdere L5 ATENEO torinese ha in�viato alla fine di aprile al ministero dell'Univer�sità il proprio nuovo regolamen�to didattico che contiene l'ade�guamento del nostro ateneo al�la riforma degh ordinamenti e al varo dei nuovi corsi di laurea (triennali) e di laurea specialisti�ca (quinquennah). E' in attesa dell'autorizEazione finale del ministero per attivare i corsi di laurea dopo il necessario con�trollo del Consiglio universita�rio nazionale. L'autorizzazione, secondo le previsioni, arriverà alla fine di giugno o nei primi giorni di lugho in modo da consentire una sessione straor�dinaria di laurea (dal 15 al 30 lugho) per gli studenti che in alcune Facoltà sono passati dal vecchio al nuovo ordmamento e l'uscita del «Manifesto degh stu�di» per il prossimo Anno accade�mico che segnerà per le dodici Facoltà della nostra Università l'avvio definitivo della riforma. Bisogna subito dire il cambia�mento degh ordinamenti didat�tici rappresenta per la nostra università ima sfida notevole e per gh studenti (oltre sessanta�mila) un'opportunità interessan�te. E questo che anche se restia�mo in attesa: di un nuovo stato giuridico dei docenti universitari di un sistema di valutazio�ne e di riequilibrio deUe univer�sità efficiente di urna modifica della legge sui concorsi universitari. Una sfida, dicevamo, perché l'obbiettivo condiviso da tutto l'ateneo è quello di riuscire a far crescere il numero dei nostri laureati senza abbassarne il li�vellò e diminuendo in maniera significativa la distanza che esiste tuttora tra la durata legale e quella reale dei corsi di laurea. Un'opportunità per i nostri studenti, perché la riforma è servita a introduire maggiore flessibilità nei corsi di studio e, nello stesso tempo, a diversifica�re e arricchire notevolmente l'offerta didattica delle Facoltà e, più in generale, di tutto l'Ateneo. Facciamo qualche esempio. Con la riforma è aumentato il numero dei corsi di studio che sono a cavallo di più Facoltà e che puntano a ima preparazione professionale moderna in settori della società che si stan�no espandendo o già si sono espansi. Si va cos�dalla Scuola di Biotecnologie a quella di Scienze Motorie e ai corsi di laurea di Scienze Strategiche, di Scienze del Turismo Alpino, di Scienze Geografiche e Territo�riah. In tutti questi casi più Facoltà cohaborano e mettono insieme le loro diverse e talvol�ta complementari competenze scientifiche e didattiche in vi�sta di professionalità che la società post-industriale richie�de all'interno di un disegno che distingue ormai nettamente tra lauree triennali e successive lauree specialistiche. I corsi di laurea triennali che l'Università intende attivare nel prossimo anno accademico sono complessivamente 77, di�visi in dodici Facoltà: e questo significa che, rispetto al passa�to, il numero dei corsi di laurea è aumentato di circa il 500Zo e che in molti casi l'offerta didatti�ca in una singola Facoltà supera il numero di dieci. Anche su questo aspetto vale la pena fare qualche esempio che ci aiuti a cogliere il cangiamento. In molti casi i corsi di laurea nuovi derivano dalla trasforma�zione di diplomi professionali che esistevano da alcuni anni: è il caso di un diploma umanisti�co come quello di Operatori dei beni culturali, che ha dato luo�go nella Facoltà di Lettere a un corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali oppure del diplo�ma di Tecnologie Alimentari per la Ristorazione che nella Facoltà di Agraria si è trasfor�mato in un corso di laurea con lo stesso nome. Ma in molti altri casi ai nuovi corsi di laurea non si è arrivati trasformando diplomi professionalizzanti, bens�indi�viduando nuovi campi profes�sionali e culturali all'interno di Nicola Tranfaglia vice-rettore per la Didattica (continua alla pagina seguente) IL SI' DEFIMTIVO DEL MINISTERO E'ATTESO (AL PIÙ' TARDI) PER I PRIMI DI LUGLIO

Persone citate: Nicola Tranfaglia, Territo