Il giro del mondo in bici

Il giro del mondo in bici Il giro del mondo in bici n Messico mi chiedo come diavolo si faccia a vivere in certi terribili posti MESIGO: mas cerca a los Estados Unidos que a Dios. Il Messico è più vicino agh Stati Uniti che a Dio. Eduardo Galeano, scrittore e giornalista uruguaiano, riassume cos�questa grande Repubblica. Qui le ambizioni sono votate capillannente al Grande Vicino e Città del Messico vive in contraddizioni esasperate: i poveri elemosinano fra lussuose automobili appenaspacchettate, migliaia di dollari spesi in status simbol che si so�vrappongono al bisogno di svilup�po del popolo. Più di venti milioni di ispano-indigeni vivono la capi�tale più inquinata del continente. Arrivo in una notte scura come la pece e dall'aeroporto al centro della città ci sono 15 km di fumo spesso ed irrespirabile. Nel Zocalo si affacciano il Palazzo Nazionale, dove risiede il governo, la Catte�drale, ciò che rimane del Tempio Maggiore e una piccola posada dove trascorro un paio di giorna�te. Tantissimi maggioloni wolkswaghen verdi e bianchi cor�rono come formichine in tutte le direzioni sostenendo il trasporto urbano. Nella piazza i nuovi aztecas ballano, sulle percussioni di grossi tamburi, per i turisti. Con copricapi di lunghe piume colora�te, perizomi di pelle d'orata e cavighere di conchighe si dimena�no a passo di danze rituali e raccolgono pesòs. Nei budelli del centro storico cantine datate e semioscure servono mexcal e te�quila, ma i ristoranti popolari hanno i tavolini sotto ai porticati con tovaghe a quadri d�nylon, fiori di plastica e le ciotole di peperoncino rosso e verde tra il sale e i tovaglioli. Nella Calzada 5 de Mayo, tra case cadenti masche�rate da smalti vistosi e macchie di nero umido. Donna Carmen cuci�na pasti tipici a prezzi modici per tutta la giornata a suon di musica dal vivo. Sono i mariachi che portano i sogni musicali nelle gior�nate di un popolo allegro, romanti�co e malinconico. Sono canzoni d'amore dove la donna occupale solo h, il posto più importante e di rivoluzione, di protesta passando da Emiliano Zapata per arrivare al Sub Comandante Marcos. La Calzada Tlalpan mi indiriz�za fuori città, a sud verso Cuèrnavaca attraverso un passò di 3200 mt. slm. poi, salgo e scendo per giorni tra i 1500 e i 2800 sino ad. arrivare a Oaxaca. Territori àridi, brulli degni di un film di Sergio Leone, non c'è acqua per bagnar�mi, non c'è acqua per le capre e le vacche. Forse pioverà in giugno e lugho...forse. Lungo la Pétnamericana trovo ppsadas, pensioni, e chioschetti dove cucinano tacòs con carne trita e fagioli, tortillas di mais e fagioli e zuppe di carne con riso e... fagioli! Le donne sedute ai bordi della strada vendono frutta, miele saporitissimo, ottimo for�maggio e pascolano un paio di pecore.Oltrepasso innumerevoli canyons profondi da dove eccheggiano i ragli di asini sperduti, gh scorpioni prendono il sole al bordo della carreggiata e gh iguana fug�gono tra la spazzatura sparsa m ogni dove. Mi fermo più volte nell'arco della giornata a rifiatare e a chiedermi come diavolo si faccia a vivere in certi posti: case di blocchi precompressi da termi�nare, e difficilmente lo saranno, un paio di galline un maiale «tra�sparente» e un asino molto «usa�to» che si trascina nell'aia. Quan�do arrivo alla sommità di un colle sento come se aprissi una porta dietro la quale appare un nuovo panorama, una rivendita d'acqua o un qualsiasi agglomerato con coltivi verdeggianti. Sento l'ulti�ma salita come fosse la maggiore, poi arrivo in città: Oaxaca, e le case sono basse attaccate ima all'altra, ma separate da colori forti. I contomi delle finestre e delle porte sono blu intenso e le pareti abbracciano tutto l'arcoba�leno che si è fermato dai tempi della colonizzazione ed è mantenu�to con grande oi^goglio.I balconi sono agghindati da file di fiori, grossi vasi di piante rigoghose arredano il patio interno su cui si affacciano le varie camere della casa. C'è molta confusione nelle vie perchè i maestri deUe scuole bivaccano in uno sciopero generale che paralizza lo stato. Hanno tirato fih e teh di plastica, steso cartoni e coperte, ci sono i loro bambini e gh allievi, i megafoni urlano slogans e poi tutti a cucina�re e a dormire sotto ai portici, nella piazza e sul sagrado della chiesa. Continuo verso sud-est con la Sierra Madre del Chiapas che mi protegge le spahe e mi porta il fresco dei temporah dalle montagne, alla mia sinistra l'Ocea�no Pacifico si riflette nel cielo, azzurro con cumuli di nubi bian�che come la panna. Passato Pijijiapan il territorio cambia come d in�canto e il colore predominante è il verde. Palme da cocco, alberi cari�chi di mango, banani, fiumi con l'acqua che corre impetuosa e i bimbi che ci sguazzano felici: sem�bra tornata la vita, ma è solo Moggia. NeUe fattorie il bestiame ia cambiato faccia, il messicano ha lasciato l'amaca ed è tornato nei campi, è solo pioggia. Franco Monnet Tapachula, Messico 1 giugno 2001 Franco Monnet, il piemonte�se «inviato su due ruote» che sta facendo il giro del mondo in bicicletta è alle prese con l'originale realtà del Messico. E continua a raccontare la sua straordina�ria avventura in esclusiva per i lettori di «TorinoSette» che possono seguirlo anche vìa Internet. E mail: nopasspott04@iol.tt

Luoghi citati: Città Del Messico, Messico, Stati Uniti